|
Per definire la corretta manutenzione di un impianto termico di riscaldamento occorre, innanzitutto, individuare la tipologia di impianto e le sue caratteristiche principali.
Infatti, per impianto di riscaldamento non sempre si intende il classico impianto che ha come generatore una caldaia e come terminali dei radiatori, ma sono in larghissima diffusione da diversi anni i cosiddetti sistemi ibridi.
In essi il generatore termico non sempre è costituito dalla singola caldaia, ma ad esempio, può essere anche una pompa di calore che a sua volta può essere l'unico generatore o lavorare in simbiosi con una caldaia.
Inoltre, non bisogna dimenticare che tali sistemi hanno spesso nelle fonti rinnovabili di energia i loro principali punti di forza e possono, quindi, essere costituiti anche da pannelli solari termici e/o pannelli solari termodinamici che vanno comunque manutenuti periodicamente secondo i manuali di uso e manutenzione.
Molti sistemi ibridi hanno impianti di riscaldamento del tipo idronico che hanno come fluido termovettore l'acqua, essa raggiungendo i radiatori, i fancoil e/o le superfici radianti, nei vari ambienti, diffonde l'energia termica prodotta dai generatori, in questi casi per il corretto funzionamento degli impianti la manutenzione riguarda anche il fluido termovettore.
Tra i principali problemi a cui la manutenzione del fluido deve far fronte ci sono quelli legati alla durezza dell'acqua, con la conseguente formazione di calcare a certe temperature e quelli derivanti dalla presenza in esso dei residui dei fenomeni di micro-corrosioni, tali fenomeni avvengono tra le parti degli impianti in contatto tra loro e costituite da diversi materiali.
Per gli impianti che lavorano a basse temperature anche la formazione di flore batteriche, come i residui delle micro-corrosioni ed il calcare, possono ostruire le tubazioni degli impianti, i dispositivi di regolazione e controllo, gli scambiatori, le pompe, etc.
In commercio sono disponibili innumerevoli prodotti per far fronte a tale tipo di problema, inoltre, è bene evidenziare che la manutenzione in tali termini degli impianti è regolamentata anche dal D.P.R. 59 del 2009.
Il caso più semplice di manutenzione degli impianti di riscaldamento è quello coincidente con la manutenzione della caldaia, che è obbligatoria con cadenze e modalità dipendenti dal tipo di caldaia. Il primo riferimento legislativo che ha sancito l'obbligatorietà dei controlli per le caldaie è stato il Decreto Legislativo 192/05, l'ultimo il Comunicato n. 69 del 15 Febbraio 2013 del Consiglio dei Ministri che ha ridefinito le tempistiche dei controlli, le tipologie dei controlli sono invece definite dai cosiddetti bollini.
Tali bollini altro non sono che delle certificazioni che possono essere rilasciate dopo le dovute verifiche sulla caldaia di un impianto da parte di personale abilitato, generalmente, i manutentori per gli impianti esistenti o gli installatori nel caso di nuovi impianti, le verifiche devono accertare che il rendimento delle caldaie sia al di sopra di una soglia minima di riferimento.
I bollini di volta in volta devono essere applicati sul libretto di impianto, inoltre, entro il 31.07.2014 ogni impianto termico italiano funzionante, avente come generatore un caldaia, dovrà essere dotato di un bollino (blu), cui sarà associato un codice che identificherà l'impianto in maniera univoca per tutta la sua vita.
Gli amministratori di condominio o i terzi responsabili devono aver cura del rinnovo dei bollini nel caso degli impianti di riscaldamento centralizzati o condominiali.
Tutti gli impianti con potenza nominale superiore o uguale ai 35 kW alimentati a gas o alimentati con combustibili solidi, liquidi devono essere mantenuti annualmente, mentre, ogni due anni quelli con potenza inferiore ai 35kW a meno che non siano di nuova generazione, in tal caso, la manutenzione è obbligatoria ogni 4 anni. Infine, in ogni caso le tariffe per i bollini blu sono, generalmente, comprese tra i 10 € ed i 30 €.
|
||