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L'Università di Plymouth (UK) ha di recente condotto uno studio dal quale è emerso che le pareti rivestite con del verde pensile ridurrebbero del 30% le dispersioni di calore rispetto alle pareti tradizionali.
Si tratta di una percentuale davvero molto interessante, soprattutto se pensiamo che gran parte della responsabilità delle emissioni nocive deriva proprio dal patrimonio edilizio esistente.
L'esperimento in questione è stato condotto dal professor Matthew Fox e rientra nel progetto Sustainability Hub: Low Carbon Devon. Supportato da un investimento del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il programma triennale da 2,6 milioni di sterline sta esplorando soluzioni a basse emissioni di carbonio tramite la ricerca e il sostegno alle imprese locali.
Vediamo come si è svolto l'esperimento.
Due porzioni di uno stesso edificio, costruito ante 1970 e con lo stesso orientamento, sono state analizzate per quanto concerne le dispersioni. La prima sezione è rivestita con una facciata a verde pensile, mentre la seconda porzione è rimasta inalterata rispetto alla costruzione originaria. Dopo 5 settimane di misurazioni, i ricercatori hanno rilevato che la quantità di calore persa dal muro rivestito con la facciata vivente è inferiore rispetto alla porzione tradizionale del 31,4 %.
Ma non solo. I ricercatori hanno altresì scoperto che le temperature diurne interne alla porzione ricoperta da verde pensile, sono rimaste stabili rispetto all'altra sezione, limitando così anche anche i consumi energetici necessari per riscaldare gli interni.
I muri viventi possono quindi offrire una migliore qualità dell'aria, maggiore salute e benessere, e la riduzione del rumore.
Il dott. Thomas Murphy, uno degli autori dello studio nonché ricercatore industriale del progetto Low Carbon Devon, ha affermato che le infrastrutture verdi rappresentano una potenziale soluzione fondata sulla natura, che offre l'opportunità di affrontare problemi quali il cambiamento climatico, l'inquinamento atmosferico e la perdita di biodiversità, facilitando altresì una crescita economica a basse emissioni di carbonio.
Partendo da questi risultati, è chiaro che ora sia necessaria una ulteriore ottimizzazione di questi sistemi di pareti viventi per massimizzare i benefici ambientali e ridurre ancor più alcuni dei costi di sostenibilità.
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