La volta a botte è una tipologia di volta architettonica prevalentemente strutturale adatta a ricoprire ambienti lunghi e stretti.
La volta a botte
La volta a botte è la tipologia di volta architettonica più semplice e antica, già nota e utilizzata da Greci, Etruschi e poi Romani.
Dal punto di vista geometrico è costituita da un arco che viene idealmente estruso lungo un percorso rettilineo detto generatrice, curvilineo o addirittura ad anello, una soluzione costruttiva adottata dagli antichi Romani per i corridoi degli anfiteatri.
Una volta a botte si presta dunque a ricoprire ambienti rettangolari lunghi e stretti come androni, corridoi, magazzini, logge, botteghe, gallerie, chiese ad aula unica e vani scale.
Altre applicazioni assai comuni sono però le porte urbane nelle cinte murarie medievali, i ponti e gli acquedotti romani e i ponti medievali a schiena d'asino: in questi casi le volte a botte hanno la particolarità di presentare la generatrice normalmente più corta della luce, cioè della larghezza dell'arco di partenza.
Inoltre, a seconda del modello di arco di partenza, definito propriamente curva direttrice, si possono trovare volte a tutto sesto (le più antiche), a sesto ribassato, a sesto acuto, a sesto ellittico o policentrico. La generatrice può invece essere piana o inclinata nello spazio. Quest'ultima è una soluzione comune ad esempio per ricoprire gli scaloni monumentali dei palazzi gentilizi rinascimentali, barocchi e settecenteschi.
Dal punto di vista statico una volta a botte scarica le forze in modo uniforme lungo le due pareti d'imposta, che sono sempre in direzione parallela alla generatrice. Fronti o teste, cioè i lati corti caratterizzati da un profilo arquato, restano invece scarichi e vengono spesso tamponati con infissi o murature. I dissesti più comuni sono quelli a flessione dovuti all'allontanamento reciproco delle imposte in seguito al mancato contenimento delle spinte orizzontali o a eventi sismici; oppure all'abbassamento di una delle imposte a causa di un cedimento del terreno.