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Una struttura reticolare è costituita da una serie di aste sottoposte unicamente a sforzo normale di trazione o compressione, collegate tra loro con vicoli a cerniera.
Può essere bidimensionale o tridimensionale. Una struttura reticolare in cui la lunghezza è molto più sviluppata rispetto all'altezza e alla larghezza viene detta trave o travatura reticolare.
Le aste sottoposte a trazione e compressione si definiscono rispettivamente tiranti e puntoni.
Esistono molti schemi di travi reticolari, quasi tutte con le aste disposte secondo maglie triangolari perché questa figura risulta indeformabile.
I principali sono:
Il profilo complessivo di una trave reticolare, a seconda dei casi, può essere rettangolare, triangolare o curvilineo per assecondare la particolare forma di una copertura.
In Nord e Centro Europa le travi reticolari sono usate fin da Medioevo per la costruzione dei tetti (dall'inclinazione molto accentuata) di chiese, palazzi gentilizi e semplici case di abitazione.
Anche la capriata palladiana tipica dell'architettura storica italiana può essere considerata una particolare variante di travi reticolari.
Questi primi esemplari erano formati da aste o membrature lignee collegate a incastro o mediante chiodatura.
Le travi reticolari moderne si sviluppano invece nella seconda metà del XIX secolo con l'introduzione dei profilati in ferro e acciaio, economici e con dimensioni standard.
Attualmente le travi reticolari, normalmente di grande luce, sono costituite da elementi in legno lamellare o profili metallici tubolari, scatolari, con sezione a C, a L o infine tipo IPE o HE. Le giunzioni possono invece essere saldate (ovviamente solo nelle travi reticolari completamente metalliche) o costituite da fazzoletti di raccordo e piastre bullonate.
Attualmente le travi e strutture reticolari sono utilizzate soprattutto per la costruzione di:
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