La falda di copertura è una superficie piana normalmente di forma rettangolare, triangolare o trapezoidale, che insieme ad altre falde compone i tetti inclinati.
Le falde di copertura
I tetti a falde inclinate sono la tipologia di copertura prevalente nell'edilizia storica italiana.
Sono formati da due, tre, quattro o più porzioni più piccole dette falde di copertura, che normalmente hanno forma quadrata, rettangolare, triangolare o trapezoidale.
Ciascuna di esse possiede ed è delimitata da:
- la linea di gronda, una linea orizzontale che forma il bordo inferiore della falda e dell'intera copertura;
- uno sporto di gronda, costituito da una porzione aggettante rispetto al filo delle pareti perimetriali dell'edificio e destinato a proteggerne la porzione sommitale;
- la linea di colmo, una seconda linea orizzontale in cui si intersecano due falde e che compone il punto più alto della copertura;
- compluvi e displuvi, spigoli di giunzione laterale tra due falde: si tratta di linee inclinate che danno luogo rispettivamente a una situazione di concavità o convessità.
L'inclinazione delle falde è variabile e dipende strettamente dalle condizioni climatiche, dai materiali del manto di copertura e dalle tradizioni costruttive locali: nel nord e centro Italia la pendenza caratteristica è compresa fra 17° e 22°, cioè fra il 30 e il 40%.
Il manto di copertura è normalmente costituito da:
- uno strato di coppi ed embrici (tegole piatte a forma di U con le ali molto corte) in Lazio e Toscana;
- due strati di coppi sovrapposti, uno inferiore di coppi rovesci e uno sovrastante di coppi dritti;
- tegole marsigliesi;
- lastre di ardesia, una soluzione tipica dell'edilizia rurale delle zone montane di Piemonte e Valle d'Aosta;
- scandole in legno, diffuse soprattutto nell'architettura montana di Trentino e Alto Adige.
In base al numero delle falde possiamo avere tre tipologie di coperture:
- tetti a falda unica: privi di linea di colmo, costituiscono la soluzione tecnica e compositiva più semplice e vengono impiegati soprattutto per la copertura di altane o piccoli edifici rurali come stalle, porcili o pollai;
- tetti a capanna: possiedono la linea di colmo ma sono privi di compluvi e displuvi.
Sono tipici soprattutto degli edifici a pianta rettangolare come chiese, case coloniche, mercati o templi antichi; i lati corti si caratterizzano per la presenza di un timpano triangolare che nei templi greci e romani assumeva la forma di un frontone monumentale riccamente decorato da statue e bassorilievi;
- tetti a padiglione, formati almeno tre falde, sono la tipologia prevalente nell'edilizia in aggregato dei centri storici italiani. Si caratterizzano per una notevole varietà di forme e soluzioni compositive, perché grazie ai tetti a padiglione si possono coprire edifici anche di forma assai complessa e con numerose ali indipendenti.