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Quanti di voi hanno in casa un vecchio mobile, magari di buona fattura, in legno massello, pagato anche una cifra considerevole, tale da non avere il coraggio di disfarsene?
Lo stile cambia, non solo per quanto concerne l'abbigliamento ma anche il fashion home segue i dettami della moda. E oggi i trend, per quanto possano parlare linguaggi differenti, che vanno da un arredo minimal allo urban stile, dal provenzale al vintage, in ogni caso richiedono colori chiari, capaci di infondere luce e senso di spazialità nelle nostre case.
Forse è proprio questa l'esigenza che ha fatto spopolare negli ultimi anni il decapè e lo Shabby Chic, per la possibilità di dare un nuovo volto ai mobili usati cambiandone l'aspetto più superficiale: il colore!
Certo, perché un arredamento in perfetto shabby mood si può ottenere non solo acquistando mobili fabbricati ad hoc per questo tipo di stile ma anche rivisitando gli arredi già presenti nelle nostre case. Basta avere un po' di manualità, di buona volontà e i giusti consigli da seguire.
Iniziamo col fare un po' di chiarezza sulle principali tecniche adoperate per la rifinitura dei mobili: il decapé e lo Shabby chic.
Il decapé è una tecnica francese decorativa risalente all'epoca di Luigi XV. In origine era impiegata come protezione del legni dagli insetti xilofagi, meglio conosciuti come tarli.
Si adoperava la soda per eliminare vecchie vernici e impurità sulla superficie da trattare, consentendo in contemporanea l'apertura dei pori e delle venature del legno che nel decapè sono a vista. Successivamente, si passava una mano di calce per la disinfestazione contro gli insetti del legno.
Il decapè oggi ha invece una valenza prettamente decorativa, perché conferisce al legno una finitura alternativa a quella naturale, potendo così giocare con i colori e le venature del legno in trasparenza.
La parola Shabby Chic significa letteralmente trasandato chic, giocando sul contrasto di due elementi apparentemente agli antipodi. Il nome dato a questa tecnica romantica dalla designer americana Rachel Ashwell che si riflette anche nella scelta di altri elementi di arredo.
È uno stile romantico che ha il sapore della semplicità degli oggetti vissuti, e in questo suo mood vintage sta eleganza di uno stile trasandato, ma in maniera assolutamente studiata per essere très chic!
Con questa tecnica è possibile riutilizzare in modo nuovo e con poca spesa vecchi mobili.
A farla da padrona nello Shabby sono soprattutto i colori tenui e delicati delle tinte pastello, tanto bianco e avorio sui muri e il tocco di colore viene soprattutto dalle piante, dalle stoffe e dagli oggetti.
È una tecnica facile da realizzare per rinnovare porte, finestre, mobili, cornici e qualunque superficie in legno. Viene anche applicata su superfici di cartone, metallo o ceramica.
Non necessariamente il tipo di finitura lascia trasparire le venature del legno ma è molto importante ricreare dei segni che facciano pensare al passaggio del tempo, dunque, a conferire al materiale un aspetto volutamente usurato. Negli anni la tendenza Shabby ha avuto differenti interpretazioni stilistiche, da cui nascono il French Chic e il Country Chic.
I materiali necessari per restaurare un vecchio mobile con questa tecnica decorativa sono:
- paglietta metallica abrasiva o carta abrasiva a grana grossa;
- vernici acriliche satinate;
- pennelli;
- candela.
Si può decidere di scartavetrare tutta la superficie da trattare per eliminare la vecchia vernice e far affiorare il reale colore del legno, oppure si lascia così com'è, considerando che il tal caso il colore che riaffiorerà nelle parte usurate sarà la tonalità della vernice esistente o ancora si può passare un colore di base, magari una tinta pastello, e sarà sempre quella la nuance che verrà fuori nei bordi.
Se decidere di scartavetrare tutto il legno allora sarà necessario passare un turapori prima di proseguire con le operazioni successive.
Successivamente, bisogna strusciare una candela in cera nei punti in cui si vuol vedere usurata la superficie. La cera ha lo scopo di impedire alla successiva stesura di colore bianco o pastello di aderire in maniera stabile e rendere più agevole la sua rimozione.
La candela va strofinata nei punti facilmente usurabili dal tempo, come spigoli e aree vicine a pomelli, parte bassa degli sportelli, ecc.
A questo punto si passa del colore acrilico satinato chiaro e si lasciare asciugare.
Per far affiorare il legno sottostante, quando il colore è perfettamente asciutto, si prende la carta abrasiva o una paglietta metallica e si carteggia nelle zone in cui si è passata precedentemente la cera. Noterete che in quei punti il colore si leva facilmente, dando così l'impressione di un mobile vecchio e usato.
Nelle foto sopra, due progetti realizzati da un artigiano specializzato nel restyling di mobili: una vecchia sedia ridipinta in color lavanda con finitura decapè e un tavolino in rovere tinto noce rinnovato con la tecnica dello Shabby Chic.
Per rinnovare un mobile con la tecnica del decapè è preferibile che esso sia costituito da un legno con venature marcate, tipo il pino o l'abete.
L'occorrente per questo progetto è:
- carta abrasiva di media grossezza (80-120);
- carta abrasiva fine (600-800);
- spazzola metallica;
- pittura acrilica per esterni
- lana d'acciaio fine;
- borotalco;
- nastro adesivo di carta;
- cera per mobili;
- pennelli piatti
Si inizia proteggendo le parti che non vogliamo trattare con del nastro adesivo di carta.
Si passa la carta abrasiva sulla superficie da trattare per rimuovere completamente la finitura originaria. Una volta liberato il legno dalla vecchia vernice e asportate le polveri con un aspirapolvere, si passa una spazzola di ferro seguendo le venature naturali del legno e facendo una certa pressione.
Successivamente, con un pennello piatto a setola morbida si passa la vernice acrilica del colore desiderato, avendo cura di diluirla in acqua in parti uguali.
Anche per la stesura del colore di seguono sempre le venature del legno. Quando il primo strato sarà acquisto si procede con una seconda mano.
A questo punto si passa la superficie dipinta con carta abrasiva a grana fine.
Si cosparge la superficie con del borotalco e poi si passa lana di acciaio seguendo sempre l'andamento delle venature. In questo modo, le fibre del legno affioreranno in superficie dando l'effetto di decapè!
Infine, basterà aspirare nuovamente le polveri e passare la cera con il pennello e poi lucidarla con un panno di lana, a 12 ore dalla sua stesura.
Un mobile con falsi invecchiamenti può essere ultimato anche realizzando una finta craquelé, ovvero, fitto intreccio di piccole crepe che si ritrovano spesso sulle superfici dei dipinti antichi.
Verso la fine del Settecento, quando si diffuse la tendenza di arredare con oggetti con richiamo all'antico, nacque la tecnica del craquelé, che riproduceva su varie superfici le crepe tipiche dei quadri.
Queste screpolature oggi si ottengono attraverso l'utilizzo di specifici prodotti screpolanti: il mercato ne offre una vasta gamma, con la possibilità di scegliere anche i requisiti che la screpolatura dovrà avere.
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