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Le efflorescenze e sub-efflorescenze saline sono una forma di degrado insidiosa ma estremamente comune negli edifici storici. Sono costitutite da accumuli di sali, tipicamente nitrato di potassio o salnitro, e si formano rispettivamente sulla superficie della muratura o all'interno di essa nelle soluzioni di continuità del materiale come fori, lesioni o porosità naturali.
Le efflorescenze si riconoscono facilmente per il loro aspetto simile a fiocchi o batuffoli di cotone di colore biancastro e consistenza morbida al tatto. Hanno una scarsissima resistenza meccanica.
Se trascurate possono causare gravi danni alle superfici architettoniche come stucchi, bassorilievi in cotto o mattoni e intonaci decorati ad affresco, sgraffito, tempera o fresco secco, sia nascondendo o deturpando i motivi decorativi, sia erodendo la pellicola pittorica superficiale.
Una sub-efflorescenza manifesta invece effetti molto più gravi, perché tende a formarsi:
Una sub-efflorescenza risulta perciò completamente invisibile e tende a manifestarsi solo quando, dopo aver riempito completamente la cavità originaria, comincia ad esercitare una pressione localizzata molto elevata a causa del maggior volume dei cristalli di sali, spaccando il materiale o provocando distacchi e rigonfiamenti nello strato di intonaco.
Il risultato è la formazione di lacune di varie dimensioni, con perdita di materiale e caduta di calcinacci con potenziali danni a cose o persone.
Efflorescenze e sub efflorescenze possono manifestarsi in qualunque punto dell'edificio ma mostrano una spiccata preferenza per le zone basamentali, i pavimenti e i piani interrati.
Questo avviene grazie al principale meccanismo di formazione delle efflorescenze saline: la presenza di umidità nelle murature per risalita capillare dal terreno.
Tutti gli edifici storici e molti edifici residenziali di nuova costruzione si caratterizzano infatti per una struttura con murature portanti e fondazioni continue, cioè a diretto contatto con il terreno per la loro intera lunghezza. Poiché i vecchi mattoni o alcune varietà di pietra comunemente utilizzate nell'edilizia storica sono molto porosi, l'umidità del terreno tende a risalire per capillarità, imbibendo completamente le parti basamentali dell'edificio.
A un certo punto l'acqua evapora depositando i sali solubili che contiene: è lo stesso fenomeno che provoca i residui di calcare sui rubinetti del nostro bagno.
Il punto in cui si accumula il salnitro sui muri dipende dall'altezza raggiunta dall'acqua, a sua volta strettamente correlata allo spessore, materiale e caratteristiche costruttive della parete. L'eventuale presenza di intonaci o tinteggiature non traspiranti aggrava notevolmente la situazione.
La formazione di efflorescenze o sub-efflorescenze è invece dovuta principalmente al diverso punto di evaporazione. Si possono infatti verificare due situazioni:
Altri fattori che possono favorire la comparsa di un'efflorescenza sono infine:
Per una conservazione ottimale delle superfici architettoniche è necessario:
Per queste operazioni esistono specifiche procedure da attuare con l'assistenza di un esperto restauratore come Silvia Conti o aziende specializzate tra cui ad esempio Formento Restauri.
In questo paragrafo ci concentriamo invece sull'estrazione di sali solubili mediante impacchi di acqua deionizzata, assolutamente fondamentale perché, se la muratura non viene pulita e bonificata, l'efflorescenza è destinata a ricomparire in breve tempo.
Si tratta di un metodo di intervento assai efficace e poco invasivo, in grado di asportare le efflorenze sia dalla superficie del manufatto sia dagli strati immediatamente sottostanti.
Gli impacchi garantiscono inoltre il contatto prolungato tra il liquido solvente e la superficie da trattare, evitando al contempo gli eventuali danni dovuti all'asportazione meccanica delle efflorescenze con spazzole o raschietti manuali: questo è particolarmente importante soprattutto in superfici decorate in precario stato di conservazione come stucchi o dipinti con pellicola pittorica ormai distaccata.
L'azione degli impacchi è inoltre modulabile in base alle esigenze specifiche, perché il tempo di applicazione può essere prolungato o la procedura ripetuta più volte fino alla completa asportazione delle efflorescenze. Il tempo di applicazione di un impacco non è infatti fisso ma varia da circa due giorni (48 ore) per i manufatti meno degradati fino a una o più settimane per efflorescenze particolarmente tenaci.
Gli impacchi vengono realizzati con acqua deionizzata e un supporto costituito generalmente da polpa di cellulosa, carbossimetilcellulosa o alcuni particolari tipi di argille con un alto potere assorbente come la bentonite, la sepiolite e l'attapulgite.
Si possono anche utilizzare prodotti specifici tra cui ad esempio Desal di Ibix Biocare, costituito da una miscela accuratamente studiata di vari ingredienti come fibra di cellulosa pura, polvere di quarzo e bentonite.
L'applicazione di un impacco prevede una sequenza di numerose operazioni eseguite da un restauratore:
L'impacco agisce praticamente invertendo il processo di formazione delle efflorescenze che si verifica durante la risalita capillare di umidità lungo la muratura.
L'acqua deionizzata scioglie infatti i sali che formano l'efflorescenza e successivamente li trasporta per capillarità all'interno dell'impacco: il supporto utilizzato è infatti molto più poroso e assorbente di qualsiasi muratura in pietra o mattoni.
Una volta asciugato completamente l'impacco, l'estrazione dei sali dalla muratura è conclusa e l'impacco può essere tolto.
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