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Il vento non è da considerare un fenomeno prettamente meteorologico costituito da masse d'aria che si spostano a seconda della pressione.
In architettura bioclimatica costituisce uno dei fenomeni da studiare per una corretta progettazione e per lo sfruttamento del fenomeno della ventilazione naturale, delle varie direzioni e dell'intensità, ossia la velocità, che può essere espressa in m/s, Km/h o nodi, utilizzati soprattutto nel campo della navigazione.
I venti variano la propria intensità anche a seconda degli ostacoli che incontrano durante il proprio cammino, quali rilievi, vegetazione, edifici.
Tale fenomeno si dice legato, soprattutto nel caso della conformazione del terreno, alla rugosità, che viene divisa in classi da zero a quattro, da terreni a conformazione piatta fino ad arrivare a variazioni di livello importanti.
Nel caso della progettazione architettonica, gli edifici, se correttamente posizionati in relazione alle preesistenze o se dotati di opportune aperture, riescono a massimizzare l'efficientazione energetica attraverso l'uso dei fenomeni legati alla ventilazione.
In questo articolo analizzeremo gli effetti più comuni che si generano con l'impatto tra il vento e un fabbricato.
Si verifica in prossimità degli angoli di un edificio, in corrispondenza dei quali si verifica un aumento della velocità del vento.
Più le dimensioni dell'edificio sono notevoli in altezza e larghezza, più il fenomeno è consistente.
Consiste nella formazione di un vortice nella zona restrostante l'edificio, risultato dell'impatto del vento con l'ostacolo con un angolo maggiore di 45°.
Il fenomeno è molto frequente nei casi in cui l'edificio presenta un impianto maggiormente sviluppato in lunghezza o quando la distanza tra gli edifici è inferiore o uguale a 1/8 dell'altezza.
Si verifica in presenza di due nuclei di edifici dal fronte pressocchè continuo e posti paralleli, tra i quali si incanala l'aria. Essa raggiunge una certa velocità nel caso in cui vi sia un rapporto di almeno 2:1 tra l'altezza degli edifici e l'ampiezza del passaggio, quando, quindi, l'altezza è superiore a 6 m.
È il più intuitivo dei fenomeni, si verifica, soprattutto in edifici con altezze superiori ai 15 m, quando l'aria passa attraverso varchi che mettono in comunicazione la porzione di edificio sottoposta a sovrapressione con quella interessata da depressione.
Molto simile all'effetto canalizzatore per formazione, ma si verifica quando gli edifici non sono posti parallelamente bensì quando formano una strettoia, un imbuto nel quale si convogliano i flussi di aria. Anche in questo caso lo sviluppo degli edifici deve essere in lunghezza piuttosto che in altezza.
Qualora gli stessi presentino una conformazione curvilinea, il fenomeno è notevolmente amplificato.
Si genera quando la pressione del vento su di una facciata è maggiore nella parte alta e per questo tende a scendere nella parte più bassa.
Il fenomeno è quindi legato alla presenza di edifici sensibilmente più alti dei circostanti, creando così delle turbolenze alla base degli stessi.
Oltre a questi fenomeni legati al rapporto tra il posizionamento dei vari edifici, anche il semplice orientamento degli stessi in funzione dei venti prevalenti in una data zona e della loro natura, può essere utile ai fini della progettazione.
Pertanto è necessario studiarne, tipologia, direzione ed intensità prevalenti.
Per quanto riguarda invece la disposizione delle aperture all'interno di un appartamento, esse devono essere posizionate in modo da garantire un corretto ricambio d'aria, e per questo motivo, è necessario sapere che una sola apertura per ambiente non garantisce ventilazione interna che è, invece presente in caso di due o più aperture.
A seconda del posizionamento delle stesse in rapporto all'ambiente stesso, alla facciata e quindi alla direzione dei flussi d'aria si avranno diversi tipi di ventilazione, più o meno corrette.
Ad esempio se le aperture sono poste nella facciata sottoposta a depressione non si avrà un buon ricambio d'aria, così come se ci sono pareti all'interno che ostacolano l'ingresso dell'aria.
Al contrario, in caso di presenza di aperture asimmetriche o di ostacolo posto parallelo all'ingresso dell'aria, si avrà una buona ventilazione.
Tutte queste strategie, unitamente ad una corretta progettazione in ambito tecnologico, che comprende l'uso di opportuni isolamenti, di infissi proporzionati all'ampiezza degli ambienti, di impianti per il ricambio dell'aria, etc., favoriscono lo sfruttamento della ventilazione naturale, garantendo un opportuno riparo dai venti invernali e l'ingresso delle brezze estive.
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