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26 Luglio 2012 ore 15:53 - NEWS Restauro edile |
Il tufo, grazie alle sue caratteristiche di estrema lavorabilità, si è prestato, nel tempo, alle più svariate lavorazioni, dal muro di sostegno alle tamponature di volte o, in epoca remota, come base per ottenere malte idrauliche.
Geologicamente, il tufo si presenta quale roccia di formazione vulcanica, altrimenti detta magmatica e piroclastica, formatasi a seguito di depositi, a volte in associazione a detriti marini, quali conchiglie e fossili conchigliferi.
Il tufo, è un materiale da costruzione poroso e molto diffuso in Italia, viene solitamente utilizzato sottoforma di blocchetti o mattoni di varia dimensione.
La sua porosità, garantisce l'ottimale aderenza con la malta di allettamento, oltre a proprietà igrometriche elevate.
Essendo però, una pietra tenera, resiste ben poco allo schiacciamento.
- Granulosità e microporosità
- Leggerezza
- Media durezza
- Lavorabilità
Il tufo è una roccia maggiormente diffusa nell'Italia centro-meridionale, dove da sempre, è stata utilizzata quale materiale da costruzione.
A seconda della località di cava si può distinguere:
- Tufo giallo napoletano, dal tipico colore giallo ocra intenso;
- Tufo verde di Ischia, un tufo dalle sfumature verde chiaro o verde grigio;
- Tufo vesuviano di Ercolano, dal colore scuro;
- Tufo sorrentino presente nella zona tra Meta e Sorrento;
- Tufo di Teano-Roccamonfina, dal colore bruno, grigio-violaceo;
- Tufo di Nocera, tipicamente grigio;
- Tufo laziale, con colorazioni che virano dal grigio al rossastro-bruno.
Il degrado del tufo è strettamente connesso alle proprie caratteristiche fisiche.
La peculiarità del tufo è, senza dubbio, la presenza di microporosità, che ne fa un materiale dal consistente potere isolante, oltre a dotarlo di caratteristiche termoigrometriche non indifferenti.
La presenza di questi pori, infatti, garantisce un'ottimale traspiranza della muratura che, se impacchettata, come troppo spesso avviene, in paretine di betoncino armato, viene a mancare e ad essere annullata.
In generale, tutte le lavorazioni che necessitano di acqua, non sono indicate per la protezione dei paramenti murari in tufo.
L'acqua, infatti, rimanendo imprigionata nel tufo e non riuscendo ad evaporare, inizia un processo che porterà a fenomeni di sfaldamento e deterioramento.Le cause di degrado del tufo sono quindi collegate alla porosità del materiale che, con processi degenaritivi, producono un'iniziale pulverulenta decoesione e permeazione all'acqua.
A seconda dello stato di degrado bisognerà intervenire con azioni volte al consolidamento, idrofobizzazione, rivestimento a mezzo di intonacature traspiranti.
Solitamente una muratura di tufo ammalorata e bisognosa di un intervento di consolidamento e risanamento , si presenta sconnessa e priva di malta tra i conci.
L'assenza della malta di allettamento è determinante per l'inizio del degrado del tufo.
Inizia infatti, il fenomeno della polverizzazione, fonte di decoesioni superficiali e sgretolamento del materiale.
L'intervento di recupero del tufo dovrebbe, auspicabilmente, coincidere con i primi segnali di disgregazione superficiale, poiché, la sua struttura friabile, una volta intaccata, dà luogo a processi di degrado irreversibili.
A seconda dello stato di degrado in cui versa il paramento murario tufaceo, si può procedere con azioni volte a risolvere problemi di:
- idrofugazione;
- colmatura dei giunti;
- consolidamento;
- protezione muraria con intonacatura.Alla base di ogni azione di recupero vi è la pulitura della superficie muraria.
Questa avviene attraverso una spazzolatura meccanica e/o manuale, tale da assicurare la completa rimozione di eventuali intonaci presenti sull'intera muratura.
Durante questa fase, se la temperatura non fosse sufficientemente adeguata, bisogna ricorrere a irrorazioni frequenti, fino a saturare completamente la pietra.
Anche le vecchie malte di allettamento vanno rimosse. Si procede con una rimozione delicata, spesso manuale, di quanto incongruente e presente tra i giunti dei conci.
Questo poiché, una malta ormai degradata, non garantisce più l'azione legante che assicura la stabilità del paramento murario.
Rimosse le vecchie malte, attraverso la stilatura dei giunti, si inserisce una malta a spessore, a base di calce e pozzolana, specifica per tufo e facendo attenzione che abbia, tra le proprie caratteristiche, il modulo elastico coincidente con quello della muratura.
Durante la fase della stilatura, la malta deve essere allettata in profondità, e in maniera che ripristini la forza legante tra i vari elementi murari, tale da assicurare la stabilità e l'efficienza strutturale originaria.
Il consolidamento protettivo, denominato waterproofing, è affidato a prodotti specifici che, come nel caso del Consilex Idrocon prodotto dalla Azichem S.r.l., ha la funzione di penetrare in profondità con la duplice funzione consolidante e idrorepellente.
Applicato a pennello o a spruzzo, e messo in commercio già pronto all'uso, va steso su superfici fredde e a temperature che si aggirano tra i 10° e i 25°.
SK96 1-205 prodotto da Kimia invece, necessita di solvente tipo Klimstone K 10.
La particolarità del prodotto è che non forma pellicole e lascia traspirare il paramento murario su cui è applicato, oltre ad essere fortemente resistente agli agenti atmosferici.Prodotti simili, riducono drasticamente lo sfarinamento del tufo, lo consolidano nel tessuto minerale e, al tempo stesso, riescono a prevenire la formazione di efflorescenze saline.
A seconda delle situazioni, il paramento murario tufaceo, può essere lasciato a faccia-vista, scelta però che va sempre verificata con le condizioni di esposizione e circostanziali, in genere.
Solitamente è consigliabile e, preferibile, concludere il ciclo di risanamento murario, con l'applicazione di intonaci traspiranti, che per loro funzione, proteggono le superfici sulle quali vengono applicati.
Molte case produttrici hanno messo a punto prodotti specifici per il risanamento di paramenti in tufo.
Alcuni prodotti presentano delle caratteristiche ad azione deumidificante, indicati sicuramente per murature poste in ambienti umidi o con evidenti segni di risalita capillare.L'intonaco R messo a punto dalla C.R.&R.C., ad esempio, si presenta come un intonaco a base di calce e pozzolana.
Può essere applicato a mano, come un normale intonaco, seguendo cioè la formazione delle guide o poste, e applicando l'intonaco in uno spessore di 2 cm per strato.
Si consiglia sempre di realizzare almeno due strati di intonaco ed uno di finitura.
L'intonaco può essere applicato più agevolmente a mezzo di macchine intonacatrici.
Realizzato l'intonaco, si procederà con lo strato di finitura che, per una buona resa, dovrà presentare le stesse caratteristiche dell'intonaco realizzato.
Inoltre deve garantire la permeabilità al vapore acqueo.
Lo strato di finitura potrà essere realizzato se trascorsi almeno 15 giorni dall'esecuzione dell'intonaco a spessore.
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