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Crisi immobiliare e social housing

Per far far forte alla crisi che ha colpito il settore edilizio e il mercato immobiliare, una delle possibili soluzioni avanzate è puntare sul social housing.
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Crisi del settore immobiliare


Uno dei mercati che risente in maniera sempre più esponenziale della crisi economica è il settore immobiliare.
Non si ha liquidità per poter comperare case, appartamenti o piccoli monolocali nonostante la flessione dei costi al metro quadrato.

L'Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, con una nota del 19 luglio scorso, si è espressa nel merito del calo delle compravendite, i cui dati sono il risultato dello studio dell'Osservatorio immobiliare di Nomisma:
Il mercato immobiliare residenziale segnala un nuovo peggioramento nei primi tre mesi dell'anno in corso, interrompendo i lievi segnali positivi che avevano caratterizzato la seconda parte del 2011. Le abitazioni compravendute registrano una flessione del 19,6% nel confronto con il primo trimestre del 2011, che segue la riduzione del 31,2% complessivamente registrata tra il 2007 ed il 2011.



Le cause della crisi immobiliare


flessione compravenditeLe motivazioni di questa flessione risiedono nella difficile situazione economica in cui versa il Paese: in primo luogo la mancata disponibilità di liquidità ha portato i cittadini a richiedere mutui che negli anni hanno visto crescere notevolmente i tassi di interesse.

Ciò ha portato, da un lato, le famiglie che avevo già fatto domanda di prestiti ad indebitarsi notevolmente, dall'altro ha indotto sfiducia nei nuovi richiedenti che hanno preferito evitare la richiesta per paura di non poter affrontare le spese, ma soprattutto ha portato le banche, sulla base di quanto accaduto, a non concedere più facilmente mutui a coloro i quali presentano, all'atto della richiesta, una situazione lavorativa precaria.

Un'altra causa è identificabile nel pagamento dell'IMU: seppur necessaria per produrre nuove entrate nelle casse statali, la nuova imposta, unitamente alla prevista riforma del catasto, ha gravato sulle spese delle famiglie proprietarie di beni immobili, terreni o fabbricati.

crisi immobiliareIl risultato è identificabile in una maggiore richiesta di alloggi in affitto, seppur in numero modesto, e nella situazione di stallo, dal punto di vista della compravendita, in cui ci troviamo.

Infatti, nonostante il numero delle famiglie e dei giovani in ricerca di indipendenza sia in aumento, le richieste di alloggi, già costruiti o nuovi, è in diminuzione: il risultato si traduce non solo in una crisi del settore immobiliare in senso stretto, ma anche dell'edilizia.

Molte imprese, infatti, strette nel gravoso sistema creditizio, e senza operare per lavori di edilizia pubblica e privati, sono costrette a chiudere.

Tutta questa situazione ha portato ad una sensibile riduzione del numero di produzione di nuovi alloggi e di un calo, di circa il 9%, del costo al metro quadrato e del valore degli immobili.


Le soluzioni alla crisi


vendita alloggioMoltissime sono le proposte portate avanti da rappresentanti di aziende, associazioni tecniche e privati cittadini: alcuni pensano all'abolizione dell'IMU per la prima casa, ad agevolazioni fiscali per l'acquisto di nuovi alloggi per giovani coppie e single, altri a modifiche alle imposte volte a colpire chi possiede più di un immobile e non chi versa in condizioni economiche disagiate, nonché a favorire le imprese edili con una minore imposizione fiscale.

Infine, puntare sul social housing inteso come settore volto alla realizzazione di alloggi a basso costo e per categorie disagiate, rappresenta la possibile svolta per la rinascita del settore edilizio e del mercato immobiliare, nonché ad una spinta innovativa per l'immagine delle nostre città spesso imbrigliate dalla staticità di quartieri degradati.


Social housing


social housingCostruire alloggi disponibili a prezzi inferiori rispetto alla media del mercato locale immobiliare rappresenta una forte necessità in relazione all'aumento del numero di richiedenti che rientrano in quella che si potrebbe definire fascia disagiata.

In questo modo l'acquisto o la locazione di un nuovo alloggio diventano più agevoli e si favorisce il lavoro di imprese qualificate.

Per far ciò è fortemente necessaria la collaborazione tra enti pubblici e realtà private: poter realizzare uno stabile a costi inferiore è, infatti, il risultato di una serie di facilitazioni e di abbassamenti di prezzi.

Le aree in cui devono sorgere i nuovi alloggi dovranno essere vendute a prezzi inferiori, i materiali e la manodopera utilizzati essere performanti e preparati, ma disponibili a prezzi agevolati.

Infine, gli alloggi a canone agevolato o concordato, così vengono definiti, rappresentano l'opportunità di realizzare nuove strutture non impattanti, sostenibili, svecchiando così le tristi realtà delle nostre città in cui venivano confinate le vetuste costruzioni degli anni Cinquanta destinate ad ospitare famiglie disagiate.

I quartieri destinati al social housing diventano, così, non delle realtà a confine, ma delle aree in cui ospitare edifici vivibili, ottimi sotto il profilo energetico, economici ed abitati da nuclei familiari dinamici, studenti, lavoratori e giovani coppie.

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