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Oggi è limitativo pensare al cartongesso solo come a una possibilità per realizzare piccoli interventi nelle ristrutturazioni d'interni.
Ancora più riduttivo se si considera questo materiale nella sola funzione volta a realizzare soffitti a quote differenti o per incassare prodotti d'illuminazione per gli ambienti, per nascondere canalizzazioni o tratti di tubazione d'impianti altrimenti posti “a vista”.
È più corretto invece ritenerlo un sistema costruttivo completo, che può soddisfare esigenze molteplici, rapido e pulito nella realizzazione perché, tra l'altro, posato senza l'utilizzo di malte e che offre molte possibilità creative per la definizione di volumi interni e per la realizzazione di vani tecnici, anche sospesi, e di contropareti isolanti, che risolvono non pochi problemi nell'orbita di una ristrutturazione, anche importante, di un appartamento.
Come accennato, la principale differenza tra il cartongesso e le murature in laterizio di tipo tradizionale, è quella di consentire una posa in opera a secco, cioè senza l'impiego di malte, quindi una realizzazione più rapida non essendo necessario attendere i tempi di asciugatura e di presa dei materiali, e allo stesso tempo anche una gestione del cantiere più facile e snella.
Il tutto si traduce anche in vantaggi economici, perché la possibilità di controllare con maggiore precisione i tempi di realizzazione e l'utilizzo di una minore manodopera comportano un indubbio ricorso minimo al portafogli rispetto ad una scelta esecutiva legata alle tradizionali murature.
Le principali difficoltà nell'accettare la proposta costruttiva risiedono sicuramente nella effettiva conoscenza, da parte di chiunque si approcci ad un intervento di ristrutturazione di un immobile e non è un addetto ai lavori, delle caratteristiche e peculiarità dei componenti del sistema a secco (lastre di tamponamento, orditure, materiali isolanti collocati all'interno) e della disponibilità dell'attuale mercato a rispondere a tante esigenze relativamente alle versioni, alle tipologie, alle dotazioni dei materiali da utilizzare.
Basti pensare ai vantaggi ed alle prestazioni, spesso celate, di resistenza meccanica, di isolamento termico e acustico, di resistenza all'acqua e all'umidità, nonché di resistenza al fuoco.
Il sistema a secco prevede che si utilizzi una struttura portante, composta da un'orditura metallica, formata da guide orizzontali posate a pavimento ed a soffitto; tali profili costituiscono sostanzialmente lo “spiccato” delle pareti definitive cioè l'andamento della parete prevista nell'ipotesi progettuale.
Ulteriori montanti verticali sono invece alloggiati nelle guide stesse e posati ad una distanza regolare l'uno dall'altro che si calcola di circa 50/60 cm.
Questi profili sono di acciaio zincato, resistenti all'umidità ed alla corrosione e si utilizzano sia per la realizzazione di pareti ma anche per contropareti e controsoffitti.
Pensiamo ad esempio ad una parete perimetrale in muratura che chiude un locale seminterrato che si vorrebbe rifunzionalizzare a tavernetta ma che presenta evidenti fenomeni di umidità a causa di un poco efficiente isolamento dal terreno esterno.
L'installazione di una controparete in cartongesso, definita nel gergo tecnico anche “fodera”, opportunamente distanziata dalla perimetrale ed isolata con il giusto pannello per aumentare la coibentazione termica risolverebbe il problema, a scapito di pochi centimetri di spessore che andrebbero persi nella larghezza totale dell'ambiente stesso.
I profili montanti più comuni hanno una sezione a C con larghezze variabili tra i 5/7cm ed i 5/10cm; le altezze invece variano dai 3 ai 4 metri fino a raggiungere gli 8 metri per applicazioni speciali.
In relazione alle esigenze impiantistiche e di spazi, i profili sopra descritti permettono quindi di realizzare pareti divisorie di spessori diversi, da un minimo di 7/8 cm circa al finito, cioè al termine della realizzazione considerando anche gli strati superficiali di finitura.
Il sistema è dunque molto flessibile; è possibile dimensionare la parete tenendo conto degli impianti che dovrà ospitare al suo interno: se pensiamo ad un divisorio tra due camere che dovrà contenere le normali dotazioni elettriche, cassette di derivazione, tubazioni o placche, potranno essere sufficienti montanti da 5 o 7,5 cm, mentre per realizzare una parete interessata da un impianto idrico, contenente quindi tubazioni di carico e scarico, saranno più idonei profili da 10 cm.
Prima dell'applicazione delle lastre si può prevedere l'inserimento nello spessore dei montanti di pannelli per l'isolamento termico ed acustico dell'abitazione o degli ambienti, a seconda delle esigenze dei futuri fruitori.
Ottenere una buona prestazione di isolamento acustico ad esempio può essere indispensabile per le pareti divisorie tra unità abitative, per bagni e cucine o per separare semplicemente la zona notte dalla zona giorno.
I pannelli più indicati sono quelli in lana di roccia, tipo DP4 della Knauf per pareti divisorie o in lana di vetro naturale tipo Isover G3 prodotto dalla Isover Italia , facili da inserire nei montanti grazie alla flessibilità e morbidezza.
È utile ricordare che in commercio sono presenti oggi pannelli prefabbricati di tamponamento che offrono una soluzione unica, composti dalla lastra di cartongesso con elevate proprietà isolanti perché già accoppiate con isolanti.
Basti pensare ai prodotti offerti dalla Isosystem che con il Gess Fon PSE offre un pannello composto da una lastra di cartongesso accoppiata ad una lastra in polistirene espanso sinterizzato PSE a norma EN 13163, per realizzare un efficace isolamento termico per controsoffitti, pareti e contropareti civili ed industriali.
Infine quindi le lastre di cartongesso che vengono fissate all'orditura metallica mediante viti per cartongesso, prodotte ormai in tante versioni e con spessori e dimensioni differenti per accontentare le più diverse esigenze, ignifuga, idrofuga, ad alta resistenza, accoppiata.
Tra le principali aziende leader nella produzione si può fare riferimento a Knauf e Weber .
Una volta fissate le lastre, e conclusa quindi la costruzione della parete, si procede con la stuccatura dei giunti fra le stesse oltre che delle teste delle viti.
Questa è l'operazione che permette di ottenere una superficie finale continua e omogenea, adatta ad ogni tipo di finitura scelta.
La stuccatura dei giunti avviene mediante l'utilizzo di stucchi e speciali nastri di armatura che consolidano le superfici e influiscono sulla resistenza meccanica, l'isolamento acustico, la qualità estetica e la durata della parete alla fine del procedimento realizzativo.
Solitamente tale procedimento prevede la stesura di 3 mani successive di stucco, oltre che la posa del nastro di armatura.
A seconda che il trattamento finale dopo la stuccatura, per il quale si attendono almeno 24 ore di asciugatura, sia con tinteggiatura con pitture coprenti, con pitture a grana fine o lucide, con trattamenti speciali quali spugnati, decorazioni o parato, si adopera un idoneo spessore della rasatura.
Il tutto però, lo si ricorda sempre, a vantaggio di tempi relativamente più brevi rispetto ad un più impegnativo processo di intonacatura di pareti nuove del tipo in laterizio, che prevedono le tre fasi di posa dell'intonaco mediante il rinzaffo, una successiva arricciatura e la rasatura a completare ed a vantaggio di costi sicuramente più contenuti per superficie realizzata.
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