Oggi è possibile accoppiare agi indubbi vantaggi di una copertura in rame anche quello ulteriore della sostenibilità ambientale, grazie all'utilizzo delle energie rinnovabili.
Tra i materiali che si possono utilizzare per realizzare un tetto di copertura va annoverato il rame, perché è un materiale di durata praticamente infinita, è resistente alle intemperie, è molto più leggero di altri materiali che si usano a questo scopo e resiste ad altissime temperature.
Una copertura in rame è anche esteticamente bella, grazie alla caratteristica patina naturale che si forma con il passare degli anni.
Oggi è possibile accoppiare a questi indubbi vantaggi anche quello ulteriore della sostenibilità ambientale, grazie all'utilizzo di energie rinnovabili.
Infatti è possibile realizzare coperture in rame captante che integrano pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria o per alimentare impianti di riscaldamento a pannelli radianti, a pavimento o a parete.
I pannelli sono completamente invisibili ad occhio nudo, perché esteticamente analoghi ai pannelli in rame, per cui assicurano un risultato di completa omogeneità della copertura.
Quindi il sistema permette di coniugare perfettamente le esigenze del risparmio energetico con quello dell'integrazione architettonica, che bisogna rispettare in determinati contesti, ad esempio nei centri storici.
I pannelli sfruttano, per captare la radiazione solare un sistema di tubi sottomanto in cui scorre un fluido termovettore che quindi non sono visibili all'esterno.
In questo modo si mantengono inalterate tutte le caratteristiche di una copertura in rame, non ultime quelle di resistenza agli agenti atmosferici.
Il sistema è inoltre strutturato in modo da essere modulare e facilmente ispezionabile nel caso in cui sia necessario un intervento di manutenzione dell'impianto.
Il sistema è TECU® Solar System, prodotto da Kme e nella configurazione più semplice si compone di collettore, circuito primario, boiler di accumulo ed è disponibile nelle finiture Tecu®Oxid e Tecu®Patina.
Il funzionamento è quello solito degli impianti solari termici: il fluido termovettore una volta riscaldato, viene convogliato nella serpentina dello scambiatore che si trova all'interno del serbatoio di accumulo, sotto la spinta della pompa primaria del circuito.
Attraverso questo percorso a serpentina il fluido trasferisce il suo calore all'acqua calda sanitaria, contenuta nel serbatoio di accumulo, che viene inviata all'utenza sotto la spinta del circuito secondario.
Una volta raffreddato, il fluido termovettore ritorna ai tubi in rame per iniziare nuovamente il ciclo.