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Il patrimonio edilizio esistente come tutte le cose di questo mondo risente del passare del tempo manifestando una serie di sintomi più o meno evidenti che offrono ad un occhio attento elementi per redigere una diagnosi dell'eventuale tipo di dissesto consentendo la redazione di un progetto di consolidamento atto a garantire nel tempo la necessaria sicurezza e stabilità che ogni manufatto edilizio deve avere.
Ovviamente la casistica di interventi è variabile da caso a caso e comporta modalità di intervento più o meno invasive.
Nelle costruzioni in muratura che rappresentano la maggior parte di quelle che appartengono al patrimonio ormai invecchiato, per poter intervenire si ricorre spesso alla sostituzione di parti strutturali ormai non più affidabili, con nuova muratura (es.cuci e scuci) o con tutta una serie di metodiche che comunque comportano tagli nelle murature o demolizione di parte di esse.
È ovvio che questi tipi di interventi non possono essere fatti in presenza di coloro che abitano in tali costruzioni per opportuni motivi di sicurezza, ne consegue un disagio per gli occupanti che devono necessariamente abbandonare la propria abitazioneper tutto il periodo dello svolgimento dei lavori.
Oltre all'inconveniente sopracitato, è frequente il caso in cui la parte strutturale da demolire riporta su uno dei lati del paramento murario un'opera d'arte o un fregio di particolare interesse artistico storico (Lapide commemorativa, scultura, ecc) in questo caso l'operazione di consolidamento diventa abbastanza onerosa a causa di tutte quelle precauzioni che occorre prendere per evitare danni all'opera artistica e garantire contemporaneamente con efficacia la riuscita dell'opera di consolidamento.
Per ovviare a tutto ciò esiste oggi la possibilità di rinforzare strutture di vario genere mediante l'impiego in opera di materiali compositi in fibre di carbonio, vetroaramide, e polivinilacol, collegati al supporto (legno, murature di vario genere, calcestruzzo armato) mediante resine epossidiche.
Il sistema che adotta La Edilan s.r.l. nel sistema Carboedil, si basa fondamentalmente nell'impiego dei seguenti componenti:
• Nastri in tessuto secco mono e bidirezionali per la laminazione in sito con la tecnica wet lay up per il rinforzo di grandi e composte superfici.
• Lamine pultruse in varie geometrie e contenuto di fibre di rinforzo in zona tesa di strutture di piccole dimensioni.
• Barre tonde pultruse in vari diametri impiegate per gli ancoraggi ardifix e chiodature armate.
Questi materiali frutto di ricerche nel campo spaziale, aeronautico e navale, sono rivolti principalmente al consolidamento statico di strutture in cemento armato, muratura, acciaio, legno.
Le tecniche sopradescritte garantiscono:
• Resistenza meccanica;
• Leggerezza (importante in zona sismica);
• Assoluta mancanza di corrosione;
• Reversibilità degli interventi;
• Rapidità di installazione;
• Conservazione delle sagome originali per la ridotta invasività;
• Mantenimento dell'agibilità delle strutture;
• Riduzione del disagio per coloro che occupano gli edifici interessati dall'intervento;
• Mantenimento dell'agibilità delle strutture.
L'impiego di questa tecnica è provvidenziale per tutti quei casi di dissesti improvvisi ed accidentali provocati da danni naturali ed atmosferici e dal degrado naturale dovuto all'invecchiamento.
Un esempio tipico ricorrente è il cedimento di un pilastro o cantonata d'angolo a causa di sovraccarichi accidentali che superano quelli consentiti o a causa della snellezza eccessiva dell'elemento strutturale che viene così a trovarsi caricato di punta.
In questi casi dopo aver opportunamente scaricato dal peso la struttura interessata (puntellamento) si procede velocemente con una semplice operazione di fasciatura adeguatamente calcolata e posizionata al fine di consentire senza aumentare le dimensioni della parte da consolidare l'aumento della capacità portante della stessa.
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