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Le murature portanti sono le strutture più caratteristiche degli edifici storici, ma allo stesso tempo risultano costantemente esposte a condizioni ambientali e fenomeni naturali che ne diminuiscono la durabilità.
I problemi più diffusi sono due: i danni da infiltrazioni d’acqua, costituiti normalmente da efflorescenze e sub-efflorescenze saline, disgregazione e polverizzazione della malta di allettamento e degli stessi elementi del paramento murario; e i dissesti strutturali, spesso dovuti a terremoti, cedimenti differenziali del terreno o alle condizioni di carico dell’edificio.
Danni da infiltrazioni d'acqua in un magazzino interrato, by Uretek
I tutti i casi, tali problemi non vanno trascurati, ma anzi risolti tempestivamente con opportuni metodi di risanamento e consolidament.
In mancanza di adeguate contromisure, il degrado e i dissesti tendono infatti ad aggravarsi progressivamente, diminuendo sensibilmente il comfort interno, la salubrità, la sicurezza statica e soprattutto sismica dell’edificio.
Fortunatamente, al giorno d’oggi esistono vari metodi ormai consolidati e poco invasivi, che si basano sull’iniezione nella muratura di appositi prodotti, come un’emulsione cremosa a base di silano monomero per arrestare la presenza dei fronti di risalita, o resina espandente per le lesioni strutturali.
Un primo nemico sono le vere e proprie infiltrazioni d’acqua, che riguardano soprattutto le fondazioni, i muri controterra, i piani interrati e seminterrati.
Progetto di risanamento murario di Uretek con iniezioni micro-invasive
La loro azione è duplice: favoriscono l’erosione del terreno di fondazione, con conseguente abbassamento dello stesso e comparsa di lesioni strutturali a taglio diagonale, e impregnano le murature in seguito alla pressione idrostatica esercitata dal terreno posto dietro alle pareti.
Il risultato è la formazione di gocciolamenti, macchie persistenti, distacco dell’intonaco, disgregazione della malta di allettamento e degli elementi costitutivi della muratura, proliferazione di patine biologiche ed efflorescenze saline.
Si tratta raramente di problemi così gravi da mettere a rischio la sicurezza strutturale; ma, se trascurati per un periodo sufficiente, tali da richiedere costose opere di risanamento, favorire la comparsa di nuovi dissesti strutturali o aggravare quelli in atto.
Iniezioni di resine poliuretaniche idroattive di Uretek contro le infiltrazioni dai muri controterra
Normalmente il rimedio più comune prevede l’installazione di adeguate reti di drenaggio dell’acqua piovana e di falda con apposite tubazioni di pvc microforato e l’impermeabilizzazione del lato controterra della parete coinvolta.
È sicuramente un sistema drastico e risolutivo, altamente consigliato ed efficace in caso di restauro, miglioramento sismico o ristrutturazione globale, ma difficilmente attuabile in contesti urbani, su edifici storici o in adiacenza ad altre costruzioni, ai confini del lotto o ai fabbricati vicini.
In questi casi si può tuttavia ricorrere alle iniezioni di resine poliuretaniche idroattive attraverso micro-fori appositamente praticati in punti strategici della muratura da risanare: a contatto con l’acqua, la resina si espande, creando una barriera impermeabile che blocca il passaggio dell'acqua anche in presenza di forti pressioni idrostatiche.
Risanamento murario di Uretek con iniezioni micro-invasive
I vantaggi di questa tecnologia, messa a punto da Uretek Italia Spa, sono un'invasività piuttosto bassa, l'efficacia immediata e lacapacità di adattarsi aipercorsi irregolari seguiti dall’acqua all’interno della muratura, sigillando in modo capillare le vie di infiltrazione.
In poche ore è dunque possibile arrestare flussi che, altrimenti, comprometterebbero l’intero ambiente interrato o seminterrato.
Oltre alle infiltrazioni vere e proprie, un altro degrado estremamente comune è la risalita capillare dell’umidità.Tipici danni da risalita capillare dell'umidità - Foto Getty Images
Si verifica quando l’acqua contenuta nel terreno (proveniente dalle falde sotterranee, dall’accumulo di acqua piovana in caso di strati impermeabili nel sottosuolo o da perdite da fogne, acquedotti e discendenti pluviali) risale attraverso i capillari della muratura, trasportando i sali solubili che, cristallizzando in superficie, formano efflorescenze e sub-efflorescenze.
I danni sono dunque simili a quelli prodotti dalle infiltrazioni prolungate, e comprendono il distacco dell’intonaco, la disgregazione e polverizzazione della malta di allettamento e la fessurazione, scagliatura ed esfogliazione degli elementi costitutivi della muratura: nei casi più gravi il degrado è così avanzato da causare l’estesa mancanza della malta di allettamento, con conseguente riduzione della sezione resistente della muratura, che diventa più vulnerabile ai dissesti strutturali.
Il degrado dovuto alla risalita capillare dell'umidità - Foto Getty Images
Le zone più colpite sono invece quelle di bagnasciuga, corrispondenti al massimo livello raggiunto abitualmente dal fronte di risalita. I materiali più vulnerabili, come il laterizio o l’arenaria, si caratterizzano per un alto tasso di porosità.
La risalita capillare risulta anche particolarmente difficile da contrastare perché si tratta di un processo continuo e persistente, che non può essere eliminato con semplici intonaci o barriere superficiali.
La soluzione più efficace prevede dunque la creazione di una barriera chimica all’interno della muratura con l’iniezione di specifici prodotti idrofobizzanti, che penetrano negli alveoli del materiale riducendone le capacità di assorbimento.
In altre parole, si cerca di formare una sorta di taglio impermeabile orizzontale, simile a quello attualmente previsto nei nuovi edifici con l’installazione di guaine o materiali isolanti.
Esecuzione di una barriera chimiche contro la risalita capillare dell'umidità, by Uretek
Una volta realizzata la barriera chimica, la muratura inizia lentamente ad asciugarsi, liberandosi dell’umidità accumulata.
È un processo graduale che può richiedere alcuni mesi, ma che apporta risultati duraturi, perché, a differenza degli altri interventi, non si agisce solo sui sintomi, ma sulla causa primaria, impedendo ulteriori risalite capillari.
Nella soluzione Uretek Barrier le iniezioni di miscela idrofobizzante vengono distribuite uniformemente lungo una serie di fori di piccolo diametro appositamente praticati al piede della muratura.
Si ottiene quindi un effetto di durabilità, che consente alle murature di asciugarsi progressivamente e recuperare un buon equilibrio igrometrico. Questo processo quindi non solo previene nuovi danni, ma favorisce anche il recupero degli intonaci, un miglioramento del comfort abitativo interno e la salvaguardia del valore dell’immobile.
Il funzionamento delle barriere chimiche per la risalita capillare dell'umidità, by Uretek
In un condominio l’intervento contribuisce inoltre a risolvere i problemi cronici di umidità di cantine e vani scala, riducendo le spese di manutenzione ordinaria e migliorando la vivibilità degli ambienti comuni.
A differenza di altri sistemi, la barriera chimica di Uretek non altera l’aspetto esteriore delle murature e non compromette le loro proprietà meccaniche.
È quindi una soluzione compatibile anche con il restauro conservativo, in cui il rispetto dei materiali originali è un requisito fondamentale. Inoltre, la rapidità di esecuzione riduce i tempi di cantiere e limita i disagi per gli abitanti.
Oltre ai problemi generati dall’acqua, le pareti portanti presentano spesso un’altra criticità, costituita da crepe e lesioni in facciata, chiaro indizio di un dissesto strutturale in atto.
Lesione strutturale in una parete portante di pietrame - Foto Pixabay
Le loro cause sono numerose: danni da terremoto, modifiche nel sistema dei carichi o nelle strutture dell’edificio (ad esempio dovute all’aperture di una bucatura o all’abolizione di un pilastro), assestamenti del terreno di fondazione, vibrazioni, perdite d’acqua e così via.
In tutti i casi, ristabilire la continuità muraria è il modo più semplice e immediato per conseguire un rapido miglioramento delle prestazioni statiche e sismiche delle murature lesionate.
Spesso, questo avviene grazie a operazioni invasive come la demolizione e ricostruzione per piccole porzioni (scuci-cuci) o l'inserimento di cuciture armate con barre di acciaio: tali metodi, pur efficaci, risultano lunghi, costosi e disagevoli.
La tecnologia Walls Restoring di Uretek per il consolidamento delle pareti portanti
La tecnologia WALLS RESTORING® di Uretek si differenzia invece un approccio innovativo e non invasivo, basato sull'iniezione controllata di una speciale resina poliuretanica: questa, con un basso tempo di reazione e un'alta capacità di espansione, penetra in profondità nelle soluzioni di continuità della parete, riempiendo le cavità esistenti ed esercitando una pressione controllata che salda i lembi delle lesioni.
L’intervento non si limita dunque a riempire le fessure visibili, ma agisce in profondità, consolidando l’intero spessore della muratura.
Il metodo prevede varie fasi di lavoro.
La prima operazione riguarda l’esecuzione di una serie di fori di piccolo diametro lungo le lesioni nei muri e in altri punti strategici predeterminati, in cui si introduce una sonda endoscopica per verificare l’eventuale presenza di vuoti e monitorate costantemente la successiva propagazione della resina.
Esecuzione dei fori per le iniezioni di resina espandente, by Uretek
Dopo tale indagine preliminare la sonda è sostituita da sottili cannule metalliche, in cui si inietta sotto pressione la resina bicomponente URETEK IDRO CP 200® allo stato liquido.
Dopo 40-60 secondi, questa comincia ad indurirsi, solidificandosi completamente nel giro di 24 ore, esercitando una pressione massima di espansione di 200 kPa in condizioni di confinamento ottimale.
Successivamente, si rimuovono le cannule e i fori vengono stuccati con una malta compatibile con i materiali originari.
La tecnologia si può applicare a vari tipi di dissesti.
Inserimento degli ugelli per il consolidamento con iniezioni di resina, by Uretek
L’uso più comune riguarda le lesioni a taglio diagonale dovute ai cedimenti del terreno: è però necessario che il metodo sia applicato solo dopo la stabilizzazione completa del dissesto e insieme al consolidamento delle fondazioni e/o del terreno sottostante.
Altre applicazioni sono i dissesti per carichi verticali eccessivi con parzializzazione del pannello murario, i danni da terremoto con le tipiche lesioni a taglio diagonale a forma di X, o i muri con più paramenti poco ammorsati oppure a sacco: sono pareti quasi sempre molto spesse, ma formate da due strati esterni di pietra o mattoni e un riempimento centrale più scadente o addirittura di materiale incoerente.
In tali casi la resina espandente risulta infatti piuttosto efficace, soprattutto grazie alla propria capacità di penetrare e sigillare perfettamente tutte le cavità esistenti, aumentando considerevolmente la rigidezza e l’ammorsamento reciproco tra il nucleo interno e i paramenti esterni.
Per risanamento delle murature, interventi di consolidamento statico e strutturale, si consiglia di rivolgersi a Uretek Italia Spa, leader indiscusso negli interventi poco invasivi con resine espandenti.
Uretek tratta l'intero volume di terreno in profondità, utilizza resine a rapida espansione permettendo al cliente la verifica diretta, mediante laser di precisione, dell'efficacia dell'intervento in ogni punto di iniezione.
L'azienda fornisce un'assicurazione decennale post intervento di una primaria compagnia assicurativa di livello mondiale, utilizza materiali certificati e controllati, resine prodotte in esclusiva dal leader mondiale del settore.
Ogni intervento Uretek include la fase progettuale, di monitoraggio e di collaudo, una squadra di ingegneri geotecnici si dedica quotidianamente ad assistere i professionisti nella progettazione degli interventi e alla supervisione dei cantieri mediante uno scrupoloso servizio anche post-vendita, a disposizione del cliente per aiutarlo nella fase preparatoria, durante e dopo l'intervento.
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