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Quando si notano alcune crepe (o più precisamente lesioni) nella propria abitazione, la prima cosa da fare è non spaventarsi, perché i dissesti strutturali raramente si aggravano improvvisamente, causando crolli parziali od obbligando i proprietari a sgomberare rapidamente l’edificio.
Normalmente, infatti, il quadro fessurativo (cioè l’insieme delle lesioni di una parete, una stanza o un fabbricato) evolve lentamente ma costantemente: le lesioni tendono dunque ad allungarsi, allargarsi e aumentare di numero, assumento una configurazione strettamente correlata alle cause del dissesto e alla porzione di edificio interessata.
Quadro fessurativo da cedimento del terreno di fondazione, by Uretek
Non bisogna però nemmeno trascurare la situazione, perché nel lungo periodo il progressivo aggravamento del dissesto si traduce in riparazioni e consolidamenti sempre più invasivi e costosi.
Occorre dunque seguire un iter ben preciso, articolato in varie fasi.
Per prima cosa si deve contattare un tecnico (architetto o ingegnere) o un’azienda specializzata in monitoraggi strutturali, che predisporrà un’accurata serie di indagini diagnostiche per accertare le cause e l’evoluzione del dissesto.
Si passa quindi alla progettazione dell’intervento, e infine alla sua esecuzione.
Dopo aver contattato un tecnico o un’azienda di provata esperienza come Uretek Italia Spa, il passo successivo comprende uno o più sopralluoghi preliminari per esaminare la conformazione planimetrica dell’edificio, le sue caratteristiche costruttive (con particolare attenzione ai materiali utilizzati, al tipo di struttura portante e al numero e posizione delle aperture) e naturalmente la forma ed estensione del quadro fessurativo.
Questo viene anzi analizzato nella sua globalità, perché fornisce indizi fondamentali sulla natura e le cause del dissesto.
Ispezione preliminare del pilone di un antico ponte, by Uretek
Si considera anche il contesto in cui si trova l’edificio, che spesso influenza i problemi strutturali rilevati: un terreno in pendenza favorisce infatti i movimenti, gli assestamenti o i cedimenti delle fondazioni; mentre una strada molto trafficata produce continue vibrazioni che nel lungo periodo possono lesionare alcuni componenti dell’edificio, come i controsoffitti.
Il sopralluogo serve però anche a progettare il monitoraggio strutturale, e in particolare a definire gli strumenti più adeguati al caso specifico, i loro punti di installazione e il periodo necessario.
Il monitoraggio strutturale è forse la parte più importante di qualsiasi consolidamento: la progettazione ed esecuzione di un intervento inadeguato risulta infatti completamente inefficace o può addirittura peggiorare i dissesti già in atto e/o rendere l’edificio più vulnerabile in caso di terremoto.Esecuzione di un sopralluogo preliminare, by Uretek
Perciò, la prima cosa da verificare sono le cause principali del dissesto e la sua evoluzione: se infatti questo non risulta ormai stabilizzato, il consolidamento rischia di risultare insufficiente, e perciò le lesioni torneranno a riformarsi in breve tempo esattamente negli stessi punti, con ovvio spreco di tempo e risorse.
Il monitoraggio viene condotto in due modi differenti, cioè la sorveglianza delle lesioni e l’esecuzione di indagini diagnostiche strumentali.
I fessurimetri sono piccoli strumenti analogici formati da due piastrine di plexiglas trasparente che vengono montate a cavallo delle lesioni: la prima, detta piastra fissa, riporta un reticolo millimetrato, mentre la seconda (la piastra mobile) presenta due linee perpendicolari, normalmente rosse.
Lesione da cedimento del terreno di fondazione idonea per l'applicazione di fessurimetri, by Uretek
Il funzionamento è molto semplice: dopo aver misurato l’ampiezza della lesione alla data dell’installazione, la piastra fissa del fessurimetro viene saldamente fissata con colla o gesso da stuccatori nel punto da monitorare.
Successivamente, vi si sovrappone la piastra mobile, anch’essa fissata al capo opposto della lesione, facendo coincidere perfettamente le due linee rosse con il reticolo millimetrico sottostante.
A questo punto, sarà sufficiente controllare periodicamente (ad esempio una volta al mese) il fessurimetro per verificare eventuali allargamenti o restringimenti della lesione.
Nonostante la sua semplicità e il bassissimo costo, i fessurimetri sono infatti piuttosto precisi, perché consentono di rilevare spostamenti fino a un decimo di millimetro.
Controllo strumentale durante il consolidamento del terreno con iniezioni di resine, by Uretek
Se è necessaria una maggior precisione, occorrono apparecchiature elettroniche più performanti, come gli estensimetri e i distanziometri meccanici.
Questi ultimi misurano le distanze tra due caposaldi fissi, normalmente costituite da chiodi o piccoli dischetti metallici, che vengono posizionati in punti prestabiliti a due lati della lesione: su questi si appoggia uno strumento di misura munito di due punte, la cui distanza fornisce la lettura richiesta.
Gli estensimetri a filo misurano invece la deformazione di un elemento, come un pilastro o una colonna: sono molto efficaci soprattutto nei dissesti a schiacciamento, perché riescono a misurare con estrema precisione anche gli eventuali spanciamenti o deformazioni fuori piano.
Il monitoraggio viene prolungato per almeno un anno solare, cioè un intero ciclo stagionale.
I motivo è semplice: molto spesso i dissesti degli edifici sono dovuti al cedimento o all’assestamento del terreno di fondazione, che manifesta una variazione stagionale piuttosto caratteristica.
Distaccio di un solaio per il cedimento del terreno di fondazione, by Uretek
In estate le lesioni tendono infatti ad allargarsi, perché il sottosuolo, molto secco e compatto, riduce il suo volume; mentre in autunno e inverno le piogge intense ne causano viceversa la dilatazione, con conseguente parziale chiusura delle lesioni.
Per verificare se un dissesto si è stabilizzato, occorre dunque confrontare la larghezza delle lesioni nello stesso periodo di due anni successivi.
Oltre al controllo delle lesioni, il monitoraggio strutturale comprende generalmente altre indagini diagnostiche, soprattutto nel caso di cedimenti o assestamenti del terreno.
Per progettare un consolidamento adeguato, risulta infatti decisivo conoscere sia la portanza del terreno (cioè la sua resistenza meccanica e di conseguenza l’entità dei carichi che può sostenere), sia la stratigrafia, cioè la successione di tutti gli strati che lo compongono.
A tale scopo Uretek può eseguire varie prove strumentali.
Campioni di terreni prelevati mediante carotaggi da Uretek
La stratigrafia viene normalmente rilevata con l’esecuzione di carotaggi con il prelievo di campioni che poi vengono esaminati e direttamente da un tecnico specializzato; mentre la portanza può essere determinata con prove penetrometriche, che determinano la resistenza del terreno alla penetrazione di un apposito strumento detto penetrometro.
Gli eventuali abbassamenti di pavimenti e piani di campagna, difficilmente percepibili a occhio nudo se di piccola entità, sono invece rilevabili con inclinometri e livelli laser.
Una volta acquisiti i dati del monitoraggio e delle indagini diagnostiche complementari, si passa alla progettazione del consolidamento vero e proprio.Grave lesione strutturale in una muratura storica, by Uretek
Nel caso di cedimento o assestamento del terreno di fondazione, i consolidamenti più comuni sono tre:
Consolidamento del terreno con resine espandenti, by Uretek
Quest’ultimo è meno invasivo e costoso, e rispetto agli altri metodi può essere impegnato anche per il risollevamento di piani pavimentali o massicciate stradali.
Risulta inoltre perfettamente compatibile anche con edifici storici e contesti di altro pregio architettonico e urbanistico, come dimostra ad esempio l’intervento eseguito da Uretek presso le Dogane di Venezia, un edificio monumentale della seconda metà del XVII secolo.
Il consolidamento del terreno mediante iniezioni di resine espandenti, secondo la tecnologia Uretek Deep Injections®, prevede una sequenza di fasi progettate per intervenire in modo mirato, rapido e non invasivo su strutture soggette a cedimenti.
Dopo la conclusione del monitoraggio strutturale e la caratterizzazione geotecnica del terreno, ovviamente necessaria per verificare l’applicabilità effettiva del sistema, si passa alla progettazione vera e propria: nel caso delle Dogane di Venezia, le indagini preliminari hanno evidenziato la presenza di terreni a bassa consistenza in prossimità delle fondazioni.Progetto schematico del consolidamento eseguito da Uretek nelle Dogane di Venezia
È stato dunque progettato un intervento su misura, con iniezioni localizzate a profondità variabili tra 1,5 e 4 metri, in corrispondenza delle zone più sollecitate: in alcuni punti sono stati necessari addirittura sette livelli di iniezioni, come dimostra questo schema.
Come in tutti gli interventi di questo tipo, anche quelli su edifici ben più piccoli e modesti come palazzine o villette unifamiliari, la fase successiva ha previsto la realizzazione di fori di piccolo diametro (circa 26 mm) attraverso le murature, i pavimenti e le fondazioni: è una fase particolarmente delicata, perché in edifici monumentali si potrebbero arrecare gravi danni a finiture o elementi decorativi di pregio storico, artistico e culturale.
Occorre inoltre servirsi di strumenti che non producono vibrazioni, per non aggravare le lesioni già presenti o danneggiare i componenti più sensibili come le false volte e i controsoffitti di canniccio intonacato.Consolidamento della Dogana di Venezia con iniezioni di resine espandenti, by Uretek
Attraverso i fori appositamente praticati, sono stati quindi inseriti tubi di iniezione attraverso cui è stata pompata la resina espandente monocomponente a base poliuretanica Uretek Geoplus®, in grado di espandersi rapidamente fino a 30 volte il proprio volume originario.
Una volta iniettata, la resina penetra nel terreno e si espande in pochi secondi, costipandolo e riempiendo eventuali vuoti o cavità, con un effetto consolidante immediato.
L’intervento viene monitorato in tempo reale con strumenti laser ad alta precisione, in grado di rilevare anche micromovimenti della struttura con un’accuratezza al decimo di millimetro.
Nelle Dogane di Venezia il consolidamento ha ripristinato l’equilibrio delle fondazioni senza alcuna interruzione d’uso degli spazi interni.
L’intervento si è svolto rapidamente, senza scavi né demolizioni; mentre la durabilità della resina, resistente all’umidità, è risultata particolarmente adatta al contesto lagunare.
Intervenire sugli edifici eseguendo opere di consolidamento poco invasive, si può con la tecnologia di Uretek Italia Spa
L'azienda, fondata nel 1990, si occupa da sempre di consolidamento fondazioni e terreni utilizzando iniezioni di resina espandente. Sin dai primi anni di attività ha costantemente investito sulle risorse umane nel campo della ricerca applicata nel campo dei consolidamenti.
Il risultato di una politica aziendale rivolta al miglioramento continuo sono lo sviluppo di nuove tecnologie, l'ottenimento di brevetti internazionali, la collaborazione con prestigiose università internazionali e le certificazioni di qualità.
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