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La qualità dell'acqua è un elemento fondamentale per la nostra vita domestica e famigliare, il corretto funzionamento degli elettrodomestici (in particolare lavatrici e lavastoviglie) e la durabilità dei sanitari e rivestimenti di bagni e cucine.
Ha anche una grande importanza per la sostenibilità ambientale, perché ridurre il consumo dell'acqua minerale diminuisce sensibilmente le bottiglie di plastica da smaltire o riciclare e l'inquinamento dei tir necessari a trasportarle.
Un addolcitore diminuisce la durezza dell'acqua
Tuttavia in molti casi la qualità dell'acqua potabile delle nostre città non risulta ottimale e occorre perciò migliorarla con opportuni accorgimenti.
Il sistema più efficace consiste nell'installare un addolcitore d'acqua.
In questo articolo si cercherà perciò di chiarire il suo principio di funzionamento, capire quando e dove installarlo e valutare i vari modelli presenti sul mercato.
Uno dei parametri che influenzano maggiormente la qualità dell'acqua è la sua durezza, cioè il numero di ioni di calcio e magnesio disciolti all'interno di essa.
La durezza influisce sulla qualità dell'acqua
La durezza dell'acqua si misura in parti per milione (ppm) o milligrammi di calcio e magnesio presenti in un litro d'acqua (mg/l), oppure in gradi francesi (°F).
In generale, in base a questi parametri un acqua viene classificata come:
La durezza dell'acqua dipende dal contenuto di calcare
Attualmente, la legge italiana non prescrive il contenuto massimo di calcio e magnesio ammissibile per l'acqua potabile, e perciò è possibile trovare acqua di rubinetto dura o molto dura.
Un'acqua di questo tipo si riconosce facilmente per gli aloni, le macchie o le vere e proprie incrostazioni biancastre che forma sui bicchieri di vetro, i rubinetti e le serpentine degli elettrodomestici.
Anche se il consumo di un'acqua molto dura non influisce direttamente sulla salute umana, cioè non favorisce lo sviluppo di patologie pericolose, tuttavia presenta alcuni notevoli svantaggi.
Bollitore con incrostazioni di calcare, by Culligan
Per prima cosa, un'acqua molto calcarea può avere un cattivo sapore, e dunque risultare sgradevole da bere e poco adatta per cucinare.
Inoltre, i sali e il calcare possono reagire con lo shampoo e il sapone formando depositi insolubili che si accumulano sui capelli, rendendoli secchi, fragili e tendenzialmente opachi. Lo stesso problema riguarda anche la pelle, che nei soggetti predisposti tende a favorire arrossamenti, pelle secca e irritazione.
Un'acqua poco calcarea aumenta l'efficienza degli elettrodomestici
Il calcare è inoltre dannoso per gli elettrodomestici, perché accumulandosi su filtri e serpentine riduce l'efficienza di funzionamento di lavatrici, lavastoviglie, caldaie e scaldabagno, aumentando i consumi elettrici.
Inoltre la loro vita utile tende ad accorciarsi, perché le incrostazioni calcaree favoriscono il malfunzionamento di alcuni componenti, con un conseguente aumento della frequenza dei guasti e relativi costi di manutenzione.
Anche l'azione dei detergenti risulta ostacolata dal calcare di un'acqua molto dura, rendendo necessaria una maggiore dose di prodotto per lo stesso risultato.
I tipici aloni di calcare prodotti da un'acqua dura
Infine una massiccia presenza di aloni e incrostazioni compromette seriamente l'aspetto estetico di rubinetti, pareti del box doccia e stoviglie in vetro, con conseguente aumento del tempo da dedicare alla loro pulizia e sottratto ad altre occupazioni più piacevoli.
Se si desidera soprattutto ridurre la durezza dell'acqua, la soluzione migliore è installare un addolcitore o decalcificatore.
Dal punto di vista operativo, si tratta di un apparecchio che, attraverso uno scambio ionico, sostituisce il calcio e magnesio disciolti nell'acqua con minerali di sodio.
Questo processo avviene in un apposito serbatoio pieno di perline di resina caricata negativamente: quando l'acqua dura fluisce attraverso di esse, gli ioni positivi di calcio e magnesio si attaccano alle perline, venendo sostituiti dal sodio con cui è caricata la resina.
Perline di resina per l'addolcitore d'acqua, by Culligan
Tuttavia, per funzionare correttamente, un addolcitore va regolato accuratamente secondo le indicazioni del produttore, in modo da mantenere l'acqua potabile e soprattutto evitare un eccessivo rilascio di sodio, che potrebbe alterare in gusto dell'acqua e soprattutto favorire alcuni problemi di salute.
Inoltre, poiché con il passare del tempo gli elementi rimossi si accumulano sulle perline, l'efficienza dell'addolcitore si riduce progressivamente.
Occorre dunque eseguire periodicamente un processo di rigenerazione della resina attraverso l'inserimento nel serbatoio di una soluzione salina, in grado di ripristinare la carica iniziale delle perline.
Sali di sodio per la rigenerazione della resina dell'addolcitore, by Culligan
Un'altra operazione indispensabile è anche la pulizia del serbatoio della resina e del contenitore del sale necessario alla rigenerazione.
A tale scopo, dopo averli svuotati occorre pulire accuratamente i serbatoi con aceto o detergenti specifici e soprattutto rimuovere le impurità non solubili (come ad esempio terriccio o sassolini) eventualmente contenute nel sale attraverso periodici risciacqui con acqua ben pulita.
Tuttavia, a un certo punto la resina tende a esaurirsi e va perciò sostituita: è un'operazione che si può eseguire in autonomia o affidare a un tecnico specializzato.
La durata della resina, comunque calcolabile in alcuni anni, dipende infatti dalla durezza dell'acqua in ingresso, dal numero di cicli di addolcimento e ovviamente dal consumo di acqua quotidiano.
Secondo la Norma UNI 8065:2019 sul trattamento dell'acqua negli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo, l'addolcitore è necessario quando un impianto di riscaldamento ha una potenza maggiore di 350 kW e la durezza dell'acqua è superiore a 15 °f.
Gli addolcitori d'acqua di Culligan
Nel caso di impianto con potenza inferiore, l'addolcitore risulta invece consigliato quando la durezza dell'acqua supera i 35 °f.
In entrambi i casi, si tratta di acque classificate come moderatamente morbide, una situazione piuttosto frequente nelle città italiane.
Normalmente un addolcitore viene installato a monte dell'impianto idraulico (cioè prima degli elettrodomestici e della caldaia) e richiede la presenza della tubazione di adduzione dell'acqua, di uno scarico e una presa elettrica: un ottima posizione è ad esempio sotto o vicino al lavello della cucina.
Addolcitore salvaspazio Avenew di Culligan
Prima di scegliere un modello specifico occorre perciò considerare la potenza richiesta in base al proprio consumo di acqua e ovviamente lo spazio necessario per l'installazione.
Una famiglia numerosa (fino a 6-8 persone) consuma ovviamente molta acqua e perciò richiede un addolcitore più potente.
Naturalmente, questi apparecchi sono più voluminosi e hanno bisogno di uno spazio dedicato, ad esempio in lavanderia o nel garage: sono dunque la soluzione più indicata per una villetta indipendente.
Il modello Evolution Power 600 di Euroacqua ha una portata di servizio fino a 37,9 litri per minuto, per un ingombro volumetrico di cm 114 in altezza, 35,5 in larghezza e 51 di profondità.
Può connettersi via wi-fi e dispone di un sistema per il rilevamento automatico del livello del sale per la rigenerazione.
Addolcitore a doppio corpo Modernity by Culligan
Anche l'addolcitore Modernity di Culligan si contraddistingue per la sua efficienza.
Dotato di due corpi indipendenti per la resina e il sale per la rigenerazione, grazie a un sistema brevettato può rigenerare solo la porzione di resina effettivamente utilizzata, diminuendo notevolmente il consumo di sale e acqua necessari per la rigenerazione.
Una famiglia poco numerosa, chi consuma poca acqua o vive in un appartamento, deve invece privilegiare un addolcitore più compatto e dall'ingombro contenuto, a costo di ridurre la quantità d'acqua che si può trattare.
In questo caso la collocazione migliore è un ripostiglio, un bagno di servizio o sotto al lavello della cucina.
I modelli Evolution Compact Wi-Fi 100 e 200 di Euroacqua Group rispecchiano perfettamente queste caratteristiche: con un ingombro di soli 55,5 o 68 cm in altezza, 32,5 in larghezza e 43 in profondità, riescono infatti a sfruttare spazi normalmente poco utilizzati.
La portata, di circa 15 litri d'acqua al minuto, anche se inferiore rispetto ad altri modelli, riesce comunque a coprire agevolmente il fabbisogno quotidiano di una coppia.
Anche Culligan dispone di vari modelli di piccole dimensioni: Evolife 9lt copre ad esempio il fabbisogno di due persone, e si programma agevolmente grazie a un display comodo e intuitivo.
Di tipo a doppio corpo da posizionare a pavimento, si inserisce agevolmente vicino alla lavatrice grazie al suo design compatto.
I comandi dell'addolcitore compatto Avenew by Culligan
Avenew, ancora più compatto grazie a un unico corpo che contiene sia il contenitore del sale sia il serbatoio della resina, si può posizionare sotto al lavello della cucina risultando perciò invisibile.
Può coprire il fabbisogno di 2 o 4 persone e dispone di un sistema innovativo in grado di eseguire la rigenerazione in base ai reali consumi d'acqua, evitando gli sprechi e diminuendo i costi di esercizio.
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