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Chiunque viva in una casa con un ampio giardino o coltivi un orto domestico deve fronteggiare il serio problema dell'irrigazione estiva, soprattutto nelle regioni più aride e calde dell'Italia meridionale.
L'ostacolo principale è ovviamente l'approvvigionamento dell'acqua, perché molti comuni vietano giustamente di servirsi dell'acquedotto pubblico per questo scopo.
I possibili metodi di approvvigionamento sono tre, eventualmente combinabili per un risultato ottimale:
- convogliare l'acqua piovana raccolta dai tetti in una cisterna;
- sfruttare gli eventuali torrenti, ruscelli o fossi di irrigazione vicini alla propria abitazione;
- scavare un pozzo.
Il pozzo è sicuramente la soluzione più affidabile in caso di siccità, quando la cisterna si svuota per mancanza di pioggia e i torrenti sono ormai secchi, mentre la falda acquifera si può abbassare ma non esaurire.
I pozzi domestici sono di tre tipologie: artesiani, freatici o con sollevamento meccanico dell'acqua, generalmente garantito da pompe elettriche o a gasolio.
Nel pozzo artesiano l'acqua sgorga e risale naturalmente, provenendo da una falda (detta appunto artesiana) formata da uno strato d'acqua profondo in cui il flusso idrico avviene in seguito alla pressione dei due strati impermeabili (ad esempio di argilla) che delimitano la falda superiormente e inferiormente.
L'acqua tende quindi a risalire raggiungendo la linea piezometrica, cioè il punto in cui la sua pressione si annulla.
Fisicamente un pozzo artesiano è quasi sempre costituito da un condotto di piccolo diametro (generalmente compreso tra 14 e 33 cm), profondo anche alcune centinaia di metri e con sezione circolare per garantire una pressione uniforme dell'acqua lungo le sue pareti.
Per evitare il franamento dello scavo e l'erosione del terreno l'acqua viene sempre canalizzata in apposite condutture di acciaio. Il controllo e il corretto approvvigionamento è invece garantito da un'apposita valvola con rubinetto.
Anche se l'acqua dei pozzi artesiani è spesso potabile e può quindi essere utilizzata in sostituzione dell'acquedotto pubblico se la casa è in posizione isolata, questa soluzione è altamente sconsigliabile. per le abitazioni in zone urbane o rurali ben popolate.
I pozzi freatici si caratterizzano invece per il loro grande diametro e il condotto scavato direttamente nella roccia o rivestito di calcestruzzo e/o murature in pietra o mattoni.
Tutti gli antichi pozzi, spesso tuttora funzionanti e dotati di vere circolari in pietra o mattoni con ricche decorazioni e sistemi di sollevamento con secchi o pompe manuali, appartengono a questa seconda tipologia.
I pozzi freatici moderni sono invece normalmente dotati di pompe per il sollevamento meccanico dell'acqua e di sovrastrutture di protezione costituite da piccoli casotti in legno, cemento o mattoni.
La realizzazione di un pozzo per l'irrigazione o l'approvvigionamento di acqua potabile è sottosposta a leggi precise.
L'articolo 889 del Codice Civile stabilisce ad esempio che un pozzo o una cisterna per la raccolta delle acque piovane rispetti una distanza di almeno due metri dai confini del lotto.
L'iter burocratico per la realizzazione vera e propria cambia invece in base alla Regione, alla Provincia o addirittura al Comune di residenza.
Generalmente occorre una domanda su modulistica già predisposta, a cui allegare il progetto, la relazione tecnica e i risultati delle eventuali indagini preliminari timbrati e firmati da un geologo.
Se il proprio terreno si trova invece in un'area con vincolo idrogeologico l'iter è più complesso.
Il primo passo da compiere per scavare un pozzo nel proprio terreno è dunque rivolgersi a un geologo di propria fiducia o a un'azienda specializzata, che oltre alla realizzazione vera e propria è in grado di occuparsi anche dell'intera procedura amministrativa.
Il geologo comunque ha un ruolo fondamentale in ogni fase del procedimento: dai sopralluoghi e indagini preliminari per stabilire le caratteristiche del terreno, il livello della falda acquifera e la posizione migliore in cui tentare lo scavo, alla predisposizione di tutta la documentazione richiesta, fino alla direzione dei lavori per la costruzione vera e propria e al collaudo finale.
Molto importante è inoltre affidarsi a un'azienda di provata esperienza, tra cui ad esempio Eurogeo Drilling oppure OBERTO ING. & F. snc
Lo scavo di un pozzo è un'operazione complessa e pericolosa, in cui il minimo errore può causare piccole frane, danni agli edifici vicini o incidenti sul lavoro potenzialmente fatali: occorre dunque evitare il fai da te, anche perché le aziende specializzate dispongono di mezzi, risorse e competenze inaccessibili a un privato inesperto.
Una volta completate le indagini e individuato il punto più promettente, si esegue un foro di prova per verificare l'effettiva presenza di acqua e di eventuali ostacoli imprevisti, come ad esempio strati di roccia particolarmente resistente.
Successivamente, si passa alla trivellazione, eseguita con trivelle portatili montate su camion o trattori cingolati. Generalmente, mano a mano che lo scavo avanza in profondità si procede alla posa delle tubazioni per evitare la repentina chiusura del foro. Una volta terminate le tubazioni si completa il pozzo con il rubinetto per la regolazione del flusso dell'acqua.
Quando il pozzo è completo e funzionante bisogna adottare alcuni accorgimenti per garantirne una corretta gestione e manutenzione.
Generalmente i pozzi artesiani non richiedono una manutenzione costante, ma dopo quindici anni è consigliabile eseguirne lo spurgo con aria compressa. Occorre invece curare la funzionalità del rubinetto di erogazione, lubrificandolo periodicamente e proteggendolo dalla corrosione.
La gestione di un pozzo freatico è invece più delicata.
Essendo una potenziale fonte di rischio, per prima cosa è necessario proteggerne l'apertura con una robusta botola di metallo o un casotto prefabbricato dotato di sportello con serratura, per evitare che un adulto distratto, un bambino o un animale possano cadervi accidentalmente restando incastrati, ferendosi nella caduta o perfino annegando: il caso di Vermicino è purtroppo un esempio eloquente.
Durante l'irrigazione è consigliabile quinti non lasciare il pozzo incustodito, soprattutto se l'apertura si trova al livello del suolo e nei paraggi si aggirano cani, gatti o bambini.
Una volta completate le operazioni si deve quindi chiudere a chiave la botola o lo sportello.
É inoltre opportuno verificare il corretto funzionamento della pompa per il sollevamento dell'acqua e tenere a disposizione una riserva di carburante o un generatore elettrico di emergenza, per evitare di non potersi servire del pozzo in caso di malfunzionamento o black out.
É infine consigliabile controllare periodicamente la qualità dell'acqua presso un laboratorio specializzato, soprattutto se il pozzo è destinato anche all'approvvigionamento di acqua potabile: in questo caso l'ASL richiede anzi specifiche analisi con una cadenza prefissata.
Anche se l'acqua è destinata soltanto all'irrigazione, è comunque opportuno verificare l'assenza di agenti inquinanti come fosfati o polifosfati, sostanze organiche non naturali o metalli pesanti come piombo o metallo.
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