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L'acqua è uno dei nemici più insidiosi per l'integrità degli edifici, soprattutto per le strutture sotto la quota del terreno (ad esempio le fondazioni) e i locali interrati o seminterrati come taverne, cantine, garage, depositi e vani tecnici.
Funzionamento di un tubo drenante corrugato microfessurato, by System Group
Le infiltrazioni e il ristagno nelle murature possono infatti abbattere drasticamente la salubrità e il comfort di questi ambienti, danneggiare gli oggetti immagazzinati (soprattutto se in materiali deperibili come pelle, cuoio, carta, cartone, legno o stoffa), corrodere il metallo, favorire la proliferazione di muffe e causare un gravissimo degrado a intonaci, tinteggiature e murature porose.
Risulta perciò fondamentale prevedere un buon sistema di drenaggio: una delle migliori opzioni disponibili sono i tubi microforati di plastica corrugata, appositamente progettati a questo scopo.
A prima vista, questi tubi drenanti sembrano molto simili alle canalizzazioni con pareti corrugate tipiche degli impianti domestici, in particolare l'impianto elettrico, idrico e del gas.
Tubi di drenaggio in pvc microfessurato di System Group
Le somiglianze sono infatti notevoli e riguardano principalmente la struttura solida e flessibile, la facilità di taglio e lavorazione, la commercializzazione in rotoli e il costo contenuto, insieme a una grande versatilità e praticità d'uso.
Tuttavia anche le differenze sono notevoli: quelle più evidente sono ovviamente le microfessure, necessarie a raccogliere e smaltire l'acqua contenuta nel terreno.
Naturalmente, la loro forma e disposizione non è affatto casuale.
Il fondo delle tubazioni risulta infatti liscio e chiuso per formare una vera e propria canaletta in cui l'acqua possa scorrere liberamente, mentre le microfessure si distribuiscono uniformemente sui fianchi e la porzione superiore del tubo secondo un angolo molto ampio, normalmente compreso tra 220°C e 240°C.
Tipi di fessurazioni nei tubi drenanti corrugati, by System Group
Inoltre, a seconda della capacità drenante richiesta e del grado di robustezza dei tubi, le fessure possono coprire l'intero angolo o solo una parte dello stesso: in questo caso le fessure si alterneranno regolarmente a scacchiera sui diversi lati, secondo la disposizione mostrata in questi schemi.
Anche i diametri dei tubi risultano nettamente maggiori di quelli per le canalizzazioni da impianti. I tubi drenanti sono infatti considerati di piccolo diametro se questo è compreso fra 63 e 200 mm; mentre quelli di dimensioni maggiori possono arrivare perfino a 1200 mm (120 cm): in questo caso si tratta però di grandi tubi rigidi come il modello DRENOPAL dell'azienda Polieco Group.
Tubo drenante rigido a grande diametro DRENOPAL di Polieco
Altre differenze riguardano il materiale, normalmente costituito da pvc per le canalizzazioni da impianti e da polietilene ad alta densità (o meno spesso pvc) nei tubi drenanti; e inoltre la resistenza al fuoco, che per un sistema di drenaggio non è ovviamente necessario.
Anche la resistenza meccanica è ovviamente differente, perché i tubi drenanti devono sopportare il peso del terreno soprastante: ad esempio gli elementi del sistema drenante Fil Dren di Systemgroup hanno una resistenza massima allo schiacciamento di 300 N, con una deformazione dell'involucro esterno non superiore al 5%.
Prospetto se zione dei tubi drenanti DRENOPAL di Polieco
Per garantire simili prestazioni, le migliori tubazioni (tra cui ad esempio il modello Polidren di Polieco) sono formate da due pareti, una interna liscia e una esterna corrugata, ben saldate tra di loro.
Naturalmente, oltre alle tubazioni vere e proprie occorrono anche pezzi speciali e vari tipi di accessori.
Raccordo a 90° per tubi drenanti corrugati, by System Group
I primi risultano infatti fondamentali per eseguire curve a gomito, biforcazioni e riunificazioni. A tale scopo, il sistema Fil Dren di System Group comprende ad esempio raccordi con angoli di 30°, 60°, 45° e 90°; giunzioni sagomate a T oppure a Y con angolo di 45°; raccordi a croce e manicotti speciali per aumentare o diminuire la sezione delle tubazione, e dunque consentire il raccordo fra tubi con diametri diversi.
Gli accessori più diffusi sono invece di tre tipi: bocchette di ispezione, i tappi per chiudere l'inizio e la fine del sistema di drenaggio, e la calza protettiva esterna.
Tubo drenante corrugato con calza filtrante protettiva Fil Dren di System Group
Quest'ultima risulta particolarmente vantaggiosa, perché consiste di un manicotto preinstallato in robusto tessuto-non-tessuto (geotessuto) filtrante, appositamente studiato per impedire l'intasamento delle tubazioni ostacolando la penetrazione di detriti attraverso le microfessure.
Oltre a materiali di ottima qualità, per funzionare correttamente una rete di drenaggio richiede una progettazione accurata.
Rotolo di tubo drenante corrugato Polidren di Polieco
Gli elementi da considerare sono numerosi, fra i principali troviamo:
Il primo elemento da considerare per una rete di drenaggio è la sua finalità: nel nostro caso, evitare l'infiltrazione di acqua nelle pareti dei locali interrati di un edificio.
Il percorso delle tubazioni dovrà perciò seguire fedelmente il suo perimetro.
Funzionamento tubo drenante corrugato microfessurato bel terreno argilloso, foto System Group
Inoltre, in presenza di pendii e dislivelli in grado di convogliare l'acqua verso l'edificio, è consigliabile disporre almeno due tubi paralleli: uno alla fine del pendio, meglio se ubicato sotto a una cunetta di scolo superficiale, e uno in aderenza alla muratura da salvaguardare.
Il diametro del tubo è invece strettamente correlato al tipo di terreno e alla quantità di acqua da smaltire. In linea di principio, i terreni argillosi tendono a impregnarsi d'acqua favorendone il ristagno, e perciò hanno bisogno di tubazioni di grandi; mentre le sabbie e i depositi di ghiaia hanno capacità drenanti decisamente maggiori, perciò richiedono diametri più piccoli.
Un terreno argilloso tende a fare ristagnare l'acqua, da Getty Images
Ad esempio, per una palazzina con un'area di sedime di m 30x10, ubicata su terreni argillosi in una zona pianeggiante con una piovosità media, potrebbero bastare due sole tubazioni con diametro esterno di 120 mm per ogni lato.
Detti tubi possono essere installati a circa un metro uno dall'altro sotto il marciapiede in corrispondenza dell'attacco a terra dell'edificio, a una quota inferiore di almeno 10 centimetri rispetto al pavimento del piano più basso, oppure alla stessa quota dell'eventuale rete di drenaggio interna.
Rotoli di tubazioni drenanti microfessurate, da Pixabay
Per garantire un corretto deflusso, occorre inoltre prevedere anche una pendenza minima dello 0,5%, anche se il valore ottimale è l'1%.
In sede progettuale, per stabilire il tracciato effettivo della rete di drenaggio si deve considerare che i tubi corrugati flessibili consentono l'esecuzione di curve abbastanza strette: il raggio di curvatura minimo delle tubazioni Fil Dren di System Group è ad esempio di 15 diametri esterni, cioè un metro e mezzo per un tubo da 10 cm.
Negli altri casi occorre invece utilizzare i raccordi preformati.
La giunzione dei segmenti non comporta invece alcun problema, perché le loro estremità sono spesso munite di filettature e/o giunti a bicchiere.
Una volta allontanata dalle pareti dell'edificio, l'acqua raccolta può essere smaltita in vari modi. I meno costosi sono l'immissione nella fogna pubblica, se vicina alla rete di drenaggio e posta a una quota inferiore rispetto ad essa; oppure in fossi e canali di scolo o irrigazione, una soluzione consigliata soprattutto per gli edifici rurali.
Se invece lo spazio lo consente, si può usare una cisterna per l'accumulo dell'acqua piovana, da destinare agli usi domestici che non richiedono acqua potabile, come irrigare il giardino, lavare la macchina o scaricare lo sciacquone: è una soluzione efficace e ed ecosostenibile.
In altri casi l'acqua può essere dispersa nel medesimo terreno in cui si trova la rete di drenaggio, purché le dimensioni del lotto siano sufficienti.
In questi casi la zona di dispersione, di lunghezza adeguata e realizzata semplicemente orientando le microfessure delle tubazioni verso il basso, va ubicata il più lontano possibile dall'edificio.
L'ultimo sistema prevede l'immissione delle acque reflue in fogne o canali a una quota superiore alla rete di drenaggio: è però una soluzione costosa e invasiva, che richiede l'uso di pompe e apparecchi di sollevamento.
Va perciò considerata solo quando tutte le altre opzioni appaiono impraticabili.
Normalmente la posa dei tubi drenanti corrugati non richiede alcuna fondazione, ma per aumentare l'efficacia della rete di drenaggio si possono eseguire alcune opere complementari: ad esempio, se i tubi non sono già muniti della calza esterna protettiva, è meglio rivestirli con uno strato filtrante in geotessuto.
La ghiaia di cava ha un alto potere drenante, da Getty Images
La capacità drenante del sistema può essere invece aumentata mediante la realizzazione di una fossa di drenaggio ottenibile semplicemente riempiendo lo scavo necessario alla posa delle tubazioni con due strati sovrapposti di ghiaia: uno inferiore a granulometria grossolana, e uno più superficiale con ciottoli di pezzatura più minuta.
La ghiaia più adatta è quella di cava a spigoli vivi.
Occorre infine impermeabilizzare adeguatamente il lato esterno delle murature, cosa che nelle murature preesistenti è ottenibile ad esempio con l'installazione di teli bentonitici.
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