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È possibile escludere il coniuge separato dall'eredità?

Il coniuge separato può essere escluso dall'eredità in caso di separazione giudiziale con addebito e se alla separazione segue il divorzio.
Pubblicato il

Eredità e separazione tra coniugi


In caso di separazione tra coniugi, uno degli interrogativi più frequenti riguarda la successione ereditaria: è possibile escludere il coniuge separato dall’eredità?

Quali sono i suoi diritti?

La separazione incide sul diritto alla quota legittima?

Poiché il coniuge separato mantiene per disposto di legge i diritti successori, escluderlo risulta alquanto complicato.

Esistono tuttavia alcune soluzioni legali delle quali è importante essere a conoscenza.

La questione è di grande rilevanza, soprattutto nei casi in cui la separazione non si sia evoluta in divorzio e il patrimonio del defunto sia cospicuo.

Separazione coniugiSeparazione coniugi - foto Getty Images



In questo articolo faremo chiarezza sui diritti successori del coniuge separato, sulla differenza tra separazione consensuale e giudiziale, e su quali strumenti giuridici sono a disposizione per limitare o escludere i diritti ereditari del coniuge.


Il coniuge separato ha diritto all’eredità?


La risposta è positiva ma sono necessarie con importanti precisazioni.

La separazione personale tra i coniugi non annulla automaticamente i diritti ereditari previsti dal Codice Civile.

Tuttavia, la posizione del coniuge separato in sede di successione varia a seconda che la separazione sia stata:

  • consensuale: avvenuta cioé per accordo tra i coniugi, senza addebito;
  • giudiziale con addebito: decisa dal giudice, con attribuzione di responsabilità per la rottura del vincolo matrimoniale a uno dei coniugi.


Cosa cambia tra separazione consensuale e separazione con addebito


Nel caso di separazione consensuale, il coniuge separato mantiene intatti i diritti successori.

Ciò significa che ha diritto:

  • alla quota di legittima (se non escluso per legge);
  • a concorrere con gli altri eredi (figli, genitori, fratelli);
  • all’eventuale diritto di abitazione sulla casa familiare se ne ricorrono i presupposti.


Se invece la separazione è stata pronunciata con addebito al coniuge, la situazione cambia radicalmente.

L’art. 548 del Codice Civile mette nero su bianco che il coniuge separato al quale sia stata addebitata la separazione perde i diritti successori.

In questo caso, il coniuge separato:

  • non ha diritto alla legittima e non può essere chiamato all’eredità;
  • può solo ottenere un assegno vitalizio, ma solo se al momento della morte dell’altro coniuge godeva di un assegno di mantenimento e versa in stato di bisogno.


Che cos'è la quota di legittima e chi ne ha diritto?


Poiché a parte il caso della separazione con addebito, il coniuge conserva i diritti alla successione, è bene precisare in cosa consista la quota legittima a lui riconosciuta dalla legge.

Eredità coniuge separato-foto Getty ImagesEredità coniuge separato - foto Getty Images



La quota di legittima è quella parte di eredità che la legge riserva in ogni caso a determinati soggetti, detti legittimari, a prescindere dalla volontà del defunto.

Ne fanno parte:

  • il coniuge non divorziato;
  • i figli;
  • gli ascendenti (in assenza di figli).

La quota spettante al coniuge dipende dalla composizione familiare.

Ad esempio:

  • con coniuge e un figlio: 1/3 al coniuge, 1/3 al figlio, 1/3 disponibile;
  • con coniuge e due figli: 1/4 al coniuge, 1/2 ai figli (da dividere), 1/4 disponibile;
  • solo coniuge: 1/2 al coniuge, 1/2 disponibile.


Il coniuge separato senza addebito ha diritto alla legittima e un testamento che volesse totalmente escluderlo, potrebbe essere oggetto di impugnazione per lesione di legittima.

Il coniuge separato con addebito non ha invece alcun diritto.


Strategie per escludere il coniuge separato dall’eredità


È possibile escludere dall’eredità il coniuge con il quale è intervenuta una separazione?

Per raggiungere tale obiettivo sono possibili alcune strategie.

La possibilità di escludere il coniuge tuttavia dipende da alcuni fattori.

Occorre, ad esempio che sia stata dichiarata una separazione giudiziale con addebito.

In questo caso l’esclusione è automatica per legge. Il coniuge separato con addebito non è un legittimario.

Può solo chiedere, se ne ha diritto, un assegno vitalizio a carico dell’eredità.

Per poter ottenere l’addebito è necessario, in sede di separazione giudiziale, fornire la prova della violazione dei dovi matrimoniali.

Si pensi al dovere di fedeltà, assistenza morale e materiale, convivenza, contribuzione ai bisogni familiari.

Insomma, siamo di fronte alla via più diretta e radicale.

Se si dimostra che la separazione è imputabile a colpa del coniuge (tradimento, abbandono per fare alcuni esempi), il giudice può pronunciare l’addebito e contestualmente il coniuge perde ogni diritto ereditario.


Il divorzio annulla i diritti alla successione


Se si arriva al divorzio, il vincolo matrimoniale viene sciolto, e con esso anche ogni diritto ereditario.

Il coniuge divorziato non ha più alcun diritto successorio, salvo eventuale assegno periodico divorzile non percepito, e solo in forma limitata.

Si prevede un assegno una tantum senza alcuna quota legittima.

È certamente un altro metodo semplice che consente subito di ottenere la cancellazione di ogni diritto successorio.

Il divorzio annulla i diritti ereditari del coniuge.


Disporre per testamento nei limiti della quota disponibile


Il testatore può limitare i diritti del coniuge separato redigendo un testamento che destina la quota disponibile ad altri soggetti.

Ad esempio, se ha un figlio e un coniuge, può lasciare un terzo al figlio, un terzo al coniuge e destinare il restante terzo a chi vuole.

Attenzione: non può però privare del tutto il coniuge separato della quota legittima, se non c’è addebito o divorzio ma certamente si può limitare il patrimonio che sarebbe stato acquisito dal coniuge separato.


Donazioni in vita


Il defunto può disporre del proprio patrimonio con donazioni in vita.

Tuttavia, se con queste donazioni ha leso la quota di legittima spettante al coniuge, anche queste possono essere impugnate con l’azione di riduzione entro 10 anni dall’apertura della successione.


Indegnità a succedere


Una possibilità per escludere il coniuge separato dall’asse ereditario è ottenere la dichiarazione dello stato di indegnità a succedere da parte del Tribunale.

La domanda può essere presentata soltanto dopo il decesso del coniuge.

Coniuge separatoConiuge separato - foto Getty Images



La condizione di indegnità sussiste in caso di violazioni reputate gravi.

Si pensi all’omicidio o tentato omicidio del coniuge o di suoi discendenti, soppressione, occultamento o alterazione del testamento redatto dal coniuge, calunnia o falsa testimonianza per citarne alcuni.

In sintesi, da quanto detto sinora, per evitare che il coniuge separato erediti la casa, se la casa è nel proprio patrimonio personale, si può:

  • venderla prima della morte;
  • donarla (attenzione alle azioni di riduzione);
  • disporla a terzi nei limiti della quota disponibile;
  • chiedere l’addebito nella separazione;
  • oppure divorziare.


Il coniuge separato ha diritto alla casa coniugale?


Il diritto alla casa familiare (quella che ha costituito la residenza della famiglia) dopo la separazione dipende dalla situazione patrimoniale e dal regime dei beni.

Se la casa era di proprietà del coniuge deceduto, e il coniuge separato non ha avuto addebito, può vantare:

  • il diritto di abitazione (art. 540 c.c., se unico coniuge e senza figli);
  • oppure il diritto a restare nell’abitazione come parte della sua quota di eredità.


Se invece c’è addebito, il coniuge separato non ha diritto di abitazione né altre pretese, salvo il già citato assegno vitalizio.


L’assegno vitalizio al coniuge separato con addebito


Un’eccezione alla perdita totale dei diritti ereditari in caso di separazione con addebito è rappresentata da quanto disposto dall’art. 548 codice civile, secondo cui il coniuge separato con addebito può chiedere un assegno vitalizio a carico dell’eredità, ma solo se al momento della morte dell’altro coniuge percepiva un assegno di mantenimento e si trova in stato di bisogno economico.

L’assegno vitalizio non è un’eredità, ma una prestazione alimentare, che può essere concessa dal giudice in misura proporzionata alle esigenze del coniuge e al valore del patrimonio ereditario.


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