|
La documentazione relativa alla conformità degli impianti elettrici, conosciuta come Di.Co., è un requisito normativo italiano per attestare la conformità di un impianto elettrico agli standard vigenti.
Attraverso questo certificato, l'installatore garantisce che l'impianto è stato realizzato in conformità alle norme tecniche e a quelle stabilite dall'UNI o da altri Enti di normazione pertinenti.
Quando si affitta un immobile, in caso di omissione nella consegna del certificato, l'inquilino ha il diritto di richiedere al proprietario la risoluzione del contratto di locazione, a carico e con danni al proprietario, oppure di negoziare una riduzione dell'affitto.
Un impianto elettrico non conforme, infatti, limita notevolmente l'uso dell'immobile, compromettendo la vivibilità dello spazio.
Chi si occupa di certificare l'impianto elettrico in caso di affitto - Getty Images
La legittimità di tale richiesta da parte dell'inquilino è valida solo nel caso in cui il proprietario non gli abbia comunicato che l'impianto non fosse a norma.
Questa condizione deve essere documentata nel contratto di locazione o in un verbale di consegna dell'immobile.
Il locatore, dunque, non è legalmente tenuto a dichiarare la conformità o non conformità degli impianti elettrici, né è obbligato a consegnare il certificato all'inquilino. Tuttavia, farlo è una buona pratica per prevenire possibili dispute durante il corso del contratto di locazione.
Ci sono diverse questioni legate alla responsabilità dell'inquilino in caso di incendio.
Il danno, infatti, si attribuisce a lui a meno che non sia in grado di dimostrare il contrario.
La presenza o l'assenza di tale certificazione ha notevoli implicazioni anche durante il corso del contratto di locazione, influenzando diversi aspetti, come la definizione delle responsabilità in caso di incendio e conseguente danneggiamento della proprietà.
La gestione delle controversie relative alla distruzione di beni in seguito a un incendio è un tema ampiamente discusso e, su questo argomento, sono state emesse diverse sentenze giudiziarie.
Queste sentenze hanno delineato in modo più preciso i ruoli e le responsabilità del proprietario e del conduttore nell'ambito di un incendio verificatosi nella proprietà in affitto.
Responsabilità per il danneggiamento di un bene - Getty Images
Secondo l'articolo 1588 del codice civile, il conduttore è responsabile per la perdita o il danneggiamento dei beni durante il periodo di locazione, anche in caso di incendio, a meno che non dimostri che tali eventi non sono imputabili a lui.
In altre parole, c'è una presunzione di colpa a carico del conduttore per qualsiasi danno o perdita della proprietà in locazione, a meno che non dimostri che tali eventi non sono attribuibili a sue azioni.
Questa presunzione si applica anche se i danni sono causati dall'ospitalità offerta dal conduttore a terzi, poiché tali situazioni dipendono dalle decisioni del conduttore riguardo all'uso della proprietà.
Il conduttore, essendo responsabile della custodia della cosa locata in virtù del contratto di locazione e dei suoi doveri correlati, ha l'obbligo di sorvegliare attentamente e mantenere il controllo sulla proprietà.
Nel caso in cui la proprietà subisca danni, come quelli derivanti da un incendio, il conduttore citato in giudizio dal locatore dovrà confutare la presunzione relativa di responsabilità, dimostrando prima di tutto di aver svolto con la dovuta diligenza l'incarico accessorio di custodia, come richiesto dagli articoli 1588 e 1177 del codice civile.
Quest'ultimo articolo stabilisce che l'obbligo di consegnare una cosa include anche quello di custodirla fino alla consegna.
Oltre alla dimostrazione dell'adempimento degli obblighi di custodia, per liberarsi dalla propria responsabilità, il conduttore deve anche dimostrare che l'evento dannoso o la distruzione della proprietà in sua custodia sono avvenuti per circostanze non imputabili a lui.
La certificazione di conformità dell'impianto elettrico è una disposizione fondamentale per salvaguardare la casa, gli apparecchi e le persone che usufruiscono dell'impianto.
Attraverso questo documento, il professionista qualificato attesta di aver seguito il progetto, rispettato la legge e aderito alle norme tecniche pertinenti, oltre ad aver installato componenti e materiali idonei al contesto specifico.
Certificazione di conformità di un impianto elettrico - Getty Images
È stata effettuata un'accurata verifica dell'impianto, sia in termini di sicurezza che di funzionalità, rispettando le procedure richieste dalle normative e dalle disposizioni legislative.
L'obiettivo principale della normativa è garantire la sicurezza degli impianti, riducendo al minimo gli incidenti derivanti da eventuali malfunzionamenti.
La legislazione sugli impianti elettrici è chiara: al termine dei lavori, l'azienda installatrice è tenuta a rilasciare al committente una dichiarazione di conformità dell'impianto realizzato, come stabilito dall'articolo 15 del Decreto Ministeriale 37/2008.
Qualora l'azienda installatrice non emetta la certificazione dell'impianto elettrico installato, rischia una sanzione che varia da 100 a 10.000 euro, a seconda della complessità e dell'entità dell'impianto, del grado di pericolosità e delle altre circostanze oggettive e soggettive della violazione, come previsto sempre dall'articolo 15 del DM 37/2008. Tutto ciò mira a garantire la sicurezza degli abitanti.
|
||