L'APE è uno dei fattori che determina il prezzo di un immobile. Cosa succede se dopo l'acquisto l'APE si rivela errato? L'acquirente può chiedere il risarcimento?
Certificazione APE errata: chi deve pagare il risarcimento?
L'APE (Attestazione di Prestazione Energetica) è un documento obbligatorio che costituisce parte integrante dell'atto di compravendita ed è anche uno dei vari parametri da cui dipende il valore di un immobile.
Il Tribunale di Trani ha stabilito (sentenza n. 1955/2022) che, in caso di APE errata, l'acquirente ha diritto a ottenere un risarcimento.
Il caso specifico preso in esame dal Tribunale riguarda una compravendita in cui l'acquirente ha acquistato un immobile la cui APE attestava efficienza energetica in classe D.
Una volta avvenuto l'acquisto, l'acquirente è venuto a sapere dell'esistenza di un giudizio pendente tra il condominio in cui è sito l'immobile e l'impresa costruttrice per gravi vizi di costruzione.
Dopo aver fatto una serie di accertamenti circa l'effettiva prestazione energetica dell'immobile, l'acquirente ha chiesto un risarcimento in quanto l'immobile comprato avrebbe un valore minore rispetto a quanto effettivamente pagato.
I giudici hanno accolto tale richiesta facendo leva sul fatto che l'APE è uno dei fattori che serve a determinare il valore economico di un immobile.
Dal momento che c'è una discrepanza tra quanto stabilito nell'APE rilasciato all'atto della compravendita e la vera prestazione energetica dell'appartamento, i giudici hanno parlato di una vendita aliud pro alio. In pratica, è stato consegnato un bene diverso da quello pattuito nel contratto.
In conclusione, i giudici hanno così stabilito che l'acquirente ha diritto ad avere un risarcimento.
Nello specifico, sempre stando a quanto stabilito dal Tribunale, l'errore non può esser fatto ricadere totalmente sul venditore in quanto, egli stesso, per la redazione dell'APE ha incaricato un professionista.
Dunque, il venditore deve essere sanzionato non tanto per dolo quanto piuttosto per colpa. Ne consegue quindi che il venditore deve risarcire l'acquirente soltanto per una parte del danno, mentre la restante parte resta a carico dell'acquirente medesimo.
Dal canto suo, il venditore potrebbe rivalersi sul professionista all'epoca incaricato che ha commesso l'errore nel redigere l'APE.