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Direttiva Case green: è giusta una normativa uguale in tutta Europa?

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva Case green. Tutti gli edifici residenziali, entro il 2030 dovranno essere in classe E ed entro il 2033 in classe D
Pubblicato il

Case green: edifici residenziali in classe energetica D entro il 2030


Il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione alla direttiva Case green, con 343 voti a favore, 216 no e 78 astenuti.

Di fatto, il testo approvato, ma ancora non definitivo, prevede che tutti gli edifici residenziali, entro il 2030, raggiungano la classe energetica E, ed entro il 2033, la classe energetica D.

Nel caso degli edifici non residenziali e degli edifici pubblici, il raggiungimento delle predette classi dovrà avvenire, rispettivamente, entro il 2027 (la classe E) ed entro il 2030 (la classeD).

Scopo prioritario della direttiva è quello di agire subito su quel 15% di edifici considerati più energivori e che dovranno così essere collocati dai vari Paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. Nel caso specifico dell'Italia, si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali su un totale di 12 milioni (dati Istat).

Dal 2028, tutti i nuovi edifici dovranno avere emissioni zero mentre, per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle pubbliche autorità, la scadenza è anticipata al 2026. Il Parlamento europeo specifica che, sempre entro il 2028, tutti i nuovi edifici conformi dovranno dotarsi di tecnologie solari.Tale termine slitta al 2032 per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti.

La nuova normativa non verrà applicata ai monumenti. Inoltre, i singoli Paesi UE potranno decidere di escludere dall'obbligo gli edifici protetti per il particolare valore storico e/o architettonico.


È giusto avere una direttiva unica in tutta Europa?


Sicuramente, la direttiva approvata provocherà malcontenti e contro proposte. D'altra parte, è fuori dubbio il fatto che una direttiva di tale tenore, soprattutto perché estesa a una pluralità di Paesi, non abbia grande senso logico. Basti pensare solo alle diverse latitudini dei vari Paesi europei e ai conseguenti climi differenti.

L'Italia, ad esempio, presenta soltanto lei 2 situazioni meteo ben distinte e separate.
Mentre al nord troviamo climi più rigidi, al sud si può godere del sole e di temperature che non molto spesso scendono al di sotto dello zero.

Inoltre, per la situazione attuale, gli investimenti risulterebbero a sfavore per alcuni paesi europei, dovuti appunto all'adeguamento per l'efficienza energetica risalente a decenni di attività edilizie legate proprio a condizioni climatiche diverse tra i paesi nordici e quelli dell'Europa meridionale.

Secondo la direttiva green dell'UE, entro il 2030 tutti le residenze europee dovranno essere in classe energetica D

Ma non si tratta solo di clima. Pensiamo ad esempio anche alle ore di luce giornaliere che, nei Paesi scandinavi sono ridottissime (e in alcuni periodi addirittura nulle) per gran parte dei mesi dell'anno. Situazione invece totalmente diversa in Paesi dell'area mediterranea come Spagna, Grecia e anche la stessa Italia meridionale.

Entrando più nello specifico della situazione italiana, non bisogna poi dimenticare l'elevata quantità di monumenti e di edifici che costituiscono un vero e proprio patrimonio storico-artistico e come tali non possono essere sottoposti a grandi interventi.

Pare poi più che evidente che le scadenze fissate siano oltremodo stringenti. La normativa metterà sicuramente in seria difficoltà sia i proprietari che i professionisti del settore, già pesantemente gravati dalle conseguenze dei recenti bonus edilizi e da tutti i problemi legati alla cessione del credito che ne sono derivati.

Ferma restando, ovviamente, l'evidente necessità di mettere in atto interventi volti alla riqualificazione del patrimonio edilizio e alla decarbonizzazione, andrebbero però studiate delle soluzioni che possano essere applicate in maniera fattibile, più agevole in termini di tempi e secondo una logica che prenda in considerazione le caratteristiche geografiche e il patrimonio edilizio dei singoli Paesi o quantomeno di macro-aree geografiche.

Proprio in tal senso, il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto ha già annunciato la volontà di agire per ottenere una negoziazione atta a riconoscere le ragioni italiane.

riproduzione riservata
Case green: è giusto avere una normativa unificata in tutta Europa?
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Commenti e opinioni



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Alert Commenti
  • Annabella
    Annabella
    Giovedì 16 Marzo 2023, alle ore 15:32
    Il 74 per cento delle case italiane si trova al di sotto della classe D.
    rispondi al commento
  • Giuseppe
    Giuseppe
    Mercoledì 15 Marzo 2023, alle ore 16:23
    Esatto, l'Europa non può obbligare i paesi in cui il clima ha temperature più miti a sottostare a direttive che sono adatte per regioni più fredde e che da decenni e per il loro clima hanno già nella maggiore parte dei casi case coibentate e caldaie a norma.
    I paesi che affacciano sul mediterraneo dovrebbero avere meno restrizioni e più tempo a disposizione per adeguarsi ad una normativa per altro diversa e con classi energetiche diverse.
    rispondi al commento
  • Davide C
    Davide C
    Mercoledì 15 Marzo 2023, alle ore 13:35
    Sono molto preoccupato circa la Direttiva UE sulle Case green.
    Queste imposizioni, tra l'altro, con scadenze temporali così rigide, metteranno in ginocchio tantissime persone costringendolo a sostenere spese molto ingenti.
    rispondi al commento
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