Case Green: classe D entro il 2033, eccezioni e incentivi statali
Contro gli ambiziosi obiettivi di efficientamento energetico della direttiva UE sulle Case Green, il Governo Meloni e la maggioranza di destra hanno lanciato un'offensiva, avanzando una proposta che ha avuto l'ok della Commissione Industria del Parlamento europeo con 49 voti a favore, 18 contrari e 6 astenuti.
Entro il 2030, quindi, tutti gli edifici residenziali (escluse deroghe ed eccezioni) dovranno rientrare nella classe energetica E e poi entro il 2033 nella D.
In generale, entro il 2050 si dovrebbe arrivare a emissioni zero.
Sulla base delle stime di Enea, il 74% delle abitazioni italiane (ovvero 11 milioni) apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D. Pertanto, come ha spiegato il Presidente Gilberto Dialuce, per realizzare gli obiettivi della direttiva UE circa le case green entro i tempi prefissati, sarebbe necessario un enorme sforzo e imprese in grado di intervenire su larga scala.
Oltre al notevole onere economico che ricadrebbe sui privati o sullo Stato, chiamato a introdurre degli incentivi con meccanismo simile a quello del Superbonus.
Il Governo sostiene che bisogna tenere in considerazione le peculiarità proprie dell'Italia ed è altresì necessario aiutare e sostenere senza obbligare e senza penalizzare. Altrimenti, la direttiva europea diventerebbe una sorta di patrimoniale.
Ciaran Cuffe, relatore per l'Europarlamento ci ha tenuto a specificare che gli emendamenti adottati lascerebbero un ampio margine di flessibilità in quanto i patrimoni immobiliari dei 27 Paesi interessati sono fra loro molto differenti, anche per storia e latitudine.
La definizione di classe D, ad esempio, non è univoca per tutta l'Unione europea. Di conseguenza, le classi andranno armonizzate inserendo in classe G il 15% delle abitazioni italiane con le prestazioni peggiori, e non il 40% come paventato dai critici.
In ultimo, la proposta prevede svariate eccezioni quali palazzi storici protetti, case vacanza, chiese e abitazioni indipendenti di meno di 50 mq.
E ancora, potranno essere concesse ulteriori deroghe in caso di prezzi esorbitanti delle materie prime, scarsità di manodopera qualificata ed impossibilità tecnica nel realizzare gli interventi.
Cappotto termico, nuove caldaie a condensazione, sostituzione infissi e pannelli solari potranno essere cofinanziati sia con risorse nazionali che con un eventuale fondo europeo.
Ad ogni modo, la Ue non obbligherà gli Stati a sanzionare i proprietari, né tantomeno vieterà la possibilità di vendere o affittare case in classi energetiche basse.