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Villa Monica nasce dalla demolizione e ricostruzione di una vecchia abitazione.
Si trova una zona residenziale poco distante dal centro storico di Modena, in un quartiere di case popolari costruite negli anni Cinquanta per i dipendenti di un'azienda di aratri.
Le case, tutte della stessa tipologia, sono a due piani, presentano un giardino e hanno le facciate simili tra loro.
La villa è stata ricostruita rispettando le dimensioni e gli ingombri del vecchio immobile e lo stile dell'edilizia circostante. Si sviluppa su quattro livelli: il piano interrato, il pianterreno, il primo piano e il sottotetto. In complesso, l'intera abitazione raggiunge una metratura di 250 mq.
La costruzione non spicca certamente per un design innovativo, tuttavia possiede un requisito che la distingue da tutte le altre: è una casa ecologica a impatto zero.
È infatti certificata secondo i rigidi protocolli dell'americano Green Building Council, con assegnazione della targa GBC Home Platinum.
Questo sistema di certificazione considera non solo le caratteristiche dell'involucro edilizio e degli impianti, ma anche ogni altra azione correlata alla costruzione della casa, come la scelta del sito, la vicinanza a fermate di mezzi pubblici e a piste ciclabili, il riciclo dei materiali demoliti, il verde esterno, la qualità indoor, etc.
Villa Monica è al momento l'unicacasa in Italia ad essere costruita secondo i parametri Gbc Hpme.
Innanzitutto servono proprietari molto motivati e informati sulle tecnologie e sui sistemi costruttivi, come lo sono certamente il signor Andrea Serri, che di professione è responsabile comunicazione di Cersaie e Confindustria Ceramica, e sua moglie.
In secondo luogo è importante avvalersi di tecnici convinti che ogni dettaglio vada studiato e realizzato nell'ottica del più ridotto impatto ambientale possibile.
Bisogna evitare materiali tossici o inquinanti e ridurre al massimo l'utilizzo di materie prime non rinnovabili.
L'elenco degli elementi sostenibili adottati in questo progetto è lungo e particolareggiato.
Sono state utilizzate tecnologie ben conosciute e impiegate da anni in ambito residenziale. Nulla di rivoluzionario, se non il fatto che questi accorgimenti siano stati impiegati tutti insieme. Cerchiamo di citare i principali.
La base della casa è realizzato in cemento armato e laterizio. Il resto della struttura portante invece è in legno. Il tutto con caratteristiche antisismiche.
È stato impiegato legname proveniente dall'Alto Adige, che da Modena dista meno di 350 Km.
Questa distanza risponde ai requisiti di ecocompatibilità previsti dal Green Building Council, poiché l'inquinamento per il trasporto è tanto minore quanto più il luogo di produzione è vicino.
Per ogni albero utilizzato nella costruzione della casa è stato piantato un nuovo albero.
Le pareti in legno Xlam sono completate con altri materiali naturali, come la lana di roccia, utilizzata per l'isolamento termico. Lo spessore complessivo della parete è pari a 37 cm.
Le finestre sono super isolate e dotate di tripli vetri bassoemissivi. Il pericolo di condensa dovuto alla notevole coibentazione dell'involucro edilizio è risolto con un impianto di ventilazione meccanica controllata.
Ci sono poi alcuni accorgimenti inerenti il comportamento estivo dell'abitazione. Le superfici orizzontali sono rivestite in ceramica chiara, che permette di riflettere l'irraggiamento solare e limitare il surriscaldamento degli ambienti interni. Si tratta per altro di ceramica riciclata al 40%.
La casa è carbon free, ossia non utilizza energie fossili e di conseguenza non produce emissioni.
La produzione di energia avviene su tre fronti:
- i pannelli fotovoltaici (con 5,50 kW di potenza di picco);
- i pannelli solari termici (5,40 mq rivolti a sud-ovest);
- l'impianto geotermico.
Ogni impianto di generazione ha una destinazione principale.
I pannelli fotovoltaici alimentano l'illuminazione degli ambienti, totalmente a led, e i dispositivi elettrici, fra cui il piano cottura a induzione, la pompa di calore ad alta efficienza e il montauto.
Quando la produzione dell'impianto fotovoltaico eccede rispetto al fabbisogno della casa, il surplus di energia elettrica è ceduto all'azienda erogatrice Hera. Quando invece la produzione del fotovoltaico non è sufficiente, si acquista energia dal distributore.
I pannelli solari termici sono invece impiegati principalmente per scaldare l'acqua calda sanitaria, compresa quella per lavatrice e lavastoviglie.
L'impianto geotermico è collegato all'impiantoradiante a pavimento della casa.
È dotato di circuiti che fanno passare l'acqua lungo quattro pozzi profondi 80 m nel sottosuolo.
In tal modo l'acqua raggiunge una temperatura di circa 14 °C. Ciò consente di raffrescare la casa durante i mesi estivi, mentre nei mesi invernali si ottiene un certo risparmio energetico sul riscaldamento.
Gli impianti citati sono poi in grado di comunicare tra loro attraverso un sistema domotico di alto livello e di compensarsi al bisogno scambiandosi energia.
Si utilizzano prima le energie rinnovabili e a seguire l'energia elettrica del gestore.
L'apparato impiantistico e domotico trova spazio nell'interrato, il vero cuore pulsante della casa, dove si trova una sala termica.
I risparmi di una casa non devono riguardare solo l'energia utilizzata. È giusto preservare anche altre risorse, come l'acqua o gli scarti del giardino.
La casa è dotata di riduttori di flusso idrico in cucina e in bagno e di un addolcitore che rende potabile l'acqua del rubinetto ed evita incrostazioni nelle tubazioni.
Vi è poi un sistema di grondaie che convoglia l'acqua piovana in una cisterna da 6.000 litri e la riutilizza per lo scarico del wc e per l'irrigazione del giardino di circa 100 mq.
Sul tetto è collocata una stazione meteo collegata ai sensori nel terreno che inibisce l'irrigazione in caso di pioggia o neve.
Questo riciclo di acqua piovana consente un risparmio di acqua domestica pari a circa il 30% rispetto ai normali usi.
Il progetto del verde esterno ha prediletto la scelta di piante locali, resistenti e poco bisognose di acqua.
Non dimentichiamo l'impiego del compostaggio, in grado di riutilizzare gli scarti organici trasformandoli in sostanze concimanti.
Villa Monica è stata montata in poche settimane. Alle spalle c'è però un intenso anno di progettazione che ha coinvolto cinque professionisti.
Il proprietario dichiara di aver speso per la costruzione circa 4.000 euro al metro quadro (contro i circa 1.300 euro di una casa ordinaria).
L'aumento della spesa è sicuramente dovuto a maggiori costi di progettazione e certificazione (pari al 7% del costo totale) e all'impiantistica (pari al 25% del totale).
Bisogna però comprendere che si tratta di un investimento a lungo termine.
Per fare un esempio, è stato stimato che il sistema di raffrescamento consentirà di risparmiare 3.200 kWh l'anno rispetto a soluzioni tradizionali. Ed un risparmio ovviamente sarà rilevabile anche per tutto il resto dell'impiantistica.
Non dimentichiamo poi che la casa è stata costruita in seguito alla demolizione di una casa delle medesime dimensioni.
Questo intervento si configura come ristrutturazione edilizia, pertanto il proprietario potrà godere delle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni (50%) e sul risparmio energetico (65%).
Considerando questi ultimi incentivi, il costo finale della casa si aggirerà tra i 2.500 e 2.800 euro al metro quadro.
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