In questi tempi di crisi economica la coabitazione non e' piu' un fenomeno prettamente studentesco ma si va diffondendo anche tra i lavoratori.
Condividere un appartamento in affitto è sempre stata la prassi per molti studenti fuori sede. Infatti l'organizzazione universitaria del nostro Paese non riesce ad assicurare un numero di alloggi sufficienti a quanti ne abbiano bisogno, anzi questo numero è molto più basso del reale bisogno.
Così, per ovviare a spese di affitto esose e gravare di meno sulle famiglie, gli studenti affittano immobili in condivisione con altri coetani, vivendo un'esperienza anche molto importante per la loro vita.
In questi tempi di crisi economica la coabitazione non è più un fenomeno prettamente studentesco ma si va diffondendo sempre di più anche tra molti lavoratori costretti a emigrare.
È quanto emerge da uno studio condotto dagli esperti del portale Immobiliare.it, sito leader del settore in Italia.
Dai dati risulta, infatti, che ben il 59% delle coabitazioni che si realizzano nelle grandi città avvengono tra persone che hanno già un lavoro.
Ciò appare evidente se si dà un'occhiata al costo medio degli affitti in queste grandi città, cresciuto ulteriormente con la crisi.
La coabitazione permette di condividere non solo la spesa per il canone di locazione, ma anche le spese condominiali e gli importi delle bollette, consentendo di raggiungere un risparmio mensile fino a 300 euro, come ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it.
Il fenomeno, però, non deve stupire, perché in molte città europee è già consuetudine da tempo.
In altri paesi, infatti, è molto più naturale andare via di casa non appena si ha un lavoro, per cui capita spesso di affittare un immobile, anche nella stessa città d'origine, in condivisione con una o più persone.
In Italia, invece, l'abitudine si sta registrando soprattutto tra persone costrette a spostarsi lontano da casa e che, quindi, non sono in grado di sostenere un affitto, visto il modesto livello dei nostri stipendi medi che si aggirano intorno ai 1.000 euro mensili di media.
Ritornando agli studenti universitari, come detto, la coabitazione è invece diffusa da tempo.
Di solito il prezzo pagato corrisponde a quello di una stanza dell'appartamento, di cui si condividono i servizi.
Non va dimenticato però, che in molte città sedi di atenei è diffusa la cattiva abitudine degli affitti in nero. Frequentemente, infatti, agli studenti non viene fatto sottoscrivere un regolare contratto, che darebbe a loro e alle rispettive famiglie la possibilità di usufruire di utili detrazioni fiscali.