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Il numero di carichi elettrici che abbiamo in casa può pesare notevolmente sulla bolletta dell'energia elettrica; quest'ultima è determinata dal numero di ore durante le quali i vari carichi assorbono corrente elettrica.
Per carico elettrico si intende un qualsiasi apparecchio che, collegato ad un impianto elettrico, ne assorbe l'energia necessaria al suo funzionamento, generalmente presso il punto di adduzione dell'energia elettrica che è la classica presa a muro.
Ogni spina, con il relativo cavo di alimentazione di un elettrodomestico, è dimensionata per assorbire una certa quantità di energia elettrica, sottoforma di corrente e di tensione di alimentazione con un valore massimo di 230 V.
Per tale motivo non si dovrebbe mai sostituire una spina elettrica fornita insieme ad un elettrodomestico, con un'altra, ad esempio sostituire una spina dimensionata per un certo valore di corrente con un'altra compatibile.
In tal modo si potrebbe ricorrere nell'errore banale di sostituire una presa di 10A con una di 16A, compromettendo il corretto funzionamento dell'elettrodomestico e provocando un rischioso surriscaldamento della presa elettrica di adduzione.
La maggior parte degli elettrodomestici che assorbono potenze elettriche significative, non inferiori ad 1 kW, hanno cavi di alimentazione con spine elettriche di 16A.
I rischi sopra descritti diventano non trascurabili nel caso di utilizzo delle prolunghe, per far fronte all'esigenza di avere più punti di erogazione dell'energia elettrica o raggiungere un punto non posizionato in prossimità di una presa.
Un fattore di rischio delle prolunghe è l'utilizzo contemporaneo di tutte le prese disponibili su di esse, le cosidette ciabatte. Il cavo di alimentazione delle prolunghe, infatti, non è in grado di sopportare la corrente assorbita da tutte le prese, se ad ognuna di esse viene collegato un apparecchio elettrico.
Altrettanto rischiose possono essere le diffuse multiprese o ciabatte elettriche, le quali, pur avendo il collegamento a terra nel cavo di alimentazione, non garantiscono che lo stesso raggiunga le prese della ciabatte. Da ciò ne deriva che gli elettrodomestici alimentati, risultano non collegati a terra con le loro parti meccaniche ed eventuali dispersioni di corrente non permettono l'intervento del classico salvavita (dispositivo differenziale di 30 mA), presente in tutti i quadri o centralini elettrici nelle comuni abitazioni.
I maggiori rischi che derivano dall'utilizzo delle prolunghe sono legati proprio alla loro lunghezza. È una buona norma utilizzare delle prolunghe che non abbiamo una lunghezza superiore a due o tre metri.
Infatti, con la lunghezza di una prolunga aumenta proporzionalmente il valore della resistenza offerta al passaggio della corrente in essa. Tenendo conto che il calore prodotto da un corpo attraversato da corrente è a sua volta proporzionale al prodotto del quadrato della corrente (valore efficacie) per il valore della resistenza, ne deriva che anche un piccolo valore di corrente può produrre in una prolunga molto lunga un eccessivo riscaldamento della stessa prolunga.
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