Le indagini del procuratore Guariniello confermano la nocivita' delle acque filtrate dalle caraffe a carboni attivi.
Qualche mese fa vi avevamo segnalato la notizia dell'inchiesta affidata al Procuratore di Torino Raffaele Guariniello da Mineracqua, la federazione dei produttori di acque minerali, per appurare l'affidabilita' delle caraffe con filtri a carboni attivi che si stanno diffondendo tra i consumatori per ridurre la presenza di sostanze dannose nell'acqua del rubinetto e che, secondo gli industriali, sarebbero nocive.
Il presidente di Minaracqua Ettore Fortuna accusava in particolare le caraffe di tre produttori, Brita, Viviverde e Auchan, che avrebbero reso l'acqua non più potabile, contaminandola con sostanze nocive.
Ebbene, oggi sono stati resi noti i risultati.
Guariniello aveva affidato ad Ugo Pavan dell'Università di Torino l'analisi delle acque filtrate con queste caraffe.
I risultati di laboratorio, che giungono a conferma di altre analisi commissionate dalla stessa Mineracqua all'Università La Sapienza di Roma e dell'indagine condotta nel 2007 da Altroconsumo, hanno portato alla conclusione che le caraffe non solo non migliorano la qualità dell'acqua ma possono essere particolarmente pericolose se usate da persone affette da gravi patologie come l'ipertensione, il diabete e le cardiopatie.
Infatti i filtri abbassano i livelli di calcio e magnesio, fino ad azzerarli del tutto dopo un certo perido di utilizzo, aumentano oltre i limiti quelli di sodio e potassio; inoltre rilasciano elementi prima non presenti, come ammonio o argento (usato per diminuire la carica batterica) e abbassano il ph dell'acqua, a valori inferiori alla norma, rendendola più acida.
La procura ha così concluso che se quest'acqua fosse pubblica non potrebbe essere dichiarata potabile, ed ha trasmesso una nota al Ministero della Salute ed una all'Istituto Superiore di Sanità, che dovranno decidere se prendere o meno provvedimenti a tutela della salute pubblica.
Per dovere di cronaca bisogna ricordare che, nei foglietti illustrativi delle confezioni delle caraffe, sono indicate le modalità d'uso che avvertono, ad esempio, di non usarle con acque di durezza inferiore ai 19 gradi francesi, il sistema di misurazione della durezza delle acque. Inoltre viene ricordato di consultare il medico in caso di problemi di salute.
La Procura di Torino ha comunque ipotizzato i reati di frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive per la salute pubblica.
Infatti tutti coloro che hanno pensato, con l'acquisto di una caraffa filtrante, di compiere un'azione ecosostenibile, riducendo l'inquinamento dovuto a trasporti, plastica, imballaggi, sono stati in un certo senso ingannati.
La Codacons ha già annunciato, a tal proposito, attraverso il suo avvocato Tiziana Sorriento, di costituirsi parte civile contro i produttori di caraffe.
Sicuramente non mancheranno le iniziative anche da parte di altre associazioni dei consumatori.