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Il tema del risparmio energetico, legato a quello più ampio della riduzione dell'inquinamento ambientale, comporta lo studio di sistemi di produzione di energia, capaci di ottenere il massimo rendimento rispetto al quantitativo di combustibile che lo alimenta.
Un esempio in tal senso è rappresentato dalle moderne caldaie a condensazione, che stanno sempre più frequentemente sostituendo le vecchie caldaie a camera aperta.
Le caldaie a condensazione altro non sono che generatori di calore, che sfruttano l'energia termica derivante dal processo di condensazione dovuto al recupero dei gas di scarico.
Grazie a ciò, il rendimento energetico di una caldaia a condensazione è compreso tra il 105% e il 109%.
Giusto per fare un semplice paragone circa la convenienza a impiegare tali caldaie, basta considerare che un camino ha un rendimento del 10%-20%, le moderne stufe a pellet non superano l'80%, inquinando molto di più del gas metano, uno dei principali combustibili per alimentare le moderne caldaie a condensazione.
Oltre alla convenienza relativa al rendimento, la caldaia a condensazione, in virtù alla sua struttura a tenuta stagna, può essere installata con una certa libertà, a condizione di rispettare le norme in materia.
Rispetto alle vecchie caldaie a camera aperta, nelle quali il calore contenuto nel vapore acqueo non viene recuperato per riscaldare l'ambiente, ma si disperde attraverso il camino, i fumi di scarico generati da una caldaia a condensazione, attraverso un processo di condensazione, vengono riportati a uno stato liquido così da poter recuperare il calore utilizzato nel preriscaldamento dell'acqua di ritorno.
Per i motivi sopra esposti, l'impiego di una caldaia a condensazione, oltre a incidere sulla riduzione dei costi in bolletta, arreca il grande vantaggio di ridurre le emissioni di CO2 nell'aria, contribuendo così a ridurre l'inquinamento ambientale.
La possibilità di installare le caldaie a condensazione in qualunque ambiente, deriva dal fatto che esse non sottraggono aria dal locale dove sono situate, ma recuperano l'aria di combustione attraverso un tiraggio forzato, che avviene mediante ventole elettriche, le quali, la convogliano verso l'esterno.
L'espulsione dei fumi di combustione avviene attraverso una canalizzazione che sfrutta il tubo di recupero dell'aria esterna.
Di solito, quando va sostituita una vecchia caldaia, senza che nell'appartamento vengano effettuati lavori di ristrutturazione, la posizione scelta più ricorrente è quella esterna all'abitazione, vuoi per risparmiare spazio, vuoi per l'esistenza di una precedente installazione.
Ebbene, rispetto alle vecchie caldaie, più soggette ai danni dovuti ai rigori del clima esterno e all'aggressione di polveri, gelo, ecc., le caldaie a condensazione risultano più sicure e longeve, essendo incapsulate in una custodia metallica che le protegge da tali aggressioni.
Indipendentemente dal luogo di installazione, occorre sempre rispettare le norme che attengono alle disposizioni tecniche di leggi nazionali, oltre quelle dei regolamenti locali e condominiali.
Le norme tecniche vigenti, contemplate nella Legge n. 90/2013, entrata in vigore il 4 agosto 2013, prevedono per le caldaie a condensazione uno scarico a parete in tre soli casi e precisamente, quando si sostituisce un impianto esistente anteriormente al 1 Settembre 2013 già dotato di scarico a parete o a canna fumaria collettiva, per gli edifici storici, quando lo scarico a tetto è incompatibile con la tutela dell'edificio, quando il progettista attraverso apposita asseverazione dimostra l'impossibilità di soluzioni diverse.
Tutto ciò sempre che la caldaia da installare sia di classe 4 o 5 stelle, come prevedono le norme europee in materia di impianti di riscaldamento.
È bene precisare che le stesse norme non obbligano a installare la caldaia a condensazione in occasione di una nuova installazione, ma grazie alla sensibilizzazione svolta dal Ministero competente, ai requisiti di rendimento richiesti dalle nuove caldaie da installare, oltre a una limitazione di emissioni di CO2, ne consegue che quasi obbligatoriamente la scelta ricada sul nuovo tipo di caldaia.
Per gli edifici condominiali provvisti di canna fumaria condominiale, occorre sapere che a causa della maggiore acidità dei fumi di condensazione delle caldaie, non è possibile effettuare l'immissione nelle vecchie canne esistenti.
Tale operazione può essere resa possibile solo adottando le opportune misure di protezione, come ad esempio l'introduzione di una canna in materiale resistente alle aggressioni acide, all'interno della vecchia canna esistente.
La caldaia a condensazione attualmente è l'unica che può essere installata in locali chiusi; in questo modo, oltre a mantenerla in efficienza più a lungo, evita il congelamento dello scarico della condensa.
Posizionando la caldaia in casa, occorre comunque tenere presente alcune regole di sicurezza, infatti le norme vigenti fanno divieto di installare la caldaia in posizione verticale su piani cottura a gas, o in ambienti con potenziale pericolo di incendio come le autorimesse o i garage.
In ogni caso, il locale dove è installata la caldaia, deve essere provvisto di una presa d'aria esterna diretta e non ausiliare.
Il posizionamento all'esterno della caldaia, per chi dispone di una abitazione non in condominio, risulta molto più agevole, non essendo limitato da regolamenti condominiali di sorta.
Ma anche in questo caso è utile tener presente alcuni consigli: infatti, è bene verificare sempre la resistenza della parete su cui installare la caldaia, qualora la stessa venga posizionata all'interno di una loggetta, è buona regola prevedere una chiusura costituita da una tenda in polietilene retrattile, da chiudere durante il periodo invernale.
Inoltre, è bene ricavare un alloggiamento comodo e protetto a ridosso della parete dove vogliamo posizionare la caldaia, tenendo conto che ci sia abbastanza spazio circostante per permettere montaggio e smontaggio in occasione di verifiche e riparazioni.
Evitare di posizionarla ad altezze eccessive da terra, anche se non esistono norme specifiche circa tale questione, si consiglia di non superare il metro e mezzo, per ovvie ragioni di ispezione e manutenzione.
Occorre, inoltre, tener conto da dove far defluire l'acqua di condensazione, che si produce durante l'esercizio, predisponendo apposita tubazione da convogliare in giardino o in una caditoia.
A proposito dell'acqua di condensazione, per spiegare l'efficienza energetica di tali caldaie è bene tener conto che se potessimo raccogliere in un contenitore l'acqua condensata dalla caldaia smaltita mediante tubo di scarico, ci accorgeremmo che si possono ottenere parecchi litri di acqua al giorno.
Per conoscere il calore guadagnato dalla caldaia a condensazione, rispetto a una non a condensazione, basta considerare che esso è uguale a quello occorrente per far evaporare completamente tutta l'acqua di condensazione prodotta, ad esempio mettendola su un fornello e tenendolo acceso fino a completa evaporazione.
Per quanto riguarda l'installazione della caldaia in condominio, è bene ricordare che può essere effettuata nelle pertinenze ad uso esclusivo del proprio appartamento e mai negli spazi comuni.
Come stabilito dalla Cassazione, si può mettere una caldaia sul balcone, a patto che non venga deturpato l'aspetto estetico della facciata del condominio.
In ogni caso, vanno sempre rispettate le distanze minime previste dalle Norme UNI 7129/del 2015, le quali dettano le distanze minime da rispettare nel posizionamento del terminale di tiraggio delle caldaie con scarico a parete, in relazione alla potenza termica installata.
Oltre a ciò, è bene tener sempre presente l'osservanza dei regolamenti comunali e condominiali per conoscere le distanze da balconi e finestre da rispettare per l'installazione delle canne fumarie, al fine di non incorrere in lunghe e dispendiose liti.
Di norma se l'edificio dispone di una corte interna e di un prospetto principale, potendo scegliere dove posizionare la caldaia, il buon senso consiglia di utilizzare gli spazi prospettanti all'interno della corte, al fine di preservare il decoro della facciata principale.
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