Condomini come microimprese: stop al mercato tutelato per l'energia elettrica
Dal 1° aprile 2023, i condomini passeranno al mercato libero per l'elettricità delle parti comuni.
La notizia è quasi ufficiale, se non sopraggiungono colpi di scena dell'ultimo minuto. L'ordine del giorno al Milleproroghe che prevedeva il rinvio di un anno, è infatti stato bocciato.
Pertanto, tra 2 mesi l'elettricità delle parti comuni dei condomini italiani non potrà più essere gestita da operatori del mercato tutelato e passerà quindi al mercato libero.
Le parti comuni dei condomini vengono considerate alla stessa stregua delle microimprese.
In pratica, ciò significa che, dal prossimo mese di aprile, i condomini registreranno una variazione sulle proprie bollette della luce che, molto probabilmente, non sarà di poco conto, soprattutto per i condomini con ascensore.
Nel bilancio di un condominio medio, infatti, il consumo di energia elettrica per gli ascensori costituisce il 20% circa.
Ad ogni modo, l'UNC (Unione nazionale consumatori) prevede che il passaggio al mercato libero porterà a un aggravio dei costi per i condòmini.
Sulla base degli ultimi dati ISTAT, infatti, lo scorso gennaio il prezzo dell'energia elettrica del mercato tutelato crollato del -18,1% rispetto a dicembre.
Facendo un confronto coi prezzi di gennaio 2022, nel mercato tutelato si registra una variazione del prezzo di luce e gas rispettivamente del +6,1% e del -33,4%. Nel mercato libero, invece, le cifre decollano, con +174,8% per l'elettricità e +117,8% per il gas.
Pare quindi abbastanza ovvio che da aprile 2023 le bollette dei condomini subiranno un aumento.
Sarebbe quindi il caso che gli amministratori si affrettino a scegliere una delle migliori offerte disponibili sul mercato libero. Per fare questo confronto, lo strumento più affidabile è il Portale di Arera.
È importante fare qualcosa perché, chi non riuscirà a passare al mercato libero entro il 1° aprile 2023, attraverserà un regime transitorio, denominato tutele graduali, gestito da vari operatori e che risulta comunque più costoso del mercato tutelato.