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Nel momento in cui una persona viene a mancare, si apre il procedimento successorio, con il quale si trasferisce ai suoi eredi l’insieme dei rapporti patrimoniali attivi e passivi.
Tuttavia, vi è da dire che non tutti i beni o diritti del defunto sono destinati a confluire nell’asse ereditario.
Rientrano beni mobili e immobili ad esempio. Sono viceversa esclusi indennità, diritti non patrimoniali, beni personali ecc.
La legge, insomma, opera una selezione precisa: alcuni elementi patrimoniali possono rientrare nella successione, mentre altri ne restano esclusi per ragioni giuridiche, personali o fiscali.
Capire questa distinzione è fondamentale per chiunque sia chiamato a gestire una successione o intenda pianificare in modo consapevole il proprio patrimonio.
La successione si pone in essere nel momento in cui muore il titolare del patrimonio.
L'ordinamento giuridico italiano fa distinzione tra successione legittima e successione testamentaria.
La prima segue regole prefissate in assenza di testamento.
Nella seconda invece il de cuius ha espresso la propria volontà attraverso un testamento valido.
Gli eredi, per acquisire i beni, devono accettare l’eredità, espressamente o tacitamente.
Con l’accettazione subentrano nei rapporti giuridici del defunto, diventando titolari di diritti ma anche responsabili di eventuali debiti, secondo la quota spettante a ciascuno.
Beni dichiarati in successione - Getty Images
Sebbene quanto appena detto, non c'è nel nostro ordinamento una norma unica che elenchi in modo esaustivo i beni che cadono in successione.
Tuttavia, è possibile ricavare dai principi generali e dalle disposizioni specifiche un quadro sufficientemente chiaro, utile sia ai fini fiscali che patrimoniali.
In linea di massima, entrano a far parte nel novero della successione tutti i beni mobili e immobili di cui il defunto era titolare al momento del decesso.
Si pensi ad esempio ad edifici, immobili, terreni, appartamenti.
Ma a che conti correnti bancari, titoli, partecipazioni societarie, quote di fondi, obbligazioni, automobili, gioielli, arredi e oggetti di valore.
Anche le aziende, i marchi registrati e le licenze commerciali costituiscono elementi trasmissibili per via ereditaria.
Vanno altresì inclusi i crediti vantati dal defunto nei confronti di terzi, purché certi, liquidi ed esigibili, così come le rendite, le pensioni maturate e i depositi in denaro.
Il fisco presume che l’eredità comprenda una quota di beni mobili pari al 10% del valore complessivo dell’attivo, salvo diversa e documentata dimostrazione.
È per questo che, in presenza di patrimoni rilevanti, può rivelarsi opportuno inventariare e stimare con precisione i beni mobili, in modo da evitare tassazioni sovrastimate.
Tutto ciò che rientra nell’attivo ereditario va indicato nella dichiarazione di successione, ai fini dell’applicazione dell’imposta di successione e della corretta distribuzione dell’eredità.
Accanto ai beni che entrano a far parte dell'asse ereditario, ve ne sono altri che, per espressa previsione normativa o per la loro intrinseca natura, restano esclusi dal procedimento successorio.
Beni esclusi dalla successione - Getty Images
La loro esclusione può dipendere da motivi personali, da clausole contrattuali o da specifiche norme di legge.
Non fanno parte del novero, ad esempio, le indennità di fine rapporto maturate dal lavoratore deceduto, così come le indennità derivanti da assicurazioni sociali obbligatorie.
Queste spettano direttamente agli eredi iure proprio, ovvero in quanto legittimati dalla legge, ma non costituiscono parte dell’asse ereditario.
Un altro caso emblematico riguarda le polizze assicurative sulla vita.
Il capitale assicurato viene corrisposto al beneficiario designato dal contraente e non entra a far parte del patrimonio ereditario.
Questo in quanto si tratta di un diritto sorto autonomamente in capo al beneficiario, che non necessita di accettazione dell’eredità.
Il beneficiario riceve il denaro a titolo proprio, e non in rappresentanza del defunto.
Restano esclusi dalla successione anche i beni strettamente personali e non patrimoniali, come il diritto al nome, all’immagine, allo status familiare, nonché i diritti moralmente connessi alla persona, quali i diritti morali dell’autore.
Questi ultimi, benché talvolta possano produrre effetti economici, sono considerati intrasmissibili per la loro natura personale e pertanto non soggetti a successione.
Alcuni diritti patrimoniali connessi alla proprietà intellettuale, come i diritti d’autore, possono invece essere trasmessi agli eredi, ma secondo regole particolari.
Beni personali e diritti non patrimoniali - Getty Images
L’articolo 93 della legge sul diritto d’autore stabilisce che i diritti patrimoniali dell’autore perdurano per settant’anni dopo la sua morte, ma durante i primi tre anni gli eredi ne fruiscono in comunione indivisa, salvo diversa disposizione testamentaria.
Un’ulteriore categoria di beni esclusi riguarda quelli che il defunto ha già trasferito in vita mediante donazione o vendita.
Tali beni escono dalla sua sfera patrimoniale e non sono più disponibili al momento dell’apertura della successione.
Tuttavia, i donatari possono essere tenuti a restituire in parte il valore ricevuto se la donazione ha leso la quota di legittima spettante ad altri eredi.
Non tutti i contratti stipulati dal defunto producono effetti oltre la sua morte.
Alcuni, per loro natura o in forza di clausole specifiche, si estinguono con il decesso.
È il caso, ad esempio, del contratto di mandato, che si estingue con la morte del mandante o del mandatario, oppure dell’appalto, se l’appaltatore defunto rivestiva un ruolo personale insostituibile nell’esecuzione dell’opera.
In maniera analoga, la qualità di socio in alcune forme associative può essere intrasmissibile, specie se il vincolo sociale è legato alla persona fisica e non alla sua quota patrimoniale.
Rapporti contrattuali non trasmissibili - Getty Images
Da un punto di vista prettamente fiscale, non concorrono a formare l’attivo ereditario i crediti incerti o controversi, come quelli oggetto di contenzioso al momento dell’apertura della successione.
Solo nel caso in cui tali crediti vengano riconosciuti con sentenza o transazione, essi potranno essere tassati e ripartiti tra gli eredi.
La disciplina dei beni ereditari richiede un’attenta analisi, sia da parte degli eredi che da parte di chi desidera organizzare in anticipo la trasmissione del proprio patrimonio.
Conoscere quali beni rientrano in successione e quali ne sono esclusi è fondamentale per evitare errori formali, contenziosi tra gli eredi e aggravi fiscali.
Una pianificazione successoria consapevole permette di dare valore alle volontà del testatore.
In tal modo si vanno a tutelare i diritti dei legittimari e si tende ad ottimizzare il carico tributario, garantendo al tempo stesso un passaggio generazionale ordinato e conforme alla legge.
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