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Dimensioni e caratteristiche dei bagni a norma

Esistono precise normative statali e locali sulle dimensioni, superficie, dotazione di sanitari, ventilazione e illuminazione naturale dei bagni pubblici e di casa
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Un po' di chiarezza su bagno e antibagno a norma


Le norme su bagno e antibagno variano sia in funzione della tipologia di servizio igienico, cioè se è posto a servizio di un'abitazione privata, un locale pubblico come un ristorante oppure un'attività lavorativa (negozio, laboratorio artigianale, ufficio aziendale, eccetera), sia in base al comune di riferimento.

Le prescrizioni sui bagni sono a livello statale e comunaleCoesistono infatti due livelli legislativi differenti: la norma statale costituita dal Decreto Ministeriale Sanità del 5 luglio 1975 e i regolamenti locali identificabili con il Regolamento Edilizio o il RUE (Regolamento Urbanistico-Edilizio) di ciascun comune.

I bagni accessibili per disabili sono infine regolati dalla legge 9 gennaio 1989 n. 13 sull'abbattimento delle barriere architettoniche.


Le normative sul bagno di casa



Il decreto ministeriale indica soltanto l'altezza minima bagno: 240 centimetri calcolati dalla superficie del pavimento all'intradosso del soffitto, se piano, o alla media calcolata in vari modi in caso di soffitti a volta o con travi in legno a vista. Si tratta dell'altezza minima stabilita anche per gli altri ambienti di servizio come cucine, ripostigli, disimpegni e corridoi.

Per ciascun appartamento dev'essere inoltre presente almeno un bagno normale, cioè fornito di doccia o vasca, lavandino, wc e bidet; mentre il secondo servizio igienico può essere un bagno con solo wc e lavabo.
Si stabilisce inoltre che bagni e servizi igienici siano dotati di un'apertura all'esterno o in alternativa di un impianto di aspirazione meccanica: in questo secondo caso è però proibita l'installazione di apparecchi a fiamma libera, ad esempio scaldabagni o caldaie a gas.

Dotazione minima di un bagno: doccia o vasca, lavandino, wc e bidet
I regolamenti comunali sono invece assai più dettagliati e spesso prescrivono con esattezza le dimensioni o superficie minima bagno, la presenza di una finestra per la ventilazione naturale o un antibagno obbligatorio. Tuttavia, variando da comune a comune, è impossibile farne una completa trattazione: in questo articolo prenderemo dunque a esempio le prescrizioni di due città campione, Bologna e Milano.

A Bologna le regole sui bagni a norma di legge sono contenute nelle Schede Tecniche di Dettaglio del RUE e in particolare nella Scheda dE 4.7 (controllo dell'illuminamento naturale), dE 4.9 (ventilazione) e dE 8.2 (organizzazione distributiva degli spazi e attrezzature).

Water e bidet, obbligatori nel bagno principale dell'abitazione
Esse sono:

  • i bagni possono non essere dotati di finestre, purché siano forniti di un sistema di ventilazione meccanica;

  • i bagni sono dunque esclusi dal rispetto dei rapporti minimi di ventilazione e illuminazione naturale, pari a 1/8 per gli edifici di nuova costruzione e 1/16 per gli edifici vincolati come beni culturali o di interesse documentale (edifici storici);

  • non esistono misure minime bagno;

  • il servizio igienico dev'essere disimpegnato dalla cucina o dal soggiorno con angolo cottura, prescrivendo in pratica la realizzazione di un bagno con antibagno oppure l'accesso di questo da corridoi e disimpegni o anche, in caso di secondo bagno, da una camera da letto;

Bagno minimo o secondo bagno con solo lavandino e wcLe prescrizioni del Regolamento Edilizio di Milano sono invece assai più restrittive:

  • larghezza minima bagno di m 1,20;

  • la tazza wc deve trovarsi in un ambiente delimitato da serramenti o pareti a tutt'altezza disimpegnato dalla cucina o dal soggiorno con angolo cottura mediante un antibagno, un corridoio o un disimpegno dotato di porte; è perciò ammessa la realizzazione di un antibagno con lavandino;

  • pareti e pavimenti rivestiti di materiale impermeabile, liscio, lavabile e nella zona in corrispondenza dei sanitari, anche resistente, fino a m 1,80 dal pavimento;

  • soffitto in materiale traspirante;

  • i servizi igienici possono non essere dotati di finestre per l'illuminazione e ventilazione naturale, purché siano dotati di ventilazione meccanica controllata con coefficiente di ricambio minimo di 6 volumi/ora se in espulsione continua o 12 volumi/ora se in aspirazione forzata intermittente a comando automatico: in questo caso il comando dev'essere temporizzato per assicurare almeno tre ricambi per ciascun uso dell'ambiente;

  • i bagni con ventilazione naturale devono invece essere dotati di una finestra apribile con superficie di almeno 0,50 mq o 1/10 della superficie del pavimento in ambienti con superficie superiore a 5 mq.

Doccia oppure vasca sono obbligatori nel bagno di un'abitazione
In entrambi i casi non sono invece indicate né le misure minime wc e bidet né la superficie minima bagno. Tuttavia, per progettare uno spazio confortevole occorre rispettare alcune distanze tra i sanitari: almeno 45 cm dall'asse centrale di bidet o wc rispetto alla parete perpendicolare o alla cabina doccia, 60 centimetri tra gli assi centrali (cioè in corrispondenza del rubinetto e del foro di scarico) di wc e bidet, almeno 50 centimetri di spazio libero davanti a water , lavandino e bidet. La vasca e la doccia richiedono invece uno spazio libero non inferiore a 55 cm.

Un bagno minimo ha perciò dimensioni di cm 175 per 195 con porta di tipo scorrevole o apribile verso l'esterno; mentre le misure bagno standard sono ovviamente superiori.


Le caratteristiche di un bagno per disabili


Un bagno disabili a norma ha ovviamente prescrizioni più severe ma la sua presenza è generalmente obbligatoria solo negli edifici pubblici o negli esercizi commerciali come bar e ristoranti.

Bagno per disabili per un pubblico esercizio
Tuttavia a chi abita con un parente anziano o invalido conviene dotarsi di bagni per disabili in casa che, oltre alle prescrizioni dei regolamenti locali, devono garantire il rispetto di requisiti prestazionali aggiuntivi. Per prima cosa le dimensioni del vano devono essere sufficienti a garantire l'accesso frontale al lavandino e l'accesso laterale alla tazza wc; la doccia, di tipo a pavimento, va inoltre attrezzata di un sedile ribaltabile e una doccetta supplementare a telefono. La porta deve avere una luce netta non inferiore a 75 centimetri.

Il lavandino, di tipo a mensola, si trova a una quota di 80 centimetri rispetto al pavimento, mentre il bidet e la tazza wc, preferibilmente sospesi, a circa 45-50 cm.

Sono infine previsti vari maniglioni per facilitare le manovre di sollevamento e trasferimento dai sanitari alla sedia a rotelle e costituire punti di appoggio per persone con difficoltà di deambulazione o equilibrio precario:

  • un corrimano ad L con altezza del lato orizzontale di 80 centimetri da pavimento all'interno della doccia;

  • un lungo corrimano in corrispondenza della vasca;

  • una barra fissa perpendicolare alla parete vicino al lavandino e una seconda barra ribaltabile a fianco del wc;

  • ulteriori corrimano e maniglioni nei punti considerati necessari.

I maniglioni in zona wc di un bagno per disabili
Contrariamente a quanto si pensa comunemente, non occorre però dotarsi di sanitari speciali, generalmente più costosi rispetto a quelli standard, ne stravolgere radicalmente il bagno di casa propria: bastano infatti alcuni accorgimenti per trasformare un servizio igienico di adeguate dimensioni in un bagno accessibile anche ai disabili in sedia a rotelle.

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Bagni a norma di legge
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