Nonostante il diffondersi della bioedilizia con l'adozione di materiali ecosostenibili per le nuove costruzioni, sia in caso di ristrutturazione di edifici esistenti che di realizzazione di nuovi edifici, il calcestruzzo resta ancora il materiale principale di riferimento nella maggior parte dei casi; innumerevoli sono i fattori che concorrono a determinare ciò, tra essi la mancanza di sensibilità culturale, i tempi ed i costi realizzativi delle strutture in calcestruzzo.
L'elemento caratterizzante del calcestruzzo è il cemento, che mescolato nelle proporzioni di circa 3 - 4 ad 1 con l'acqua produce un materiale plastico, lavorabile e che si rapprende nel tempo di qualche giorno; in tal modo si producono strutture resistenti alle sollecitazioni meccaniche di varia natura, in primis quelle di tipo sismico, siano sollecitazioni di compressione che di trazione grazie alla presenza delle armature.
La principale norma di riferimento europea per la classificazione dei cementi, in relazioni alle loro prestazioni è la EN 197/1, quest'ultima definisce 150 tipologie diverse di cementi che possono essere prodotti ed utilizzati in tutta Europa, ognuno identificato in maniera univoca da un proprio codice di riferimento. In ogni caso due sono gli elementi fondamentali di riferimento per individuare una tipologia di cemento: la classe di resistenza e la composizione.
Le classi di resistenza di riferimento per il cemento sono: 32.5N, 32.5R, 42.5N, 42.5R, 52.5N,52.5R; in tali codici il numero identifica la resistenza del cemento espressa come Newton per millimetro quadrato, N/mmq, mentre R ed N indicano il comportamento prestazionale del cemento; 32.5N indica che il cemento in questione deve raggiungere il limite prestazionale di 16N/mmq ogni 7 giorni, mentre 32.5R indica che il cemento deve superare la soglia di resistenza di 10N/mmq a due giorni dal getto. Per entrambe le tipologie, a 28 giorni dal getto deve essere superata la soglia di resistenza di 32.5 N/mmq.
I risultati di misurazioni della resistenza dovrebbero essere ottenuti attraverso precise procedure che dovrebbero essere applicate dal direttore dei lavori, con l'ausilio di un laboratorio autorizzato per le prove, con esse si dovrebbero verificare i valori minimi di riferimento per la resistenza, dettati dalle norme.
Per la composizione il cemento storico di riferimento è il Portland, nella cui procedura di produzione è prevista la cottura di particolari tipi di terre naturali e/o artificiali opportunamente proporzionate e che ne costituiscono non meno del 95%; il Portland viene considerato come riferimento, per la produzione dei leganti idraulici e per la definizione di altri tipi di cemento con variazioni di ingredienti rispetto ad esso.
Tra i tipi di cemento, classificati in base alla composizione ci sono: il Portland, il cemento Portland di miscela, il cemento d'altoforno, il cemento pozzolanico, il cemento composito; ognuno di essi contiene diversi sottotipi; il cemento pozzolanico con i relativi sottotipi è tra quelli maggiormente diffusi nelle case italiane.