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Il porfido è una delle pietre più resistenti all'attacco degli agenti atmosferici; non teme la pioggia, il gelo e gli sbalzi di temperatura e, proprio in merito a queste caratteristiche, abbiamo già parlato della sua applicazione come materiale da pavimentazione in sampietrini.
La sua ruvidezza superficiale, modulata in chiaroscuri che variano dal grigio al marrone chiaro, ci è familiare come le strade che percorriamo ogni giorno a piedi o in auto in molte città italiane. Meno diffuso è invece l'uso del porfido in contesti privati indoor, dove la sua potenza e durezza espressiva potrebbero quasi sembrare fuori posto.
A dimostrarci il contrario, però, arrivano le creazioni nate dall'inedita e fruttuosa collaborazione tra una designer italo – colombiana, Lucy Salamanca, e un'azienda italiana, la trentina Odorizzi Porfidi, che si affaccia nel settore della lavorazione di questa pietra fin dall'inizio degli anni '50.
Location creativa è stata l'ultima edizione del Marmomacc, chiusasi a Verona il 29 settembre scorso, dove il tema annuale The Colours of Green: Sustainable Stone è stato interpretato, nel contesto dello stand espositivo, secondo un nuovo filone espressivo dedicato alla Ritualità leggera.
Lavorato a lastre sottili tagliate al laser, alleggerito di gran parte del suo spessore tradizionale e arricchito delle potenzialità scenografiche indotte dalla combinazione con la luce, il porfido viene reinventato e si presta a raggiungere nuovi indirizzi applicativi.
A quest'evoluzione di carattere estetico – tecnologico si accompagna la tematica green del recupero dello scarto di lavorazione, ormai frequente e pubblicizzata nel contesto produttivo di molte aziende.
L'uso innovativo del porfido, infatti, implica lo svecchiamento di alcune soluzioni compositive tradizionali e accetta la peculiarità dell'imperfezione, dell'eccezione, introducendola in contesti nuovi e stimolanti.
C'è da augurarsi che quanto sperimentato dalla Salamanca trovi al più presto sbocchi progettuali e produttivi a vasta scala, invadendo delle venature del porfido gli ambienti delle nostre case, che ne risulterebbero senza dubbio arricchite e valorizzate.
Intanto, nel catalogo prodotti della Odorizzi, troviamo pietre naturali lavorate e impreziosite da convincenti colorazioni che ben si prestano ai più disparati utilizzi indoor.
Le lastre Porfiris®, ad esempio, spaziano la loro gamma cromatica tra grigi (Perla, Alpi, Plata) e rossi (Siena, Dolomiti, Magellano) e ben si inseriscono in rigorosi contesti di gusto metropolitano.
Ma se strappiamo al porfido la sua veste bidimensionale di lastra otteniamo oggetti scultorei di forte valenza espressiva, capaci di completare un allestimento con un tocco discreto ed elegante. Tali sono i vasi oblunghi Il silenzio della pietra di Claudio Silvestrin e Giuliana Salmaso per Henry Timi, che traggono la loro semplicità ed estrema, discreta eleganza dall'interpretazione del porfido nella sua coerenza di materiale antico e naturale; in questo caso, quello di varietà Valcamonica.
Il vaso – scultura è alto ben 120 cm per un diametro massimo di appena 24 cm; tali dimensioni, che determinano un rapporto di 5 a 1, introducono nell'oggetto un equilibrio raro e leggero, degno delle potenzialità espressive del materiale.
Sempre sul tema complementi verte la produzione di Nion, laboratorio pavese che utilizza sfridi di marmo e pietra per creazioni di design dall'allure contemporanea.
Il vaso Dondolo in porfido coniuga una forma di impronta tradizionale alla novità della base stondata che consente lievi e controllate oscillazioni e rotazioni. In questo contesto il porfido può poi tornare lastra e diventare utile accessorio in cucina: Tagliere o Sushi, varianti occidentale e orientale del modo di lavorare e presentare i cibi.
Ritroviamo la mano del sopracitato Claudio Silvestrin, invece, in una serie di arredi per il settore contract disegnati per Poltrona Frau. La collezione H_O è frutto della contaminazione tra le potenzialità espressive di materiali diversi, lasciati alla loro apparenza e struttura originaria: legno e cuoio, in primis, e poi anche il porfido.
Ciascuno di essi definisce il volume o la superficie di un elemento che va a costituire un arredo: un tavolo, una libreria, una scrivania, un mobile contenitore.
Le inserzioni sono geometricamente perfette e non lasciano dubbi interpretativi; da questa combinazione sapiente e calibrata H_O prende vita e si prepara a diventare, a sei anni dalla sua apparizione sul mercato, un classico dell'interior design.
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