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Dalla pubblicazione del rapporto decennale L'Italia del riciclo 2019, realizzato da Fondazione per lo sviluppo sostenibile Fise Unicircular e Unione Imprese Economia Circolare, con stupore si nota che l'Italia è tra i primi posti in Europa per il tasso di riciclo sui rifiuti ma, con grande presagio abbiamo la conferma che l'edilizia sia ferma a una mentalità bigotta e commerciale, continuando ad acquistare materie prime e inerti da cava invece di riutilizzare e riciclare materie prime già presenti in cantieri frutto da recupero o demolizioni.
I dati di recupero di materiali dai rifiuti da Costruzione e Demolizione, pubblicati da ISPRA, sono disponibili a partire dal 2013.
Nei quattro anni (2013-2017) la filiera dei rifiuti da costruzione e demolizione ha visto incrementare la produzione dei rifiuti da 48 a 56 Mt (+17%) mentre le quantità recuperate sono cresciute da 36 Mt del 2013 a 42 Mt del 2017 (+6Mt), pari al 16% in più.
Negli ultimi dieci anni il settore del recupero dei rifiuti inerti ha subito in gran parte la crisi che ha colpito il mondo dell'edilizia e il mancato inserimento nei capitolati di appalto e nei prezzari regionali delle voci relative ai materiali riciclati ha causato un forte abbassamento della domanda di questi materiali, con la conseguenza di accumuli negli impianti di recupero e di prodotti invenduti.
La ripresa dell'edilizia avvenuta con le varie manovre negli ultimi anni (frutto dei bonus fiscali) ha comportato un evidente e non scontato aumento dei rifiuti.
di tutti i materiali smaltiti e non inquinanti, il 59% proviene dai cantieri, segno che questa grande fetta ostruisce il settore delle ditte di smaltimento rifiuti.
Questo 59% potremmo ottimizzarlo con un recupero dei materiali in cantiere?
Sotto l'aspetto legale il materiale prodotto da costruzioni e demolizioni viene definito rifiuto nel momento in cui vogliamo liberarcene.
Se questo non avviene allora non stiamo parlando di rifiuti ma di materiale inerte o macerie. Per questo cambiare il nostro approccio ai materiali da demolizione è fondamentale per un nuovo modello di edilizia autosufficiente.
Se guardiamo nel passato arrivando fino in epoca Romana ci rendiamo conto che la parola rifiuto non esiste. La maggior parte delle costruzioni dell'Impero Romano era frutto di precedenti demolizioni, lavorazione dei materiali e ricostruzioni.
Molte demolizioni erano fonte di materie prime per la costruzione di nuovi edifici, come ad esempio dai mattoni pieni in argilla, dai coppi o tegole in terracotta, una volta che venivano tritati finemente si ricavava il cocciopesto, elemento chiave della malta per la realizzazione di murature o intonaci, laddove non era possibile utilizzare la pozzolana.
L'Arco di Costantino, simbolo dell'Antica Roma, è stato realizzato interamente con materiali riciclati da altre costruzioni precedenti. I blocchi, mattoni o lastre di marmo, venivano girati e incollati al contrario.
Un esempio di queste costruzioni è il nostro amato anfiteatro Flavio, il Colosseo, realizzato in alcune parti da blocchi recuperati da eventuali crolli precedenti. Il blocco veniva recuperato e se il fregio o decorazione si presentava ormai molto rovinato, si posizionava il blocco al contrario per poter creare un nuovo fregio sul lato ancora intatto.
Stessa tecnica la ritroviamo nella Cattedrale di Pisa presso Piazza dei Miracoli.
Questo approccio potrebbe farci pensare che in un epoca così remota non si disponeva di risorse per nuovi acquisti di materiale ma se proviamo a immedesimarci nel lavoro di una ditta esecutrice dei lavori capiamo che recuperare il materiale inerte o macerie conviene notevolmente.
Ristrutturare comporta notevoli sforzi fisici, economici, burocratici e organizzativi. Immaginiamo di modificare un tramezzo e cambiare il pavimento e massetto di un'abitazione nel centro storico di una città, il tutto comporta:
Dovremmo ricordarci anche di portare allo stesso piano ulteriore materiale inerte come la sabbia per il massetto, oltre che il trasporto dei sacchetti di cemento allo stesso piano senza l'ausilio di gru. Questi movimenti hanno un costo, le giornate di lavoro della ditta.
Dalle demolizioni potremmo ricavare materiale inerte utile per il massetto attraverso l'ausilio di un macchinario frantumatore e appositi vagli.
Potremmo ottenere sabbia per le varie malte, breccia fina o sabbia per i vari tipi di massetti in base alle nostre esigenze. Questo ci permette di risparmiare notevolmente sul trasporto e smaltimento delle macerie, ridurre le giornate di lavoro della ditta, evitare l'acquisto di nuovi materiali inerti per malte, massetto e di conseguenza ridurre il numero dei permessi di accesso e le occupazioni del suolo pubblico.
Un grande vantaggio economico e fisico oltre che si evita quel ritmo frenetico del cantiere nell'incastrare arrivi e partenze di cassoni e camion dei fornitori.
Questo è un concetto di lavorazione non comune a molte ditte impegnate nelle costruzioni di nuovi edifici, ma al contrario molto diffusa tra le ditte specializzate nel restauro.
L'ottimizzazione dei materiali in cantiere è una mentalità che si acquisisce in anni di esperienza e non vi è un protocollo ben preciso.
A seguito delle demolizioni, bisogna far analizzare il materiale inerte. Dopo le analisi, da allegare ai documenti di cantiere, se risulterà che non vi sia presenza dialcun materiale inquinante, potremmo procedere con il riciclo dello stesso materiale.
I mattoni, che siano pieni in argilla o in pietra possono essere riutilizzati per la realizzazione di altre murature senza acquistarne di nuovi.
I mattoni recuperati e quindi antichi possono essere riutilizzati soprattutto per murature faccia a vista o per la costruzione di camini.
Il mattone vissuto, oltre a essere a costo zero rispetto ai mattoni antichizzati, che sul mercato vengono acquistati per un importo cinque volte superiore, hanno anche una resa estetica differente, capace di infondere calore e creare atmosfere davevro uniche.
In altri casi possiamo procedere alla frantumazione di tutto il materiale, evitare di contattare la ditta di smaltimento rifiuti e riciclare il materiale.
Se volessimo realizzare un vespaio in pietra potremmo impiegare gli stessi mattoni in pietra, spaccarli per creare uno strato compatto, ma cavo all'interno, per consentire l'aerazione al di sotto. Per un sottofondo, invece, potremmo usare lo stesso materiale ma frammentato più finemente. (Rimando all'articolo Realizzare un massetto per esterni con materiali di recupero).
Potremmo aver bisogno di materiale da riempimento oppure se dobbiamo realizzare un massetto possiamo tritare il materiale, frutto della demolizione, in materiale fino o grosso, fino al raggiungimento della granulometria preferita.
Mentalità pratiche dei cantieri di restauro, dove mancati comfort di cantieri costringono, nel senso buono della parola, al recupero di ogni risorsa in loco, ottimizzando giornate di lavoro e dipendenti.
Approcci più sensibili permettono di risolvere il problema rifiuti oltre che risparmiare sui costi di smaltimento e di cantiere.
Al giorno d'oggi proviamo a cercare soluzioni innovative e frutto di ricerche ma molto spesso la risposta alle nostre domande si trova nel passato.
Ancora una volta le tecnologie e conoscenze nelle costruzioni dell'Impero Romano continuano a insegnarci.
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