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I tetti verdi sono uno degli elementi caratterizzanti numerosi edifici contemporanei, soprattutto se adibiti a funzioni terziarie e progettati da grandi archistar: la copertura dell'Accademia delle Scienze della California di Renzo Piano si presenta ad esempio come un enorme e futuristico prato costellato di collinette artificiali, lucernari e pannelli fotovoltaici.
Si tratta di una scelta progettuale assai ben ponderata, perché i tetti verdi garantiscono numerosi vantaggi. Questo fatto era ben noto anche agli antichi costruttori dei paesi più freddi: il manto di copertura dei tetti delle case tradizionali islandesi, dalla pendenza molto accentuata, è infatti spesso costituito da zolle erbose particolarmente spesse.
Un manto di copertura vegetale è infatti un ottimo isolante termico in tutto il corso dell'anno: nei mesi estivi la presenza della vegetazione riduce infatti la temperatura interna, mentre in inverno lo strato di terreno accumula il calore delle ore più calde e lo restituisce lentamente durante la notte.
Inoltre, grazie alla fotosintesi clorofilliana e alla presenza della vegetazione si produce ossigeno, si riduce l'anidride carbonica in atmosfera e si riesce persino a diminuire la concentrazione di polveri sottili con un netto miglioramento della qualità dell'aria.
Si verifica anche un aumento del benessere acustico grazie al potere fonoassorbente dello strato di terriccio.
Un tetto verde contribuisce inoltre a un miglior drenaggio dell'acqua piovana prevenendo il fenomeno del ruscellamento e costituisce anche l'habitat di numerosi piccoli animaletti: il risultato è l'eliminazione delle pozze di acqua stagnante dopo ogni pioggia e la conseguente diminuzione degli insetti nocivi come mosche e zanzare.
Cala anche il consumo di suolo e dall'alto risulta una vista assai più gradevole di un tetto piano in asfalto o cemento.
Tuttavia, esistono anche alcuni potenziali svantaggi da non sottovalutare
Si possono però minimizzare questi rischi mettendo a dimora piante autoctone o grasse particolarmente resistenti al calore e alla scarsità d'acqua e inoltre convogliando l'acqua piovana in apposite vasche per irrigare la copertura.
Proprio grazie ai suoi molti vantaggi, un tetto giardino migliora sensibilmente la qualità dell'ambiente urbano circostante. Questo non è sfuggito ad alcune amministrazioni lungimiranti, che hanno provveduto a varare opportuni provvedimenti per incentivarne la costruzione.
Nell'autunno 2016 il Comune di Asti ha ad esempio varato una modifica al Regolamento Edilizio vigente con alcune prescrizioni e incentivi sui tetti verdi.
Per prima cosa, la progettazione dei nuovi tetti in erba dovrà prevedere tutti i requisiti tecnici necessari a garantire la sicurezza statica degli edifici, la perfetta impermeabilizzazione delle strutture sottostanti e il corretto smaltimento delle acque reflue.
Per incentivarne la creazione in caso di costruzione o ristrutturazione di un edificio è invece previsto l'esonero di dette superfici dal pagamento del costo di costruzione, con conseguente diminuzione degli oneri concessori legati al Permesso di Costruire.
La realizzazione di un tetto verde risulta però vantaggiosa anche in assenza di qualsiasi incentivo.
Grazie a questa soluzione si tutela infatti la permeabilità del suolo, magari riuscendo a costruire un'autorimessa o una cantina interrata anche nelle zone in cui gli strumenti di pianificazione urbanistica vietano la pavimentazione delle aree scoperte.
Inoltre, grazie al loro ridotto impatto visivo, è possibile costruire edifici in stile contemporaneo anche nelle zone rurali o con vincolo paesaggistico, perché la Soprintendenza o la Commissione Edilizia di ogni Comune tendono a privilegiare le soluzioni meno invasive.
Se dunque si vuole ampliare un'abitazione rurale esistente o costruire nuovi edifici pertinenziali la realizzazione di coperture verdi costituisce la soluzione vincente soprattutto in terreni in pendenza a valle o a mezza costa di una collina.
Qual è la reale convenienza economica di un tetto giardino?
Secondo uno studio relativo alla città di Whashinton decisamente elevata: grazie alla diminuzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo sarebbe infatti possibile ammortizzare la spesa di costruzione in soli undici anni.
Ma in realtà per l'Italia questo dato risulta ancor più conveniente grazie ai numerosi incentivi fiscali previsti per gli interventi di recupero, manutenzione e ristrutturazione del patrimonio costruttivo esistente.
Se l'installazione del tetto a giardino è infatti contestuale alla manutenzione straordinaria di un'abitazione unifamiliare o alla manutenzione ordinaria delle parti comuni di un condominio sono infatti previste alcune agevolazioni iva, consistenti in una tariffa del 10% anziché del più consueto 22%. Nello stesso caso è inoltre prevista la detrazione IRPEF del 50% dei lavori di ritrutturazione e più precisamente delle spese di progettazione ed esecuzione delle opere con un massimale di 90.000 €.
Per la sola installazione di un tetto in erba si può invece rientrare nel cosiddetto Ecobonus e godere di uno sgravio fiscale consistente nella detrazione Irpef del 65% delle spese effettivamente sostenute.
Un tetto verde può rientrare in due diverse categorie di intervento: riqualificazione energetica generica per l'abbattimento dei consumi invernali (massimale di € 100.000) o interventi sull'involucro esterno (per un massimo di 60.000 €).
Per l'effettivo godimento dell'agevolazione occorre però dimostrare il concreto raggiungimento di standard prefissati. Per verificare se il proprio tetto giardino è detraibile si consiglia inoltre di consultare la guida pubblicata sul sito internet dell'Agenzia delle Entrate e intitolata Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico.
Se però l'intervento riguarda le parti comuni di un condominio e/o contemporaneamente tutti gli appartamenti che lo compongono, per gli interventi eseguiti entro il 31 dicembre 2012 la detrazione sale al 70 o 75% se si riescono a conseguire determinati livelli di prestazione energetica.
Nel secondo caso l'importo massimo va calcolato nella misura di € 40.000 moltiplicato per il numero di unità immobiliari che compongono l'edificio.
Ma gli incentivi ristrutturazione 2018 si spingono addirittura oltre grazie al Bonus Verde, una detrazione fiscale specificamente dedicata alla realizzazione di giardini e aree verdi private e condominiali. L'agevolazione consiste nella detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute, con un massimale di 5.000 € per ciascuna unità immobiliare, per gli interventi di sistemazione a verde di terrazzi, lastrici solari e aree scoperte pertinenziali.
Gli interventi che ne possono fruire sono:
La creazione di un tetto verde rientra ovviamente nell'ultima categoria di intervento.
Per sistemazione a verde si intende invece la messa a dimora di piante, alberi e arbusti di qualsiasi tipo e/o la realizzazione o riqualificazione di manti erbosi con esclusione di quelli sportivi a fini di lucro (ad esempio un campo da calcio o una pista di golf).
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