L'evoluzione della tecnologia impiantistica degli ultimi anni ha ridefinito, con un orientamento verso la riduzione, le temperature dei terminali di riscaldamento degli ambienti, sia per migliorare il comfort sia per ridurre gli sprechi energetici; quest'ultimo aspetto è stato regolamentato in maniera precisa e dettagliata da innumerevoli leggi e norme, talvolta controverse, a cui hanno seguito e continuano a seguire i relativi decreti attuativi: tra i principali riferimenti legislativi i Decreti n. 192/5 ed il 311/06.
Questi uultimi in particolare, sia per la realizzazione di nuovi impianti termici, sia per la ristrutturazione di quelli esistenti, spingono nella direzione dell'utilizzo delle nuove tecnologie come le caldaie a condensazione, che mediamente hanno una temperatura dei fumi di scarico dell'ordine di 80°C, inferiore di circa 15-20 °C rispetto alle normali caldaie, con i pannelli radianti da poter installare a pavimento, soffitto o parete e che lavorano con temperature tra i 30°C e 40°C, con interasse tra le spire dell'ordine di 10/15 cm, rispetto ai radiatori ordinari che hanno mediamente una temperatura di 25-30 °C superiore.
Il principio fisico per le caldaie a condensazione è il recupero del calore prodotto dal passaggio di fase dell'acqua contenuta nei fumi di scarico dallo stato di vapore allo stato liquido; per le superfici radianti, a parità della temperatura raggiunta, maggiore è la quantità di calore ceduta se maggiore è la superficie.
Temperature negli impianti di vecchia e nuova generazione
La temperatura dei vecchi radiatori, generalmente molto prossima a quella del fluido vettore in uscita dalla caldaia, ha oggi possibilità di variazioni molto ampie, grazie anche all'utilizzo obbligatorio di valvole termostatiche a bassa inerzia termica, che permettono di sfruttare gli apporti termici gratuiti di calore dovuti alle sorgenti presenti in ambiente o all'energia solare termica.
Negli anni passati la possibilità di lavorare con radiatori a temperature più basse era ottenuta a fronte di una maggiore spesa nel numero degli elementi costituenti gli stessi radiatori.
Temperature di riferimento intermedie, tra quelle dei pannelli radianti e dei radiatori, sono quelle dei fan coil ventilconvettori, caratterizzati rispetto alle suddette soluzioni impiantistiche, da una evoluzione tecnologica più lenta in termini di prestazione e anche di design.
La temperatura media di riferimento per l'acqua in mandata delle batterie dei ventilconvettori è 45°C; quest'ultimo valore è ben al di sotto della temperatura di condensa o di rugiada dei fumi di scarico delle caldaie a gas metano.
Bisogna evidenziare, in ogni caso, la stretta correlazione esistente tra un impianto termico e le caratteristiche di isolamento e di inerzia termica dell'edificio servito dallo stesso impianto, queste ultime descritte dettagliatamente, insieme a quelle dell'impianto, nel certificato energetico dello stesso edificio, attualmente d'obbligo per tutti gli interventi di ristrutturazione.
Un edificio con discrete caratteristiche di isolamento termico permetterà agli impianti termici di lavorare con temperature più basse e nel contempo di favorire i fenomeni di condensa del vapore nei fumi di scarico, con conseguente recupero del calore dal fenomeno della condensa e incremento delle prestazioni della caldaia, il tutto gestito da un buon sistema di termoregolazione.