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Intonaci a sgraffito

Gli intonaci a sgraffito sono costituiti da due strati di colore contrastante, il più superficiale dei quali viene graffiato secondo un preciso motivo decorativo.
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Cos'è lo sgraffito?


Un intonaco decorato realizzato con la tecnica dello sgraffito visibile nel centro storico di Firenze.Una delle più antiche descrizioni dello sgraffito – un metodo di esecuzione degli intonaci decorati che prevede l'uso di due strati sovrapposti di intonaco – è contenuta nel capitolo ventisei del primo volume delle Vite dè più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri dell'architetto fiorentino Giorgio Vasari, vissuto nel Cinquecento:
si tratta quindi di una tecnica decorativa molto diffusa e praticata ormai da secoli, la cui conoscenza, per chi si trova a intervenire su edifici storici, è quanto mai raccomandabile.


Esecuzione degli intonaci a sgraffito


La tecnica descritta dal Vasari prevede le seguenti fasi:

1) Esecuzione di un normale intonaco a base di calce aerea, e sua colorazione in pasta (cioè a malta ancora fresca e soprattutto prima della sua stesura sul supporto) con pigmenti di colore nero, ricavati generalmente dalla combustione di materie vegetali (il Vasari parla ad esempio di paglia abbrusciata).

2) Stesura di questo primo strato di intonaco sulla facciata da decorare.

3) Esecuzione di un secondo intonaco a base di calce aerea, questa volta di colore bianco: questa colorazione in pasta è possibile ad esempio usando come inerte polvere di marmo o travertino.

4) Stesura di questo secondo strato di intonaco: a questo punto la facciata presenta due strati di intonaco sovrapposto, rispettivamente di colore scuro (a contatto con la muratura) e bianco (in superficie).

5) Tracciamento sullo strato di intonaco più superficiale del motivo decorativo: questa operazione può avvenire con i metodi (ad esempio lo spolvero) usati anche nell'esecuzione di affreschi, tempere o pitture a calce.

6) Esecuzione della decorazione vera e propria, mediante l'asportazione selettiva (cioè seguendo il disegno preparatorio appositamente predisposto) di una parte dello strato di intonaco più superficiale con bisturi, sgorbie o altri strumenti affilati: il risultato è quindi una decorazione bicroma, dai bordi molto netti e con un leggerissimo effetto di chiaroscuro dovuto alla differenza di quota tra i due strati di intonaco.


Varianti dello sgraffito


Quella sopra descritta è la tecnica più comune di esecuzione dello sgraffito, che tuttavia può subire alcune modifiche soprattutto per esigenze estetiche: infatti, con questo procedimento si ottiene una bicromia bianco-grigia molto elegante, ma di tono neutro. Una prima e significativa variante prevede quindi la sostituzione del nero con pigmenti a base di terre ed ossidi naturali, per ottenere tinte assai più vivaci e variegate. È inoltre possibile invertire l'ordine degli strati, lasciando cioè il fondo bianco e colorando lo strato più superficiale. Si può anche sfruttare il colore naturale della malta (ad esempio rosa per una malta di cocciopesto o beige/giallastro per un intonaco con inerte di arenaria polverizzata). Infine, per ottenere una maggiore ricchezza espressiva o effetti plastici particolari è possibile accostare lo sgraffito ad altre tecniche decorative (tra cui l'incisione, la pittura a calce, l'affresco o l'uso di stucchi).


Come riconoscere un intonaco a sgraffito


Un intonaco a sgraffito è generalmente riconoscibile per la piccola differenza di Generalmente un intonaco realizzato a sgraffito è facilmente riconoscibile per la differenza di quota tra i due strati che lo compongono: se lo strato più superficiale è costituito da un intonachino molto sottile (1-2 millimetri), la differenza degli spessori è percepibile solo al tatto, mentre se la sovrapposizione avviene tra due intonaci veri e propri, l'aggetto dello strato superficiale risulta chiaramente visibile anche a occhio nudo, soprattutto con la luce radente (ad esempio all'alba o al tramonto).

Inoltre, osservando l'intonaco da vicino è possibile osservare lievi difetti di esecuzione come ad esempio graffi o linee curve spezzettate, a causa dell'incisione del motivo decorativo sull'intonaco già secco.


Repertorio figurativo dello sgraffito


Il repertorio figurativo dello sgraffito è molto vasto e comprende non solo decorazioni a grottesche o di ispirazione vegetale, ma soprattutto motivi architettonici veri e propri come il disegno a diamante (un motivo decorativo ispirato al bugnato a diamante, visibile ad esempio nel quattrocentesco Palazzo dei Diamanti di Ferrara, e consistente in una serie di quadrati o rombi di due colori divisi a metà lungo una diagonale), le candelabre (motivi decorativi a sviluppo verticale simili a grossi candelabri arricchiti da nastri, frutta, fiori e volute più o meno complesse), le cornici con greche o infine un tipico motivo a finta pietra (cioè a imitazione di una muratura in conci di pietra squadrati) formato da rettangoli bianchi (i conci della muratura) con fasce di altro colore per suggerire i giunti di malta e i nastrini di bordatura dei singoli conci.
Non mancano tuttavia esempi di motivi figurativi, come ad esempio i fregi con putti e amorini, le nature morte o le panoplie, cioè i trofei di armi.


Diffusione degli intonaci a sgraffito


Sebbene la massima diffusione dello sgraffito si ebbe nel Rinascimento (e infatti molti palazzi gentilizi rinascimentali, soprattutto di Roma e Firenze, conservano ancora ampi lacerti di intonaci decorati o persino intere facciate realizzate con questa tecnica), esso conobbe una certa popolarità anche a cavallo della fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, mentre sembra scomparire quasi del tutto nei secoli XVII e XVIII (cioè durante il Barocco e il Neoclassicismo). Buona parte di questa rinnovata fortuna è infatti attribuibile all'Eclettismo, che, ispirandosi all'architettura delle epoche precedenti, favorì il deciso recupero di tecniche ormai obsolete.

Ma lo sgraffito si presta anche alla realizzazione dei motivi decorativi di stile Liberty: proprio le modalità di lavorazione, che presuppongono l'uso del tratteggio e di un segno simile a quello dell'incisione su rame, permettono infatti di ottenere risultati paragonabili a quelli della grafica Liberty, caratterizzata da una certa stilizzazione dei soggetti rappresentati, dalla fluidità del tratto e dall'uso di campiture a tinte piatte e figure scontornate. Nei centri storici delle nostre città – e soprattutto nei quartieri-giardino realizzati tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo - è quindi possibile imbattersi sia in interi edifici (soprattutto villini in stile liberty e/o eclettico) decorati con questa tecnica, sia in realizzazioni più modeste, come ad esempio le insegne pubblicitarie, per la cui realizzazione, a causa della sua maggiore durata nel tempo e della tipica bicromia molto netta, lo sgraffito si presta egregiamente.

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Intonaci a sgraffito
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