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Non ci sono stime certe ma il sentire comune pone la causa condominiale ai primi posti tra le controversie nei nostri uffici giudiziari.
Tanto è diffusa questa percezione che, pur in mancanza di dati certi, dal 21 marzo del 2012 per le controversie riguardanti il condominio, prima d'iniziarne una è necessario rivolgersi ad un organismo di conciliazione per esperire il così detto tentativo obbligatorio.
Esso è il lascia passare per il Tribunale o, come si dice in gergo tecnico, condizione di procedibilità della domanda giudiziale (cfr. d.lgs n. 28/2010).
Non fa eccezione a questo procedimento la controversia avente ad oggetto la deliberazione assembleare.
È bene, prima d'entrare nel cuore del problema, ricordare un aspetto: per quanto la conciliazione possa essere considerata un ostacolo all'accesso diretto alla giustizia, vale la pena cercare di sfruttarla in modo pragmatico per ottenere il massimo risultato.
Un elemento caratterizzante le cause, che in tempo di crisi l'aspetto non è per nulla secondario, è rappresentato dall'elevato costo. La conciliazione costa molto meno e non è necessario farsi assistere da un legale.
Impugnare una delibera, per entrare nel vivo dell'argomento, senza considerare il costo della parcella dell'avvocato può costare (contributo unificato) anche 600,00 € circa.
È chiaro, allora, che evitare una causa relativamente all'impugnazione della delibera, magari raggiungendo lo scopo prefissato (che non sempre è quello di vedere invalidato quello specifico atto assembleare), significa poter risparmiare un bel po' di denaro.
Ci sono poi altre considerazioni che vanno anche oltre la questione procedimentale.
Mediazione e cause a parte molto spesso ci si domanda: che cosa bisogna fare a convincere il condominio che è meglio annullare la deliberazione presa senza doversi rivolgere al giudice.
Non sempre è semplice vincere l'ostinazione di amministratori e vicini di casa che credono di agire nel giusto o comunque non vogliono sentir ragioni.
L'unico modo, l'extrema ratio (per dirlo alla latina maniera) prima della causa è il dialogo: armarsi di pazienza e cercare di far comprendere le proprie ragioni, magari ascoltando anche quelle altrui.
Alle volte s'impugna una delibera solamente per fare un dispetto ai vicini; altre per ritardare dei lavori, in qualche altro caso perché il torto subito è reale.
Spesso chi pensa d'impugnare vuole per lo più ottenere maggiore considerazione e coinvolgimento nelle scelte del condominio.
Evitare l'impugnazione di una decisione assembleare, quindi, vuol dire anche e prima d'ogni cosa avere ben presente il motivo per il quale s'agisce; magari pensandoci bene lo scopo perderà significato davanti a considerazioni di carattere pratico.
Non è facile e non è usuale agire così ma non sempre andare in Tribunale per ottenere ragione è il modo migliore per risolvere il problema.
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