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Tra i contenuti del disegno di Legge di Stabilità approvato ieri in Consiglio dei Ministri ed ora all'esame delle Camere, è presente anche la nuova imposta preannunciata come Service Tax, che andrà a sostituire ed accorpare l'imposta sui rifiuti e quella sui servizi indivisibili e che prenderà il nome di Trise, acronimo di tassa rifiuti e servizi.
Vediamo come dovrebbe funzionare, in base alle prime indiscrezioni trapelate.
La Trise, come detto, si articolerà in due parti distinte.
La prima parte, denominata Tari, si pagherà per la gestione dei rifiuti solidi urbani, andando quindi a sostituire la vecchia Tares e dovrà coprire l'intero servizio di gestione dei rifiuti, a differenza di quanto accade oggi.
La seconda parte, invece, definita Tasi, si pagherà per la gestione dei cosiddetti servizi indivisibili dei comuni, per intenderci quei servizi come la pubblica illuminazione o la manutenzione delle strade.
Questa seconda parte, quindi, andrà a sostituire l'Imu per gli immobili che attualmente ne sono esenti (in particolare la prima casa) e ad integrarla per tutti gli altri.
Per quanto riguarda l'imposta relativamente agli immobili residenziali, in base a quanto emerso dalla bozza del provvedimento legislativo, essa dovrebbe essere dovuta anche dai proprietari di prima casa, nel caso in cui esse rientrino nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
La parte relativa alla Tari, quindi alla gestione dei rifiuti, sarà a carico di colui che occupa l'immobile a qualunque titolo, quindi anche degli inquilini e si pagherà in proporzione alla superficie calpestabile, quindi in base ai metri quadrati dell'immobile.
La parte relativa alla Tasi, invece, sarà dovuta principalmente dai proprietari ma, per una quota variabile dal 10% al 30% in base alla scelta del comune, anche da chi occupa l'immobile.
Dovrebbe in tal modo essere scongiurato il pericolo paventato di andare a far gravare il peso fiscale troppo sulle spalle degli inquilini.
L'Imu, invece, laddove dovuta, resterà a carico dei proprietari.
Saranno i comuni a stabilire le aliquote da applicare per il pagamento della Trise, tanto per la parte relativa alla Tari che a quella relativa alla Tasi.
Per quest'ultima viene fissata, relativamente all'abitazione principale, un'aliquota di base pari all'1 per mille, da applicare alla rendita catastale rivalutata del 65% come avviene per l'Imu o, in alternativa, un importo pari ad un euro a metro quadro.
Per le seconde case, comunque, la somma tra Tasi e Imu non potrà superare il tetto massimo di prelievo fiscale previsto per quest'ultima.
La legge prevede che la Trise debba essere pagata, per l'anno solare di riferimento, in quattro rate trimestrali, le cui scadenze dovrebbero essere rispettivamente: 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre e che riguarderanno entrambi gli spezzoni d'imposta. E ' possibile pagare anche in un'unica soluzione, entro il 16 giugno di ogni anno.
I comuni, però, potranno stabilire scadenze e rateizzazione diverse. Allo stesso modo potranno stabilire le tariffe relative alla parte sulla gestione dei rifiuti, rapportandole al numero delle persone che occupano l'immobile, oppure stabilire tariffe maggiorate per quelle attività suscettibili di produrre più rifiuti o, infine, differenziare le tariffe in base al tipo di rifiuto.
Allo stesso tempo, però, sarà possibile applicare delle riduzioni per quanto riguarda la raccolta differenziata relativa alle utenze domestiche.
Sono previsti anche degli sconti, ad esempio nel caso in cui il servizio di raccolta dei rifiuti non venga svolto o ci siano manifestazioni sindacali, è dovuto solo il 20%.
Altri sconti possono essere applicati per case abitate da single o da persone che vi risiedono per periodi inferiori a 6 mesi l'anno, o per gli immobili rurali ad uso abitativo.
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