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Il pavimento realizzato con elementi autobloccanti, noto anche come pavimento in betonelle, è generalmente utilizzato negli ambienti esterni, è una tipologia di pavimento durevole nel tempo, economico e molto versatile. Offre a chiunque lo posi in opera la possibilità di realizzare soluzioni progettuali personalizzate ed ecocompatibili.
Infatti i mattoni autobloccanti in calcestruzzo, rappresentano una valida alternativa alla pietra naturale e al bitume, che di solito viene utilizzato per la pavimentazione di aree esterne. Questo particolare pavimento trova applicazione anche in contesti molto diversi ed è adattabile per soddisfare esigenze di ogni tipo.
Come tutte le pavimentazioni esterne anche i mattoni per esterno autobloccanti sono soggetti all'azione del tempo, quindi alla formazione di vegetazione, di efflorescenze, e al conseguente degrado dovuto agli agenti atmosferici.
Anche per questa tipologia di pavimento esistono delle tecniche che ne consentono la manutenzione nel tempo.
La manutenzione di queste pavimentazioni si distingue in:
I masselli autobloccanti spesso vengono adoperati per pavimentazioni carrabili, pertanto, essendo sottoposti alle manovre e al passaggio dei veicoli, oltre alla normale usura sono soggetti allo sporco e all'accumulo di detriti superficiali di varia natura.
Per questo motivo è importante procedere costantemente a delle operazioni di pulizia che rientrano nella manutenzione ordinaria.
Qualsiasi tipo di pulizia prevede un trattamento preventivo, che consta di un vero e proprio lavaggio, necessario per eliminare qualsiasi residuo di sporco, sia esso di natura inorganica come il salnitro, lo smog e le polveri, o di natura organica come l'unto, l'olio, il grasso, le muffe, il muschio e i microrganismi in genere.
Bisogna sapere che durante i primi 2 o 3 mesi successivi alla posa in opera dei pavimenti autobloccanti, poiché la sabbia di intasamento dei giunti è in fase di stabilizzazione, la pavimentazione dovrebbe essere spazzata e pulita nei giunti soltanto a mano.
Ovviamente, a seconda della tipologia di sporco da eliminare, i trattamenti di pulizia dei pavimenti autobloccanti saranno differenti.
Se la pavimentazione presenta macchie d'olio e di grasso, allora bisognerà applicare uno sgrassatore, che però dovrà essere diluito in acqua.
L'intensità della miscela dipenderà dall'intensità dello sporco da trattare; dopo poco la superficie dovrà essere strofinata mediante l'ausilio di una spazzola o di uno spazzolone, per poi sciacquare abbondantemente con acqua.
Questa operazione va ripetuta qualora fosse necessario. Lo stesso trattamento va eseguito se sulla pavimentazione in autobloccanti restano residui di pneumatico.
In genere, queste macchie si formano quando si esegue una brusca frenata o una manovra da fermi.
Dopo qualsiasi operazione di pulizia occorre accertarsi che i giunti siano ancora perfettamente riempiti con sabbia, intervenendo con reintegro, se necessario.
Solo dopo che i giunti si sono stabilizzati è possibile utilizzare anche metodi di pulizia più energici, ad esempio con getti d'acqua o scope meccaniche.
Questi pavimenti però possono subire anche l'attacco da parte di microorganismi come muffe, alghe, licheni, funghi. In tal caso il trattamento da eseguire per pulire i blocchi autobloccanti sarà differente, dapprima bisognerà applicare un apposito detergente antimuffa che si dovrà lasciare agire per circa 15 minuti.
Successivamente, la superficie dovrà essere spazzolata e sciacquata con un grande quantitativo di acqua.
Ovviamente, se un pavimento è predisposto a subire l'attacco di microrganismi, alla fine del trattamento di pulizia dovrà subire un trattamento di protezione, che eviterà la riformazione di questi.
Altra tipologia di macchia di colore, generalmente bianco, che può apparire sui pavimenti autobloccanti è quella provocata dall'eccesso di salnitro. Anche questa potrà essere tolta applicando un detergente, con successivo trattamento con spazzolone e risciacquo.
Un'importante differenza con gli altri metodi di pulizia sta nel detergente utilizzato che è piuttosto acido: infatti, per evitare che questo danneggi la superficie trattata, poiché troppo aggressivo, bisogna diluirlo a sufficienza.
Tutti quelli precedentemente elencati sono trattamenti di pulizia che vengono adoperati per tipologie di macchie particolari. Dopo aver realizzato tali procedure viene effettuato il lavaggio che viene definito preventivo. Esso consiste nella rimozione dello sporco, diffuso su tutto il pavimento, provocato dal calpestio, dallo smog e dalle intemperie.
Questo trattamento preventivo viene fatto con dei detergenti più blandi diluiti in acqua e rappresenta la fase che precede i successivi trattamenti di protezione della pavimentazione in elementi autobloccanti.
Tra le opere di manutenzione straordinaria rientra la necessità di rimuovere una parte della pavimentazione. Questo può accadere sia perché si devono eseguire degli interventi sui sottoservizi posti sotto il manto stradale oppure se si è in presenza di cedimenti più o meno localizzati della pavimentazione.
Generalmente i cedimenti sono dovuti a inadeguata preparazione della massicciata di sottofondo, oppure all'utilizzo della pavimentazione per una destinazione d'uso più severa rispetto a quella per la quale era stata progettata. Ma il cedimento in alcuni casi potrebbe anche essere stato provocato da una rottura idrica.
Le fasi operative per un corretto smontaggio e una nuova messa in opera della pavimentazione in masselli autobloccanti sono le seguenti:
Tra i vari trattamenti possibili che possono essere applicati su una pavimentazione costituita da elementi autobloccanti, abbiamo il trattamento idrorepellente a effetto naturale, che viene eseguito a pavimento pulito e perfettamente asciutto e consta nell'applicare con un rullo una miscela idroalcolica idonea alla protezione degli elementi autobloccanti.
Questa sostanza ha la capacità di garantire la traspirabilità del supporto inibendo l'assorbimento dell'acqua.
Una volta assorbita la prima mano, sarà necessario stendere la seconda allo stesso modo facendo attenzione a non fare passare più di 2 ore tra una mano e l'altra.
Questo tipo di trattamento fa in modo che il pavimento non assorba acqua in profondità, impedendo la formazione di microorganismi quali alghe, funghi, licheni e muffe che con il tempo creano l'irreversibile deterioramento del materiale.
Sui pavimenti autobloccanti, si può anche creare il cosiddetto effetto bagnato.
Anche questo si esegue a pavimento perfettamente asciutto e su di esso si dovrà applicare uno strato di una sostanza idro-oleorepellente lungo un verso, e lo strato successivo dovrà essere applicato nel senso inverso così da creare una sorta di griglia, che ha l'obiettivo di evitare la penetrazione di qualsiasi sostanza liquida.
Questo tipo di trattamento, oltre a evitare che il pavimento assorba acqua in profondità, impedisce la penetrazione anche di macchie d'olio e sporco di varia natura.
Ha inoltre una funzione di consolidante di superficie e conferisce al pavimento un effetto bagnato.
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