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Gli impianti a radiatori costituiscono, ad oggi ancora, il sistema di riscaldamento più diffuso, perché l'evoluzione tecnologica ne ha permesso la realizzazione con materiali sempre più leggeri ed ha favorito l'utilizzo di superfici radianti sempre maggiori, per ridurre le temperature di lavoro e, di conseguenza, i costi del riscaldamento; da questo punto di vista, ormai, si parla sempre più spesso di ecoradiatori.
L'evoluzione tecnologica non ne ha trascurato gli aspetti estetici per far fronte, anche, alle più stravaganti esigenze di design.
Significativa, nell'ottica della riduzione della spesa energetica, anche l'evoluzione degli accessori correlati ai radiatori: in particolare, le valvole termostatiche a bassa inerzia termica sono in grado di ridurre l'afflusso di acqua calda ai radiatori in corrispondenza dell'abbassamento di richiesta di energia termica dell'ambiente grazie, ad esempio, agli apporti termici gratuiti, come quelli solari.
In ogni caso la resa dei corpi radianti è legata significativamente al dimensionamento dei tubi che portano il fluido termovettore, cioè l'acqua calda: tubi con diametri troppo piccoli inducono delle velocità di circolazione dell'acqua particolarmente elevate, a parità di portata, con conseguenti sforzi maggiori delle pompe di circolazione, che devono compensare perdite di cariche che variano con il quadrato della velocità.
Velocità maggiori dell'acqua comportano, inoltre, problemi di rumorosità, con conseguente aumento dell'usura dello stesso impianto e dei suo componenti, tra cui generatori termici, valvole e pompe.
Viceversa, un impianto di distribuzione del fluido termovettore con diametri sovradimensionati rispetto all'esigenza corre il rischio di una funzionalità compromessa dalla bassa velocità dell'acqua, con conseguente elevata probabilità di formazione di bolle d'aria nei punti critici, in genere quelli più alti dell'impianto o nei radiatori; la presenza di bolle d'aria nei radiatori determina la formazione di zone fredde.
Innumerevoli sono le tipologie di impianti a radiatori realizzabili e realizzate nel corso dell'evoluzione tecnologica ed in linea di massima gli impianti a radiatori possono essere classificati in impianti monotubo, impiantibitubo, impianti in parallelo ed impianti a collettori, ma più in generale potrebbero essere divisi anche in impianti a circolazione forzata ed impianti a circolazione naturale.
Gli impianti a bitubo ed a circolazione naturale sono ormai abbandonati a favore dei più efficienti impianti a circolazione forzata; quest'ultimo tipo, nella versione più semplice, è realizzato con i classici due attacchi uno in alto ed uno in basso al radiatore, con il bilanciamento realizzato con due valvole su tali attacchi; tali attacchi sono staccati, rispettivamente, dalla tubazione di mandata dell'acqua e da quella del ritorno; i radiatori sono praticamente collegati in parallelo su tali tubazioni.
Gli impianti monotubo sono caratterizzati da un unico tubo che entra ed esce dai vari radiatori in alto ed in basso, così i radiatori sono praticamente collegati in serie, una variante significativa di tale tipo di impianto è quella con la presenza di valvole di regolazione.
Gli impianti bitubo hanno due tubi principali di mandata e ritorno, cui sono collegate rispettivamente mandata e ritorno dei vari radiatori.
Gli impianti a collettori sono caratterizzati da un collettore di mandata dell'acqua ed uno di ritorno, ed ogni radiatore ha un proprio circuito con relative mandata e ritorno ai corrispondenti collettori.
Gli impianti monotubo presentano rispetto alle altre soluzioni a parità di percorsi e portate, maggiori perdite di carico ed una temperatura del fluido termovettore sensibilmente più bassa per gli ultimi radiatori del collegamento in serie rispetto ai primi con necessario conseguente loro sovradimensionamento.
Gli impianti bitubo offrono maggiore flessibilità rispetto a quelli monotubo, perché lo spegnimento di un radiatore non comporta lo spegnimento dell'intero impianto e non ci sono problemi di abbassamento della temperatura via via che i percorsi si allungano; rispetto agli impianti monotubo, occorrono maggiori spese per i tubi e le valvole di regolazione e bilanciamento necessarie.
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