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In Italia il settore delle costruzioni sta vivendo un enorme cambiamento, fatto di innovazioni tecnologiche e progettuali che mirano a garantire prestazioni energetiche ed ambientali sostenibili.
Si scelgono soluzioni naturali e materiali salubri oppure elementi e aggregati provenienti dal riciclo, che danno vita a sostanze e sistemi innovativi; si trasformano i rifiuti derivati dalle demolizioni in una risorsa, come ad esempio la trasformazione del mattone o la produzione del laterizio porizzato.
E ancora, materiali compositi che utilizzano elementi naturali con risultati prestazionali certificati oppure sistemi pensati per migliorare le funzioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio e per raggiungere standard energetici/ambientali elevati.
Perché questa prospettiva diventi efficiente, occorrono politiche che accompagnino questo progetto e superino le barriere tecniche e giuridiche, ma soprattutto di informazione.
Per questo, la Direttiva Europea 31/2010 individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 tutti i nuovi edifici pubblici dell'Unione Europea e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere nZEB.
Nearly zero energy, ovvero edifici a energia quasi zero che garantiscono prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento; in caso contrario dovranno soddisfarli attraverso l'apporto di fonti rinnovabili.
Non esiste una vera e propria regola univoca per la costruzione di un edificio a energia quasi zero, ma piuttosto alcuni principi da rispettare per sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente.
Progetti e realizzazioni green di abitazioni intensive, estensive o edifici pubblici ecosostenibili si rintracciano a Londra, in Canada e a Milano. Questi, rispecchiano tutti i canoni di un'abitazione nZEB.
Il problema del riciclo dei materiali da costruzione e demolizione merita particolare interesse perché le sue ricadute colpiscono l'ambiente. L'impatto ambientale dei rifiuti va valutato in riferimento all'intero ciclo di vita dei materiali di costruzione, dal ciclo produttivo fino allo smaltimento e processo di riciclo e riutilizzo.
Si sta affermando sempre più (in alternativa alla demolizione) il principio della decostruzione, ovvero il processo inverso della costruzione con le sue fasi e i suoi regolamenti di disassemblaggio delle parti costituenti l'edificio.
Non a caso, la Direttiva europea 2008/98/CE prevede il raggiungimento (nel 2020) dell'obiettivo del 70% di riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione.
Questo principio apre le porte a nuove prospettive, più facilmente alle costruzioni di tipo leggero come quelle metalliche che possono essere concepite come sistemi modulari e facilmente smontabili nei relativi componenti e sub componenti.
Invece, i detriti provenienti dalla demolizione di elementi costruttivi funzionali in calcestruzzo come travi, pilastri e pareti, possono essere utilizzati in due modi principali: come aggregati per i sottofondi stradali o sottofondi in genere (in Italia il loro utilizzo è normato dalle UNI 10006/02) oppure, come aggregati per nuovo calcestruzzo da utilizzare per elementi non strutturali.
E ancora, dalla semplice triturazione dei mattoni si ottengono granulati che possono essere utilizzati nei sottofondi stradali ma si potrebbe anche pensare a un uso più nobile del mattone stesso.
I laterizi Wienerberger, sono prodotti contenenti materiale riciclato, considerati tra le best green practice in chiave recycling nel settore delle costruzioni.
Il laterizio è un prodotto utilizzato sin dalla preistoria nell'edilizia, viene creato con argilla depurata, pressata in forme stabilite, asciugata e cotta in forni appositi.
Il Consorzio POROTON® Italia invece, raggruppa attualmente diciassette produttori di mattoni, con venti stabilimenti di produzione distribuiti in tutta Italia.
Il Consorzio concede sublicenze d'uso del marchio POROTON®; ciò li ha condotti a diffondersi in maniera capillare e internazionale, posizionandosi ai primi posti della produzione di lateriziporizzati, blocchi semipieni, forati o leggeri, tramezze in laterizio, murature armate, blocchi rettificati e mattoni con isolante.
In particolar modo, l'azienda si contraddistingue per il suo laterizio alleggerito in pasta, detto anche porizzato, con particolari caratteristiche tecniche e prestazionali, rispondenti agli standard consortili e alle norme tecniche vigenti.
Con il termolaterizio® POROTON® capace di realizzare strutture in muratura portante per edifici tipicamente fino a 3,5 piani.
L'eliminazione della struttura portante in cemento armato costituisce una sicura economia nei costi di costruzione e allo stesso tempo migliora il comportamento termico dell'involucro dell'edificio, evitando dispersioni di calore attraverso i ponti termici causati dai pilastri.
Anche in zona sismica le strutture in muratura portante o in muratura armata POROTON® garantiscono la massima affidabilità.
Le recenti tecniche di rinforzo e consolidamento strutturale degli edifici, recepite attraverso il DM.14.1.2008 e le ultime osservazioni in occasione di alcuni eventi sismici italiani, come quello dell'Aquila nel 2009 e dell'Emilia nel 2012, hanno spinto all'adeguamento di strutture esistenti verso nuoviparametri di resistenza.
Si è scelto cioè, di migliorare il comportamento al sisma degli edifici mediante l'applicazione di rinforziefficaci realizzati nel rispetto dell'identità statica, architettonica e storica del manufatto.
I consolidamenti degli edifici, sia in cemento armato che in muratura, sono sempre stati eseguiti considerando l'aumento geometrico della sezione per sopperire alle carenze statiche, incrementando però l'inerzia delle masse in gioco per l'intero edificio.
Un metodo meno distruttivo sarebbe invece impiegare tecnologie ecocompatibili che non alterino le masse sismiche, garantendo comunque un aumento della resistenza e della duttilità complessiva dell'elemento oggetto d'intervento.
I ricercatori KERAKOLL infatti, hanno progettato un moderno sistema di rinforzo composto da innovative matrici minerali, nuovi tessuti di fibre d'acciaio galvanizzato ad alta resistenza e reti di fibre naturali di basalto combinate a trefoli in acciaio Inox.
Queste nuove matrici minerali svolgono funzione di collante per i sistemi di rinforzo a bassospessore, sono a base di Geolegante e si affiancano alle classiche resine epossidiche, perfettamente in grado di modularsi alle resistenze e rigidezze dei supporti.
Gli avanzati sistemi di rinforzo strutturale a basso spessore sviluppati da Kerakoll, si possono combinare in quattro prodotti: GeoLite e GeoCalce (malte minerali), GeoSteel Hardwire (tessuti in fibra di acciaio) e GeoSteel Grid (in fibra di basalto), offrendo vantaggiapplicativi e tecnici.
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