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La semina si può eseguire a spaglio cioè spargendo il seme con una mano, attrice oppure avendo come riferimento ei solchi tracciati con il rastrello. I semi devono essere distribuiti con una certa regolarità.
Avendo delle piccole parcelle o porzioni di terreno o delle terrine si può utilizzare del terriccio già sterilizzato, che si trova facilmente in commercio.
La profondità di seminava è in funzione delle caratteristiche del terreno, se il terreno è compatto è necessario agire più superficialmente. Anche la dimensione dei semi è significativa per la scelta della tecnica di semina.
I semi di dimensioni maggiori vanno interrati più profondamente rispetto a quelli di dimensioni minori. Se non si semina a righe o realizzando delle buchette che contengono i semi, è necessario ricoprire i semi con uno strato di terra opportuno.
Per i semi di dimensioni più piccoli la cui distribuzione regolare è pressoché impossibile, essi vanno mescolati con sabbia e con terriccio da semina, devono essere ben integrati nel terreno a mezzo di un piccolo rullo o di un asse di legno. In parte la regolarità della produzione può essere prediletta, proteggendo il semenzario dall'azione degli agenti atmosferici, che spostando semplicemente i semi possono produrre delle nascite disordinate.
Analoghi effetti possono essere prodotti da un'azione violenta della irrigazione, il sistema più pratico consiste nel proteggere le piccole parcelle di terra con una rete a maglie molto fitte, tale protezione può servire
anche contro la grandine e produrre ombra.
L'irrigazione và effettuata con la massima scrupolosità in base alle caratteristiche delle future. Le quantità di seme da impiegare sono diverse in funzione del tipo di piante, tali quantità devono essere più contenute per le piante che producono subito i cespi e minori per quelle a stelo unico per ovvie esigenze di spazio.
Le esigenze di aria, luce e spazio delle piantine ci indicheranno il primo momento opportuno per effettuare il diradamento. Con il diradamento saranno eliminate le eventuali piantine malformate, lesionate mentre quelle sane saranno spostate in altre porzioni di terra.
Tali operazioni con la tecnica del picchettaggio possono essere necessarie più volte, perché occorre tenere monitorare le piantine, per la variazione delle condizioni climatiche o per dare spazio ad altre colture di stagione.
Se non è possibile mettere a dimora le piantine quando sono pronte, le si deve ugualmente trapiantare in un altro luogo che potrebbe essere quello definitivo perché non vadano perdute e non subiscano danni da eziolamento.
L'eziolamento è lo stato anormale di una pianta che a causa della crescita al buio, subisce un forte allungamento di alcune sue parti ed appare scolorita non avendo la capacità di sintetizzare la clorofilla.
Il diradamento si segue estirpando delicatamente le piantine con una mano o servendosi di una semplice supporto mentre con l'altra si conosce si comprime il terreno, ricompattandolo, esso deve essere opportunamente bagnato prima dell'operazione, occorre evitare di scalzare o anche lesionare le piantine vicino a quella diradata.
Le piantine si ripicchettano in un foro proporzionato di un'altra porzione di terra, realizzato con un bastoncino. Il diradamento si effettua non appena le piantine sono pronte, ossia con le foglioline, il ripicchettaggio può avvenire anche in delle cassette, prima della messa a dimora, le cassette devono essere dotate di un adeguato substrato drenante.
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