Le novità in materia di Superbonus introdotte con la Legge di Bilancio
Ennesima norma penalizzante in materia di Superbonus.
La bozza della prossima Legge di Bilancio prevede, a oggi, una norma che conferma le intenzioni degli ultimi due Governi e prosegue la linea dura di Bruxelles nei confronti dell'agevolazione fiscale Superbonus.
Che gli ultimi esecutivi nutrissero radicati dubbi sul beneficio fiscale, soprattutto in considerazione della tenuta dell'intero sistema, è chiaro da diverso tempo ai più.
Ma a oggi, nel caso in cui i correttivi alla disciplina in materia di Superbonus dovessero essere approvati in via definitiva, l'impressione di molti è che probabilmente si sia andati oltre.
Condivisibile ed essenziale arginare i numerosi fenomeni evasivi, verificatisi con l'accesso ai bonus fiscali, ma prevedere una plusvalenza con un cosi ampio orizzonte temporale è gravemente peggiorativo per quanti hanno ritenuto di dover intervenire sul proprio patrimonio immobiliare per migliorarlo da un punto di vista energetico o di messa in sicurezza.
Plusvalenza in caso di cessione di beni soggetti a Superbonus
L'ultima versione del disegno di Bilancio inviata dal Mef a Palazzo Chigi contiene, diverse novità peggiorative, ovviamente per i contribuenti, in materia di Superbonus.
La proposta di legge prevede il pagamento di una imposta pari al 26% nel caso in cui si proceda alla vendita di un immobile sul quale sino stati eseguiti lavori agevolati con Superbonus entro 10 anni dagli interventi.
In altre parole, se si vende un immobile sul quale sono state realizzate opere agevolate in forma piena al 110%, prima che siano decorsi 10 anni, si è costretti a versare una imposta sostitutiva.
In altri termini, il profitto ottenuto dalla vendita sarà soggetto a tale imposta.
L'imposta da sostenere sconterà una aliquota pari al 26%, calcolata sull'intera plusvalenza (profitto conseguente alla cessione) e non su quella scontata del costo della ristrutturazione.
Nello specifico, giova precisare che la plusvalenza è la differenza tra il valore di vendita e il prezzo di acquisto dell'immobile aumentato di tutti i cosiddetti “costi inerenti”, ossia le altre spese sostenute dal venditore sia per l'acquisto che per il miglioramento dell'immobile.
Da tale normativa dovrebbero essere escluse le abitazioni principali (ovverosia le case dove si stabilisce domicilio e residenza) le cosiddette prime case o gli immobili ricevuti per successione.
A tale norma dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere soggette le compravendite riguardanti immobili sui quali si è intervenuto con Superbonus e si è optato, in luogo della detrazione, per la cessione del credito o per lo sconto in fattura.
Qualora approvata, tale previsione dovrebbe riguardare le cessioni realizzate a partire dal prossimo anno.