Allo studio una Imposta Municipale sugli Immobili, che dovrebbe accorpare e sostituire tutte le tasse sulla casa.
I Ministri dell'Economia Giulio Tremonti e della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli hanno annunciato nei giorni scorsi che, entro due anni, entrera' in vigore la cossi detta IMU (Imposta Municipale sugli Immobili), la tassa unica sulla casa, che dovrebbe raggruppare e sostituire tutte le imposte sugli immobili, come Ici (per le seconde case), imposta di registro, ipotecaria e catastale, tassa sui rifiuti e quota Irpef sugli immobili, sottoforma di cedolare secca.
La misura rientra nell'ambito dei decreti attuativi di riforma che dovrebbero rendere applicativo il federalismo fiscale e dare una maggiore autonomia impositiva agli Enti locali in alcune materie.
La proposta ha trovato il consenso dei comuni, come annunciato dal leader dell'Anci Sergio Chiamparino.
Infatti la tassa unica sulla casa ricorda a grandi linee la tax service proposta dalla stessa Anci, un'imposta unica con aliquote differenziate tra i vari comuni, e potrebbe far tornare il potere fiscale ai Comuni, ma, naturalmente, non essendo ancora noto il testo, non si hanno elementi per poterlo confermare.
Naturalmente l'annuncio della notizia ha anche suscitato molti timori da parte di coloro che vedono nell'imposta un ritorno alla tassazione sulle prime case o la nascita di una nuova tassa.
I ministri si sono affrettati quindi a smentire, presentando l'IMU come un semplice accorpamento di una serie di imposte già esistenti, finalizzato alla semplificazione amministrativa.
D'altro canto, vista la difficile situazione di crisi economica e le casse in rosso dei Comuni, un ritorno all'Ici per le prime case non sarebbe del tutto negativo, se riguardante solo immobili di particolare valore e proprietari dai redditi elevati, visto che l'abolizione ha riguardato indiscriminatamente tutti gli immobili aventi caratteristiche di prima casa.
Secondo stime effettuate, il gettito che confluirà nelle casse dei circa 8.100 comuni d'Italia grazie alla nuova imposta, dovrebbe essere di circa 26 miliardi di euro complessivi, compreso l'Ici sulle seconde case. Stornando da questa cifra i circa 10 miliardi dovuti per l'Ici si avrà un totale di 16 miliardi che servirà a pareggiare l'equivalente importo della riduzione di trasferimenti che il Governo effettuerà nei confronti dei comuni.
Tra gli effetti positivi che questo provvedimento potrebbe avere per il maggior potere che si darebbe ai sindaci, ci sarebbe l'incentivo a combattere il sommerso e l'abusivismo, per avere una base imponibile più ampia.