Approvato in Consiglio dei Ministri il quarto decreto attuativo sul federalismo fiscale: a partire dal gennaio 2011 sara' introdotta una cedolare secca sugli affitti.
Con l'esame oggi in Consiglio dei Ministri del quarto decreto attuativo del federalismo fiscale, arrivano importanti novita' per quel che riguarda il regime impositivo sulla casa, che, di fatto, passera' completamente ai Comuni.
La principale, perché andrà in vigore più a breve termine, riguarda l'introduzione di una tassa unica per i redditi derivanti da locazioni, definita in gergo cedolare secca.
A partire da gennaio 2011, quindi, si pagherà una tassa unica, con un'aliquota del 20%.
La novità è che questa nuova tassa sarà facoltativa, nel senso che il proprietario sarà libero di decidere se preferire il regime attuale, basato sulle aliquote Irpef. Inoltre essa assorbirà le imposte di bollo e di registro, che oggi sono pagate a parte.
Il versamento è previsto in base alle stesse scadenze della dichiarazione dei redditi e ci saranno dure sanzioni per chi dichiarerà importi inferiori al vero. Sono previste infatti multe fino a 2000 euro e un aumento fino al 400% dell'imposta da pagare sui redditi non dichiarati o dichiarati in misura inferiore.
Altri importanti cambiamenti riguardano le compravendite, ma entreranno in vigore solo a partire dal 2014, quindi di fatto dalla prossima legislatura.
Per l'acquisto di una prima casa infatti ci sarà un'imposta del 3%, mentre sarà del 7 o del 9% per le seconde case. Tali aliquote potranno essere modificate dai Comuni a partire dal 2017.
Sempre dal 2014 ci saranno due nuove imposte sulla casa, che andranno a sostituire l'Ici e da cui resterà sempre esclusa la prima casa.
La prima imposta si pagherà in quattro rate su seconde case e uffici e la relativa aliquota sarà fissata dal Ministero dell'Economia entro il prossimo 30 novembre e potrà essere aumentata dai Comuni dello 0,3% a partire dal 2013.
La seconda imposta prevista sarà facoltativa, nel senso che la sua eventuale applicazione dovrebbe essere prima approvata da una delibera di Consiglio comunale, e dovrebbe sostituire la tassa per l'occupazione di suolo pubblico, per la pubblicità e le affissioni, sarà destinata pertanto ai locali commerciali e agli studi professionali.
Entrambe queste imposte saranno deducibili dalla dichiarazione dei redditi.
L'obiettivo della nuova tassazione sugli affitti è duplice: da un lato si intende rimpinguare le casse dei comuni, rimaste a secco dopo l'abolizione dell'Ici per la prima casa, dall'altro far emergere il nero degli affitti non dichiarati, che rappresenta una buona fetta dell'evasione fiscale.
Le prime indiscrezioni avevano suscitato le critiche di Confindustria e dei sindacati degli inquilini. Infatti l'aliquota prevista in un primo momento del 25% non appariva di molto inferiore a quella media del 27% che pagano oggi i proprietari e quindi avrebbe dato scarso impulso all'emersione dal nero anche perché, non essendoci vantaggi previsti per gli inquilini, non ci sarebbero state spinte da parte di questa categoria.