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Cosa succede se non si arriva al 30% dei lavori ammessi al Superbonus 110% entro il 31 dicembre 2021? Ce lo dice l'Agenzia delle Entrate del Veneto.
Con la risposta all'interpello numero 907-1595 del 2021 l'Amministrazione Finanziaria veneta sbarra le porte alla cessione del credito e allo sconto in fattura se non viene raggiunto il 30% dei lavori entro il 31 dicembre 2021.
Per il diritto alla maxi detrazione, attraverso le modalità alternative di fruizione del Superbonus 110%, è necessario che le spese e almeno il 30% dei lavori siano stati effettuati entro la fine dell'anno.
Dunque difficoltà in vista per chi ha avviato con ritardo l'esecuzione dei lavori rientranti nell'agevolazione di cui al Decreto Rilancio. In sostanza, spese e soglia minima del Sal (Stato di avanzamento lavori) pari al 30% dovranno ricondursi allo stesso periodo di imposta.
Venendo al caso sottoposto all'attenzione dell'Agenzia delle Entrate del Veneto evidenziamo in primo luogo quelli che sono i dubbi sollevati e le considerazioni effettuate dall'istante.
Nella fattispecie considerata, l'istante evidenzia che il credito d'imposta può essere ceduto mediante una comunicazione da effettuarsi entro il 16 marzo dell'anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese agevolabili.
Come da normativa in materia, il diritto al Superbonus 110% sorge qualora il Sal sia pari ad almeno il 30%.
A dire dell'istante, però, il diritto alla detrazione sarebbe dovuto scattare comunque nel 2022 nel caso di raggiungimento della predetta solo nel corso di tale anno.
Secondo l'Agenzia delle Entrate del Veneto le cose non stanno propriamente così.
Qualora infatti, come nel caso di specie, il contribuente entro il 31 dicembre 2021 arrivi solo al 10% dei lavori con pagamento di una spesa corrispondente a tale 10%, non sarà possibile avvalersi della cessione e dello sconto in fattura.
Unica alternativa sarà quella di usufruire della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi 2022 per la spesa fino ad allora sostenuta. Solo per le quote successive alla prima parte già corrisposta, si potrà comunicare la volontà di optare per la cessione del credito.
L'Agenzia delle Entrate così sintetizza la sua posizione:
Per comprendere meglio il meccanismo descritto nella risposta all'interpello facciamo un esempio concreto: per una spesa pari a 2000 euro in riferimento a un intervento di sismabonus e a un altro rientrante nell'ecobonus si sono versati rispettivamente 650 euro e 200 euro.
In tal caso la cessione del credito o lo sconto in fattura saranno possibili per fruire del Superbonus 110% solo per il sismabonus (e non dunque per l'ecobonus).
Qualora si considerassero unitariamente i due interventi, per un ammontare complessivo di 4000 euro, tenuto conto che il 30% corrisponde a 1200 euro non si potrebbe beneficiare in nessun caso delle opzioni alternative, essendo stati versati soltanto 850 euro.
L'interpretazione dell'Agenzia delle Entrate tiene conto del fatto che per ciascuno dei due tipi di agevolazione sono richieste due asseverazioni differenti da parte dei tecnici professionisti abilitati.
È evidente come si sia di fronte a un problema non di poco conto se si pensa che, in mancanza di liquidità da parte del contribuente, le conseguenze nel caso in cui saltasse la cessione del credito per mancato raggiungimento dei requisiti sarebbero significative. Considerati i molti ritardi dovuti alla carenza di materiali o da intoppi burocratici, coloro che ne risentiranno potrebbero essere numerosi.
Con il termine SAL, molto diffuso nella normativa relativa al Superbonus110% e acronimo di Stato di avanzamento lavori, siamo di fronte ad un documento contabile redatto dal Direttore dei lavori, sulla base di quanto disciplinato dall'articolo 14, comma 1, lettera d) del Decreto del Ministero Infrastrutture e Trasporti n. 49 del 2018.
È redatto su carta libera e contiene tutte le lavorazioni e somministrazioni eseguite dall'appaltatore fino a quel momento.
Vengono precisati il corrispettivo spettante per l'esecuzione dell'opera ed eventuali acconti eventualmente già corrisposti nonché la parte dovuta a saldo.
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