Probabile proroga al 31 dicembre 2022 per la presentazione della Cilas
Governo e maggioranza stanno lavorando per trovare un emendamento al Decreto Aitui quater che, stando alle indecrizioni trapelate, andrà verso le richieste fatte da Forza Italia.
In pratica, con grande probabilità, il termine per l'invio delle comunicazioni di inizio lavori asseverati (Cilas) sarà prorogato dall'attuale 25 novembre (termine ormai scaduto) al 31 dicembre 2022.
Inoltre, per quanti non fossero riusciti a presentare la Cilas entro il 25 novembre, è prevista la possibilità di coinvolgere Cassa depositi e prestiti.
Tuttavia, per i condomini, la proroga varrà solo se l'assemblea condominiale ha dato il consenso all'avvio dei lavori entro il termine stabilito dal decreto Aiuti quater, ovvero il 24 novembre scorso.
Sempre per quanto riguarda i condomini, è stato preannunciato un rigido atteggiamento verso gli amministratori condominiali.
Infatti, qualora questi presentassero una dichiarazione falsa circa la data di adozione della delibera per poter così rientrare nel 110% e non nel 90%, saranno incolpati di reato.
Nel frattempo si discute anche per trovare una soluzione a una situazione ancora più complessa: quella della cessione dei crediti bloccati che non possono essere usati in compensazione.
A riguardo, il Ministero dell'Economia ha già dato avvio a una interlocuzione con Eurostat. L'obiettivo è cercare di comprendere se sia possibile compensare in maniera automatica una quota dell'1% degli F24 presi in carico dalle banche per i versamenti fiscali e contributivi dei clienti con i crediti da bonus edilizi.
È invece già stata scartata l'ipotesi di una compensazione bonus in F24 fino al 10% perché non sostenibile per le casse dello Stato a livello finanziario.
Infine, sempre riguardo i crediti bloccati, c'è anche la questione relativa agli importi sequestrati che, stando all'ultimo aggiornamento, sarebbero pari a 3,6 miliardi di euro.
A tal proposito, le proposte in esame sono due e sono state presentate, rispettivamente, da Fratelli d'Italia e da Forza Italia.
Si punta all'approvazione di una norma interpretativa - con valore retroattivo – secondo cui, in caso di problemi sull'operazione originaria, colui che acquista i crediti non subirebbe effetti negativi. In altre parole, i sequestri indirizzati alla detrazione non si estenderebbero a quei crediti d'imposta che sono stati acquistati in buona fede.
La responsabilità resterebbe solamente in caso di uso irregolare del credito o utilizzo in misura maggiore rispetto a quanto ricevuto.