Il familiare che acquista un credito di imposta per interventi rientranti nel Superbonus può portarlo in detrazione o utilizzarlo in compensazione? Cosa dice il Fisco
Superbonus 110%: come cedere il credito ai propri parenti
In caso di lavori rientranti nel Superbonus 110% (e bonus ristrutturazione al 50%) come può essere utilizzato il credito di imposta che viene ceduto a un parente?
Vediamo quali solo le regole dettate dall'Agenzia delle Entrate sull'argomento.
La cessione del credito derivante da interventi ammessi al Superbonus 110% può essere effettuata liberamente a qualunque soggetto. Possibile dunque cedere il credito anche a favore di un familiare.
Una volta che il parente ha acquisito il credito, per poterlo utilizzare, dovrà seguire le istruzioni rese note dall'Agenzia delle Entrate sul sito di Fiscooggi attraverso la risposta data a un utente.
Andiamo con ordine e riepiloghiamo quelle che sono le regole emerse in base al recente Decreto Aiuti (DL 50/2022) e Decreto Semplificazioni (DL 73/2022).
La prima cessione del credito può essere effettuata liberamente e questo sta a significare che può avvenire anche in favore di privati e dunque di parenti che non abbiano alcuna relazione con gli interventi edilizi realizzati.
Le due cessioni successive possono essere effettuate unicamente in favore di determinati soggetti qualificati, come banche o intermediari abilitati.
Le banche a loro volta possono cedere il credito ai loro correntisti dotati di partita IVA.
Il familiare dunque che riceve il credito e non lo cede successivamente, come deve fare per utilizzarlo?
Il credito di imposta ceduto al familiare può essere portato in detrazione Irpef con modello 730 o solo utilizzato in compensazione?
Secondo quanto affermato dal Fisco i parenti che a loro volta non effuano un'ulteriore cessione del credito dovranno utilizzarlo per pagare in compensazione imposte e contributi che si versano con il modello F24.
Tra le possibili imposte citiamo: le imposte sui redditi, l'IVA, l'Irap, premi per assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, la tassa sulle concessioni governative, le tasse scolastiche, ecc..
Altro punto da evidenziare è che il credito d'imposta è usufruito con la ripartizione in quote annuali e la quota di credito d'imposta non utilizzata nell'anno non può essere utilizzata negli anni successivi nè essere richiesta a rimborso.