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Dopo tanto parlare un provvedimento sul Superbonus è arrivato.
Ci sono voluti trattative serrate e calcoli con i tecnici del settore per mettere a punto una misura che cerchi di accontentare le esigenze di aziende e cittadini, se non altro una parte.
Anche se il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha più volte definito il Superbonus una centrale radioattiva, la decisione è stata presa per evitare ad alcune fasce di contribuenti il rischio di dover restituire allo Stato i soldi per gli interventi che non sono stati portati a termine.
La soluzione si delinea, sia pure senza una vera e propria proroga della maxi detrazione.
A fare spazio è infatti un decreto ad hoc, al di fuori del decreto Milleproroghe che sarebbe operativo a parte.
Siamo di fronte a un provvedimento in grado di tutelare una parte dei cittadini che pone al contempo estrema attenzione ai conti pubblici messi a dura prova dalla super agevolazione fiscale. Ma facciamo un passo per volta e andiamo con ordine.
Il Superbonus 110% è la maxi detrazione introdotta con il Decreto Rilancio nel 2020 e aliquota al 110% al fine di realizzare interventi volti al miglioramento dell'efficienza energetica degli immobili e alla riduzione del rischio sismico.
A partire dal 2023, a seguito degli impatti negativi dell'incentivo sui conti dello Stato, il Governo ha pensato a una rimodulazione dell'aliquota che per l'anno ancora in corso è scesa al 90%.
Il Superbonus resterà in vigore anche nel 2024 consentendo però una detrazione pari al 70% delle spese sostenute. Ad ulteriore riduzione si assisterà nel 2025, a seguito del passaggio ad un'aliquota pari al 65%.
Confermata anche per il 2024-2025 la possibilità di beneficiare dell'agevolazione solo mediante la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi. Resta il no definitivo dunque alla cessione del credito e allo sconto in fattura che tanto hanno pesato sulle finanze pubbliche.
Ciò detto è necessario specificare che il Superbonus, con le modalità indicate, resterà in vigore esclusivamente per i condomini che vogliano intraprendere nuovi lavori. Nessuno spazio dunque per villette e unità immobiliari unifamiliari.
Grandi novità alla fine dell'anno per Superbonus e altri bonus edilizi con molti colpi di scena. Il nodo principale da sciogliere è quello realtivo al Superbonus, con particolare attenzione ai lavori già iniziati ma che per le più svariate ragioni non sono stati portati a termine.
Anche in assenza di una vera prororoga una soluzione era doverosa al fine di evitare di vedere le imprese costrette a restituire i soldi per i cantieri ancora aperti e scongiurare l'incremento a dismisura di contenziosi. Necessaria dunque una sorta di sanatoria che consentisse di dare per buoni i lavori svolti e non buttare tutto all'aria.
Con il Consiglio dei Ministri avvenuto ieri 28 dicembre 2023, nonostanze l'assenza del Premier Giorgia Meloni, è stata approvata una proroga della detrazione al 110% anche oltre il 31 dicembre 2023 e fino al termine dei lavori con particolare riguardo per i redditi bassi.
Proprio all'ultimo, dopo tanto discutere, la norma è arrivata.
È proprio un Decreto legge ad hoc il provvedimento che cerca di sbrogliare la matassa del Superbonus 110% per coloro che ne avevano ancora titolo ma i cui lavori non sono stati conclusi entro la fine dell'anno in corso.
Anche se non ci sarà un Sal straordinario o una proroga strutturale del maxi incentivo come auspicato da alcune forze politiche qualcosa è stato fatto per dare un segnale ai cittadini.
Il provvedimento salva tutti i lavori certificati effettuati entro la fine del 2023 per i quali sia stata effettuata l'opzione alternativa alla detrazione, evitando la restituzione dei crediti fiscali. Per tutti gli altri dal 1° gennaio scatta la detrazione al 70%
Per i redditi bassi, con Isee fino a 15.000 euro, (aumentato in base al numero di componenti del nucleo familiare) viene istituito un Fondo povertà volto a coprire le spese sostenute a partire dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024 che non sarebbero più coperte dal Superbonus 110% ma solo dal Superbonus 70%.
Si vuole evitare che le persone con maggiori difficoltà economiche siano costrette a coprire la differenza del 30%.
Condizione necessaria per procedere in questo modo è che lo Stato di Avanzamento dei lavori (SAL) non sia inferiore al 60%.
Spetterà al MEF definire l'ammontare del Fondo che verrà messo a disposizione dei cittadini le cui risorse verranno recuperate da altri fondi. Si parte per il momento da una base di 16 milioni di euro.
Per le famiglie che ne hanno diritto i lavori potranno così essere regolarmente terminati nel rispetto dei normali requisiti ovvero il conseguimento di due classi energetiche.
Per maggiori dettagli occorre attendere un decreto attuativo da parte del Ministro dell'Economia e delle Finanze da adottarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento.
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